Capitolo 2.

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Uscimmo di casa che erano le 22:30. Andavamo in giro per qualche vicolo,in cerca di una persona sola,vulnerabile,qualche barbone o una prostituta da quattro soldi,andare in città era troppo pericoloso,potevano vederci. Andavamo in giro nel buio in cerca di cibo,e la fame cominciava a farsi sentire,avrei sbranato qualsiasi cosa mi si capitasse davanti. Dietro un vicolo cieco Federica sentì qualcuno che tossiva. Ecco lì,la nostra cena per questa sera,un ragazzo che tenta di accendersi una sigaretta con un accendino quasi scarico,mi avvicino con sicurezza mentre Federica mi guarda da lontano.

<<Hey,se vuoi puoi prendere il mio>> gli dico porgendogli il mio accendino.

<<Grazie>> sussurra.

Mentre sono vicino a questo Federica è di guardia. Gli giro intorno e lui non ci fa neanche caso,gli butto la sigaretta per terra.

<<Posso sapere cosa ti è preso>> mi dice sbalordito,quasi mi scappa una risata.

Lo sbatto contro il muro,vedo la paura nei suoi occhi e questo mi piace.

<<Federica>> con uno scatto e già vicino a me,mi sorride,guarda il ragazzo e sorride anche a lui,ma questo è diverso,è un sorriso pieno di cattiveria.

<<Posso prima io?>> mi chiede senza neanche guardarmi.

<<Certo,ma lascialo anche a me,almeno un goccio>> gli dico con un velo di risata. Il ragazzo rimane immobile,non capisce cosa stai succedendo. Federica annuisce,si avvicina al ragazzo,gli mette una mano sulla guancia e lo guarda con pietà. Lo guarda fisso negli occhi,già so quello che vuole fare,di solito sono io quella che fa il lavoro pulito,io devo sistemare sempre il suo.

Cattura,mangia e cancella.

<<Calmati,non farà male>> gli dice con un sorriso sulle labbra.

Avvicina le labbra al suo collo,sento i canini allungarsi e li affonda nella carne succhiando il sangue dal ragazzo con gli occhi verdi. Chissà,forse sarà uno studente? Avrà una famiglia? Avrà una ragazza? Ecco,sento salire i sensi di colpa,non devo farmi queste domande. Il ragazzo non fiata,ma vedo il dolore nei suoi occhi,non posso vederlo così.

<<Federica basta>> non intende staccarsi.
<<Federica così gli fai troppo male>> urlo,mi guarda con gli occhi assetati di sangue,le labbra e gli occhi pieni di quel liquido rosso. Mi avvicino a lei.

<<Federica adesso basta,ne hai bevuto abbastanza>> la mia voce è severa,come quella di una sorella maggiore,i suoi occhi tornano normali,annuisce e si allontana da me.

<<Come ti chiami>> chiedo al ragazzo che sembra ancora in preda al terrore.
<<Davide>> risponde con voce stranamente ferma.
<<Quanti anni hai>> gli chiedo ancora.
<<Perché tutte queste domande,in fondo è solo la nostra cena,non è da te fai sempre un lavoro pulito,come mi hai insegnato,cattura,mangia e cancella>> mi dice leccandosi le labbra piene di sangue,mentre quelle parole mi rimbombano nella testa,perché ha ragione non è da me fare tutte queste domande,ma questo ragazzo,non so,sembra diverso.

<<Fa silenzio>> voglio continuare.
<<Come vuoi>> fa spallucce,si mette in un angolo e si accende la solita sigaretta dopo cena.
<<Davide,rispondi>>
<<Diciassette>> risponde sempre con la solita voce ferma.
Troppo giovane per essere strappato alla sua vita,in fondo ha solo due anni in meno di quando è stata strappata a me.........ricordi che fanno troppo male per essere ricordati. "Ma tu hai sete Veronica" ecco la voce del mio istinto,ma ha ragione,solo un goccio non farà male a nessuno. Mi avvicino molto lentamente,sento già l'odore del sangue,quella vocina sempre più forte,i canini che si allungano.
Ho fame.
Ho fame.
Troppa fame.
Affondo i canini nella sua carne,sento il suo cuore battere,il sangue che scorre nella mia bocca,una felicità troppo immensa per essere spiegata a parole. Non voglio ucciderlo,non devo farlo,anni di allenamento mi hanno insegnato quando fermarmi. Mi stacco,il suo cuore batte ancora e faccio un sospiro di sollievo,soprattuto per la paura che sta scomparendo dai suoi occhi. Mi pulisco la bocca con la mano per togliere quella droga rossa. Federica adesso è di nuovo di guardia,la osservo e sembra tornata la persona di sempre,purtroppo l'istinto ci fa diventare qualcosa che non siamo. Davide è ancora impalato davanti a me,i suoi occhi verdi,bellissimi,adesso non sono più colmi di paura ma di sicurezza,sembra che non provi niente davanti a quello che sono. Osservo anche lui e noto qualcosa che non avevo notato................... è bellissimo,veramente,ma di quella bellezza pura,almeno qualcuno che lo è tra di noi. Mi metto in punta di piedi,visto che è più alto di me,e gli do un bacio pieno di dolcezza,o almeno quella che riesco a metterci,lui lo fa diventare un bacio passionale,mi abbandono a lui e gli metto una mano tra i capelli,lui mette la sua mano sinistra sulla mia schiena e l'altra sulla coscia e la stringe,io invece spingo i suoi capelli in dietro e lo stacco da me.

<<Mi dispiace,non voglio che diventi altro>> gli sussurro in un orecchio.
<<Ah,e dimentica che due ragazze belle come noi si siano nutrite di te>> gli dico guardandolo fisso negli occhi. Capisco che Federica ha sentito tutto dalle piccole risatine che escono dalla sua bocca.

<<Allora,divertita ma non hai finito il lavoro>> chiede tra le risate,mi giro verso Davide e vedo che è così. Gli vado in contro,mi mordo il polso facendo uscire del sangue.

<<Bevi,non vorrai tornare da mamma e papà in queste condizioni>> gli dico con un velo di ironia,mentre Federica ride,forse avrà bevuto troppo il ragazzo se siamo ridotte in questo stato. Avvicino il polso e lo faccio bere quello che basta per far rimarginare la ferita.

<<Vedi che devi fare con la camicia,con questo non posso aiutarti>> gli dico guardandolo fisso negli occhi. Mi allontano da lui, e l'ultima cosa che vedo sono i suoi grandi occhi verdi.

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