Capitolo 5

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Per tutto il tragitto corsi, non volevo far tardi al primo incontro con la squadra. Iniziai a intravedere casa mia e accellerai il passo. Arrivata davanti a casa, presi la chiave che era nascosta sotto lo zerbino ed entrai.

Mi precipitai verso la cucina. Dovevo mettermi in forze per la partita. Preparai un tramezzino prociutto cotto e sottiletta, il mio preferito. Mangiai velocissima e dopo neanche trenta secondi avevo finito tutto il pranzo.

Salii le scale di corsa e mi diressi verso la mia camera, dove presi il cambio per dopo. Dovevo giocare a pallavolo, quindi optai per un pantaloncino nero con una magliatta bianca con la scritta "oui" , intimo e calzini puliti. Presi tutto e mi lanciai diretta verso la doccia. Aspettai che diventasse calda mentre mi spogliavo. Controllai l'orario sul mio cellulare. Erano le due e dieci.

Tra esattamente cinquanta minuti sarei dovuta essere nella palestra dela scuola. Chiusi il telefono ed entrai nella doccia. Presi il mio bagno schiuma preferito, rose, ed iniziai a lavarmi. Era l'ora dello shampoo, questa volta ciliegia, e iniziai a spargerlo sulla mia chioma bionda.

La mia mente iniziò a vagare senza sosta su quello che sarebbe successo fra meno di un ora. Inizai a pensare a cosa avrei detto a Chris se mi avesse rivolto la parola. Oppure a cosa mi avrebbe detto, in generale.

Mi sentivo vuota, spenta. Avevo bisogno di stare vicino a lui, di sentire che lui era sempre con me. Ma non è così. Non sarà mai così. Lui è il piu' popolare, il piu' bello, il ragazzo che tutte le ragazze vorrebbero, il ragazzo che tutte guardano. Sicuramente io non potevo essere una delle sue " amichette", ero troppo brutta in confronto a quelle fotomodelle che cambiava ogni giorno. Appunto, 1: non sono una fotomodell, 2: non volevo essere la ragzza del giorno, quella che avrebbe sofferto il giorno dopo. Quando lo avrebbe visto attaccato ad una ragazza che non era lei. Quando avrebbe visto le loro bocche unite, come se fossero incollate con la colla.

La vita non è come i film, dove la 'sfigatella' della situazione sta insieme al bad-boy, o il popolare, fate un po voi. La vita è una cosa tremenda, dove siamo come attratti dalle cose che sappiamo già dal principio ci faranno male, molto male. Siamo portati alle droghe, all'alcool...all'amore. È come se fossimo attratti da una calamita nord e noi fossimo la sud. Siamo catapultati verso le cose che ci distruggono...

Decisi di chiudere lì tutte quegli abbattimenti mentali. Chiusi l'acqua ed uscii. Mi avvolsi nell'asciugamano e iniziai ad asciugarmi.

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Venti minuti dopo ero vestita, e mi ero asciugata i capelli. Mi legai i capelli in una coda di cavallo e misi un pò di matita sugli occhi. Okay, ero pronta. Rientrai nella mia camera e presi la borsa che solitamente in California usavo come " borsa da pallavolo". Ci misi dentro un asciugamano, delle scarpe di ricambio, la tuta per giocare e le ginocchiere. Scesi con tutta la calma che avevo, usci chiudendo la porta alle mie spalle e rimettendo la chiave sotto lo zerbino. Controllai l'oras sul telefono. Erano le due e quaranta. Avevo venti minuti. Iniziai a camminare tranquilla. Tanto avevo tempo, no? Misi le cuffiette al mio iphone e iniziai a sentire 'maps' dei maroon 5.

Ormai erano cinque minuti che camminavo, canticchiando. Non so perchè, ma mi era tornato io buon umore. Stavo camminando sul marciapiede, quando una moto si ferma davanti vicino a me. Non so chi sia, non so perchè si sia fermato proprio vicino a me... inizio ad avere paura. Il volto è coperto in parte dal casco ( tutto nero) e da un paio di occhiali anch'essi tutti neri.

Stavo valutando l'ipotesi di scappare, quando si toglie il casco. Riconosco all'istante quei capelli di bronzo. È Christofer. Mi sorride.

-vuoi un passaggio fino a scuola?- chiede sorridendo.

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