L'estate tra il secondo e terzo anno ad Hogwarts fu veramente terribile e la mia vita cambiò del tutto.
Divenni donna durante una fresca notte di fine giugno e miei genitori avevano deciso di seguire le regole dettate dall'etichetta del mondo magico anziché di quello babbano, quindi iniziarono ad organizzare il ridicolo ricevimento per farmi scegliere in sposa da una qualche potente famiglia di maghi.
Le bambine babbane non hanno scelta dal giorno in cui vengono al mondo, già allora la famiglia decide il loro destino; per noi maghe è forse peggio, dopo qualche anno di libertà veniamo incatenate a qualcuno.
Furono inviate decine di gufi a tutti i nobili che avessero un figlio maschio non sposato, di qualsiasi età. Ero inorridita. Non volevo sposarmi, dopo aver finito gli studi volevo semplicemente sparire dalla vita dei miei, ritirarmi ad una esistenza tutta mia senza dover maritarmi per poter uscire di casa. Ovviamente le mie proteste non servirono a niente. Smemorina se l'era cavata con la scusa della fata madrina, sarebbe rimasta vergine e casta, ma io non avrei sprecato la mia vita a quel modo per sfuggire ad un destino di sfornamarmocchi. No, dovevo escogitare qualcos'altro.
La festa avrebbe avuto luogo il primo giorno di agosto nella nostra tenuta. Ricevemmo molti gufi in risposta provenienti dalle famiglie i cui figli frequentavano Hogwarts con me. In tutte vi era scritta pressapoco la stessa cosa. Non avrebbero fatto sposare i loro preziosi pargoli ad una pazza. La verità era che non volevano una moglie capace di pensare per conto proprio e cosciente di se stessa. Una donna che non avrebbe abbassato la testa facilmente. Sentivo mia madre piangere da sola la notte, chiedendosi perché proprio a lei era capitata una figlia tanto caparbia e ribelle. Lei sentiva me piangere perché non potevo scegliere il mio destino. Entrambe sapevamo l'una la sofferenza dell'altra, ma nessuna cercava di risolvere la cosa, per trovare un compromesso. L'orgoglio è sempre stato uno dei miei difetti peggiori. I giorni passavano ed io ero sempre più in ansia. Persi molto peso. Avevo smesso di mangiare, ero nervosa e avevo frequenti scatti di rabbia in cui lanciavo le cose o le spaccavo. Nessuno ci fece caso più di tanto. Davano la colpa agli ormoni della fertilità in fermento.
I preparativi erano andati avanti, alla fine ben sedici famiglie avrebbero partecipato. Due di esse avevano il figlio maschio ancora in fasce. Le altre volevano maritarmi ad uomini dell'età di mio padre se non di più. Tre giorni prima del lieto evento mia madre entrò in camera mia con al seguito due grassocce signore di mezza età che malgrado le mie proteste riuscirono ad infilarmi un abito orribile. Non aveva forme, le maniche erano troppo larghe e Iniziai a sudare fin da subito. "Questo colore risalta i tuoi occhi", "si abbina con la tinta dei tuoi capelli", "sembri un angelo", "ti sta un amore" furono i commenti delle tre donne. Angosciata me lo strappai di dosso sotto i loro sguardi atterriti e, rimasta nuda, urlai loro di andarsene. Non scorderò mai l'espressione sul viso di mia madre. Era delusa, furiosa, oltraggiata. Mi diede uno schiaffo così forte che caddi all'indietro sul mio letto e se ne andò senza dire una parola sbattendo la porta.
Era buio quando mi svegliai. Avevo pianto per ore, nuda tra le lenzuola sgualcite, fino ad addormentarmi tra i singhiozzi. Mi misi la veste da camera e senza fare il minimo rumore scesi al piano di sotto in cerca di un po' d'acqua. Sentii delle voci tese provenienti dallo studio di mio padre. Curiosa mi avvicinai per sentire cosa stava accadendo. "..perché non usi una di quelle magie per tenerla buona al ricevimento? Una volta scelto il marito gliela consegnamo e ci penserà lui a domarla. " "Sei pazzo se pensi che userò un Imperius su nostra figlia!" "Non avremmo dovuto mandarla in quella scuola per streghe. Si è montata la testa. Dovevamo lasciarla a mia madre da piccola, lei si che sa come tirar su un'anima ribelle". "Adesso è tardi per dire queste cose. Potremmo tenerla a casa. Togliamola da quella scuola e assumiamo un bravo istitutore che le insegni ad essere una brava moglie e.."
Non volli sentire altro. Tornai di corsa in camera mia con una rabbia cieca. Volevano portarmi via l'unica cosa che mi manteneva viva? Mai!Presi una borsa, applicai un incantesimo di estensione irriconoscibile, ci buttai dentro tutte le mie cose alla rinfusa e mi vestii. Dovevo fuggire immediatamente. Dopo un'ultima occhiata alla mia stanza presi il mio manico di scopa e volai via nella notte.
Fu un volo breve. Non sapevo dove andare, avevo paura di cosa sarebbe accaduto quando avrebbero scoperto della mia fuga. Mi diressi verso hogwarts, l'unico posto che conoscessi e dove mi sarei potuta sentire al sicuro. Poi mi venne in mente che però era esattamente dove sarebbero venuti a cercarmi. Scesi a terra per mettermi a pensare a una soluzione migliore senza dover tenere l'equilibrio su quello stupido pezzo di legno. Salazar, il mio corvo, mi guardava stupito. Poveretto. Avevo aperto la gabbia e lo avevo preso con me che ancora dormiva. Mi guardai attorno in cerca di una soluzione, ma l'oscurità mi impediva di vedere molto oltre il prato in cui ero atterrata. Per quanto ne sapevo potevo essere benissimo in un campo santo come nei giardini di una casa. Volevo accendere la bacchetta, ma avevo paura che qualche babbano mi potesse vedere. Rimasi lì, in silenzio, aspettando un'idea. Non conoscevo nessuno da cui poter andare. Malefica era da escludere. Suo padre, vedovo, era tra i pretendenti alla mia mano.Non so quanto tempo fosse passato prima che mi balzasse in mente quell'idea folle. Al buio il tempo si dilata fino a farti impazzire.
Spedii Salazar dalla professoressa Elisander. Non scrissi nessun messaggio, sperai che capisse e mi portasse al sicuro.
Da sola avevo ancora più paura. Ogni fruscio mi faceva sobbalzare, con i nervi tesi al massimo. Ad un certo punto devo essermi addormentata, tanto ero nervosa. Mi svegliai di soprassalto quando Salazar mi beccò un orecchio. Aveva portato la professoressa da me.
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Le Memorie di una regina
FanficTra tutti i cattivi Disney ce n'è uno in particolare che mi ha sempre affascinato. La regina Grimilde, matrigna di Biancaneve. Avrei tanto voluto conoscere la sua storia, il suo punto di vista. Allora ho deciso di scriverla io. Di dare voce a chi no...