Capitolo 1

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"Sicuramente"

"Dai Celest ci divertiremo, fidati di me ti prego, non succederà niente."

"Ayla, non ne sono sicura!"

"Celest so che stai pensando a quel mostro, ti prego permettimi di aiutarti"
"E comunque ci saranno i ragazzi di quinta, non sai cosa ti perdi amica mia, tutti quei ragazzi Celee!! Ti rendi conto! VIENIIIII, ti prometto che non ti lascerò mai un secondo sola"

"Me lo prometti?"

"Certo per te tutto, come da piccoli ricordi?
Cadi tu cado io"

"Va bene Ayla, vengo"

Si trattava di una stupida festa no? Cosa poteva succedermi. Non avevo paura di niente, avevo imparato che la sofferenza fisica non contava niente, ma quella psicologica mi distruggeva, e io non avevo ancora scoperto come uscirne. Mi feci convincere da Ayla, quella ragazza che sa tutto di me fin da quando ci incontrammo in quella stupida strada abbandonata, lei abbandonata dalla vita e io abbandonata dalla forza di scappare per vincerla, per rincorrere la speranza di continuare a vivere e di lasciarmi alle spalle il mostro che mi inseguiva per uccidermi.

Quella ragazza minuta, dal viso ovale contornato da tanti fili color oro non sapeva niente di me, eppure con suoi occhioni grigi quasi spenti che rispecchiavano di lei solo la parte più triste, mi invitò a sedermi lì con lei in un angolino, dove si circondava le gambe con le braccia e la testa appoggiata su di loro, cercando di darsi quella forza che qualcuno le aveva tolto mi invitò a piangere insieme per cose opposte.

"Perché sei seduta li sola?"
fu la prima domanda che mi venne in mente, una domanda stupida ma d'altronde tutte le mie domande lo erano, ero molto curiosa e vedendola lì seduta con uno sguardo perso aumentava la dose di un veleno che in me era elevato: la CURIOSITA'.

La curiosità viene vista in modo innocente, in un mondo appartenente solamente ai bambini, gli adulti ormai avevano perso questa qualità. Ormai la curiosità al giorno d'oggi è diventata pericolosa, avete presente la domanda COSA HAI FATTO OGGI? Domanda che tutte le mamme del mondo porgono ai loro figli non appena mettano piede a casa dopo un'intera giornata di scuola. NIENTE invece era la risposta che tutti noi davamo a loro. I giorni non sono uguali per tutti, ovviamente la settimana e sembra la stessa, ma viene vissuta in mille modi diversi l'uno dall'altra. Le cause di quella risposta erano diverse, chi non si fidava abbastanza dei genitori per raccontar loro quasi metà della loro vita, chi aveva pura di essere giudicati dai propri genitori o chi non aveva niente da raccontare; infondo la paura di un commento e un giudizio appartiene a tutti. Si questa è curiosità, ma una curiosità negativa.

Avete sentito parlare della frase "la curiosità uccide"? si dice quando qualcuno insiste troppo su cose che noi non vogliamo far sapere, questa è una curiosità che spinge a pettegolezzi, è più superflua e inutile ed è proprio da questo che si ricavano dettagli scottanti e inutili delle vite altrui. Ecco, questo penso "uccide" ma non fisicamente, mentalmente. Porta gli uomini a vivere sempre degli altri in un morboso interesse superficiale. La chiesa ha condannato la curiosità come peccato, perché quella parola voleva dire presunzione, non fidarsi di ciò che era stato scritto nelle Scritture antiche. Quante persone nl modo pensano questa cosa? NESSUNA. La curiosità è necessaria nella vita dell'uomo perché è da essa che nasce l'interesse, che nascono le passioni. LA curiosità ha portato l'uomo a capire che non è il sole che gira attorno alla terra bensì il contrario. La curiosità è fondamentale per rimanere vivi, sempre in cerca e con tante domante che viaggiano in continuazione.

"Tu che vuoi" fu la prima frase che mi rivolgeva per rispondere alla mia domanda. Era scontrosa e a primo impatto mi fu antipatica. La osservai in silenzio per molto tempo, lei invece non si era girata nemmeno una volta a vedere chi io fossi. Era strana, i capelli lunghissimi biondi sciolti che le ricadevano davanti e le coprivano il viso, jeans strappati sulle ginocchia e una felpa talmente lunga che poteva farle da abito.
"Grazie mi siedo con piacere, sono contenta che tu me lo abbia chiesto" ero scossa da tutto ciò che mi era capitato attimi prima, ma era una mia dote quella di mettere a proprio agio le altre persone deviando l'argomento principale, non nascondo il fatto che ero colpita da lei, non si muoveva e non si incuriosiva della figura che si sedeva accanto a lei. Mi chiedevo come fosse possibile non incuriosirsi e non mostrare alcun sentimento, sembrava fatta di pietre, impassibile.

Nell'oscurità del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora