Io e mia madre ci smaterializzammo in camera mia. Appena un attimo prima che mio padre entrasse nella stanza fuori di sè dalla rabbia. Si avventò su mia madre, afferrandola per le spalle. La stringeva forte, scuotendola.
-Cosa mi hai fatto, strega? Cosa?- Urlava come un pazzo.
-Come ti sei permessa di farmi una delle tue diavolerie? Io ti posseggo! Non puoi farmi niente!
Le stava facendo male. Delle lacrime iniziarono a scendere sul viso della mamma.
Io non sapevo cosa fare. Ero paralizzata dalla paura. La mia testa mi diceva di intervenire, ma il corpo non rispondeva più.
-Cosa state macchinando voi alle mie spalle? Stirpe del demonio! È così che ripagate la mia generosità? Vi ho protette dal rogo. Vi ho nutrito. Vivete sotto il mio tetto. - Spinse a terra mia madre e si avvicinò a me.
-Tra poche ore mi libererò finalmente di te. Spero che l'uomo che ti prenderà sappia domarti, e che ti faccia così male da farti scontare tutta la vergogna che mi costi ogni giorno.
Mia madre si eresse davanti a me con la bacchetta in mano, a testa alta. Era bellissima.
-Lei vale molto di più di quanto tu potrai mai sperare di essere. Avada Ked..
Lui si scagliò addosso a noi, interrompendo l'incantesimo che la mamma stava per lanciare per porre fine alla sua vita.
Finimmo a terra, mio padre colpiva mia madre in ogni parte del suo corpo con forza. Continuò a lungo, anche se lei aveva smesso di muoversi. Dopodichè si alzò e uscì dalla mia stanza senza degnarmi di uno sguardo.
Ero rimasta pietrificata fino a quel momento, bastava uno sguardo di mio padre per prosciugarmi di ogni forza, fin da quando ero piccola. Presi la mamma fra le mie braccia e la cullai mentre le lacrime iniziavano a scorrere senza fine.
Quando la porta della mia stanza si aprì di nuovo ero ancora lì, con gli arti intorpiditi dalla posizione scomoda. Non volevo muovermi. Avevo cercato di farle passare gli ultimi momenti della sua vita dandole l'amore che non aveva ricevuto. Il suo ultimo respiro le aveva messo sul viso un'espressione serena. Adesso sarebbe stata in pace per sempre.
Non riuscii a vedere chi era entrato. Avevo gli occhi gonfi dal pianto. E sinceramente non mi importava di niente in quel momento. Una mano mi aveva afferrato il braccio e costretta ad alzarmi con la forza. Non mi disse niente, si limitò a trascinarmi via. L'ultimo ricordo che ho di casa è mia madre senza vita sul pavimento.
Fui portata fuori, in giardino. Il sole mi accecava.
La mano che mi teneva stretta mi lasciò all'improvviso, lasciandomi cadere a terra. Ero stata scaraventata come si fa con la spazzatura. La voce di mio padre ruppe il silenzio.
-Ecco, prendetevela. Offro un baule pieno d'oro al primo che se la prende e non me la fa più vedere. Fatene ciò che volete.Terrorizzata alzai lo sguardo. Non mi ero resa conto che c'erano altre persone nel cortile. Erano lì per il mio ricevimento! Me ne ero completamente dimenticata.
Dovevo essere uno spettacolo pietoso.Un baule d'oro era allettante, ma la scena aveva spiazzato i miei pretendenti, rimasti in silenzio.
Un uomo con gli occhi color smeraldo e vestito bene si chinò davanti a me e mi aiutò ad alzarmi. Aveva un tocco gentile. Disse a mio padre che gli faceva schifo come persona e che avrebbe mandato qualcuno l'indomani a prendere le mie cose, compreso il baule. Poi mi prese tra le braccia e, date le spalle alla tenuta, si incamminó verso le carrozze.
Ero stanca per oppormi e le sue braccia forti mi fecero sentire al sicuro. Volevo solo stare in pace. Poggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi.***
Spazio autrice!
Eccomi qua, sono tornata dopo il silenzio con questi due nuovi capitoli. Il precedente ha sconvolto la narrazione, aggiungendo un po' di pepe. Spero che vi sia piaciuto!
Questo micro capitolo invece segna la fine dell'adolescenza della nostra protagonista, preparandola alla sua nuova vita.Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi va lasciate una stellina!
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Le Memorie di una regina
FanfictionTra tutti i cattivi Disney ce n'è uno in particolare che mi ha sempre affascinato. La regina Grimilde, matrigna di Biancaneve. Avrei tanto voluto conoscere la sua storia, il suo punto di vista. Allora ho deciso di scriverla io. Di dare voce a chi no...