Capitolo 3

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Mi svegliai con il rumore ronzante della sveglia nelle orecchie. Stranita la scaraventai sul pavimento, dove smise il suo fastidioso ronzio.

 Mi sentivo molto agitata, e avrei pagato oro pur di rimanere nel mio bel letto caldo. Avrei potuto fingermi malata... pensai.

Ma scartai immediatamente il pensiero.

Mi alzai trascinandomi fino in bagno, mi guardai allo specchio e mi misi paura. I miei capelli che di solito erano di uno splendente biondo platino, ora sembravano di un biondo morto, stantio.

I miei occhi blu mi parevo grigi. Avevo i tratti del viso molto tirati. Se mi fossi incontrata per strada mi sarei data il doppio dei miei anni.


Forse l'acqua calda mi avrebbe aiutato a rilassarmi...
Detto ciò, iniziai a spogliarmi per la mia doccia mattutina. Legai i capelli in modo da non bagnarli, ed entrai.

 Il calore dell'acqua si impossessò del mio colpo, ma non mi rilassai affatto. Il problema più grande, forse, era che io non sapevo neanche perché  fossi così agitata e tesa. Forse perché  avrei rivisto Christofer...


Chiusi l'acqua ed uscii, mi asciugai e misi l'intimo. Mi diressi verso l'armadio per scegliere cosa indossare.

 Optai per un paio di jeans neri e una maglia a righe bianche e nere. Abbinate con le mie immancabili blazer grigie. Riandai in bagno e mi pettinai i capelli, lasciandoli poi cadere morbidi sulle spalle.

Misi un po’ di mascara e matita, entrambi neri, e scesi per fare colazione.


-Giorno papà- dissi, salutandolo con un bacio sulla guancia.


-Giorno Kate, come và?-disse sorridendomi.


-Bene grazie, già fatto il caffè?- chiesi.


-Si è sul piano- detto ciò mi fiondai diretta sulla caffettiera e nel mentre presi una tazza e ci versai un po’ di latte freddo, aggiunsi il caffè, e iniziai a bere.


Mio padre iniziò a ridere- Avevi fame, è?- chiese ancora ridendo.


-No, è che ho fretta- dissi facendogli la linguaccia.


-ok, io vado ciao-disse e uscì.


Presi la mia giacca, misi lo zaino in spalla e uscii anche io.


Mi diressi verso la mia auto parcheggiata davanti casa, la aprii ed entrai. Il solito odore mi nuovo mi invase le narici. Ma questa volta non ci feci nemmeno caso, accesi la macchina e partii a razzo.


***


Arrivai a scuola sul filo dell'orario, la campanella era appena suonata. Entrai di corsa in classe mi sedetti al mio posto. -Ciao Ele -dissi alla mia compagna di posto.
-Ciao Kate- mi salutò Eleanor.


Come se fosse un abitudine che avevo da sempre, gettai uno guardo verso il tavolo dove era seduto Christofer.

Era bello come il sole, con i capelli che splendevano sotto i raggi di luce che entravano dalla finestra.

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