Love like a tidal wave

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-Buongiorno- è la prima cosa che mi dice Micheal lunedì mattina dopo due giorni di silenzio. -Qualcuno ha ritrovato la lingua- dico sarcastico, sedendomi in macchina.

-Ha dormito bene Abigail sabato sera?- chiedo, sogghignando.
Lui sospira e si appoggia al finestrino.
-Non parliamone mai più, non è mai successo- mi ordina.

Io lo guardo male ma -Come vuoi tu, ragazzo eterossesuale- gli rispondo, accendendo la radio e mettendo su il CD dei Pierce The Veil appoggiato sul cruscotto.

Parte A Match In The Water e io chiudo gli occhi, cantando, seguito da Micheal. -Almeno hai dei buoni gusti musicali, avevo paura che tu fossi un fighetto quando mia mamma mi ha detto che ti avremmo adottato- mi dice.

Non rispondo e continuo a cantare, how does it feel? how does it feel? Well it feels like i am on fire..

-Lucas!- urla Ashton saltandomi sulle spalle. -Calum, ehi- saluto il ragazzo moro al suo fianco, ignorando completamente Ashton sulla mia schiena.

Il riccio si imbroncia e mi stringe forte le spalle. Mi scrollo e lo butto per terra, e lui assume uno sguardo ferito, anche se con il sorriso in faccia.
-Lucas, sei cattivo!- si lamenta, alzandosi e andando da Calum.

-Mio eroe, difendimi!- urla, e Calum arrosisce. Rido e spingo Ashton. -Cosa hai fatto sti giorni Luke?- chiede Calum, cercando di cambiare argomento.

Un immagine di me e Micheal nel suo letto mi ritorna alla mente. Micheal che geme il mio nome. Micheal che si masturba guardandomi.

-Uhm, niente di che, ho dormito- dico. Nello stesso momento nel corridoio passano Micheal e Abigail, mano nella mano.

Alex cammina dietro di lui, parlando con Jack, che lo ascolta confuso e ogni tanto annuisce. -Cosa fa Jack?- chiede Calum, confuso anche lui.

-Non ne ho idea- sussurra Ashton. -Ma non si erano lasciati quei due?- dice Niall, arrivando da dietro, riferendosi a Michael e Abigail.

-Who cares- dico, dirigendomi verso la mia aula. Per strada passo di fianco a Micheal dandogli una spallata

-Ehi, sfigato, attento a dove cammini!- mi urla dietro. Io tiro su il dito medio, senza neanche girarmi.
Lo sento venirmi dietro allora vado verso la palestra, nelle aule più isolate della scuola.

-Sfigato!- continua ad urlare, facendomi sbuffare. Quando lo sento afferrarmi la spalla mi giro di scatto, colpendolo in faccia con un pugno.

-Che diamine ti prende?- mi urla, tenendosi la mascella arrossata con la mano. Lo spingo contro con gli armadietti, coprendolo co il mio corpo.

Lui cerca di spostarmi, tirandomi un calcio nello stomaco, facendomi cadere di schiena. -Luke, mi puoi dire ora che diamine ti prende?- chiede, guardandomi dall'alto.

-Perché sei con lei?- gli dico, alzandomi. -Perché sei qui con lei mano nella mano quando lei nemmeno ti piace?- continuo.

Lui distoglie lo sguardo dal mio non rispondendomi. -Rispondimi!- urlo.

-Perché sei con lei se l'altra sera gemevi il mio nome? Perché sei con lei quando l'altra mattina dicevi il mio nome nel sonno? Perché stai con lei quando sono io, che tu vuoi?- Lo colpisco di nuovo in faccia, e lui mi colpisce a sua volta.

Un rivolo di sangue fuoriesce dalla mia bocca, sporcandomi il mento. -Non sono gay, Luke!- mi risponde, colpendomi lo stomaco.

Gli afferro le braccia e lo sbatto contro l'armadietto, facendolo genere dal dolore. -Non sei gay, eh? No?- dico, vicino al suo orecchio.

Just an orphanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora