Capitolo 2

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L'amicizia è un'anima dimorante in 2 corpi, un cuore che abita 2 anime"
Aristotele

CELEST

"Mamma, mamma! Passami la palla" grida un bambino che si dirige correndo verso la sua mamma che lo accoglie a braccia aperte e gli posa un dolcissimo bacio sulla testa.
Sono seduta qui, in una panchina di legno verdastro rovinato dalle continue piogge che si riversano a Riverside; ad osservare bambini che giocano con spensieratezza l'uno con l'altro, come se si conoscessero tra di loro... mentre io rifletto in silenzio osservandoli; ai problemi che la vita mi sta sbattendo in faccia. Parecchie volte penso a quel ragazzo: al ragazzo che si è scontrato con me in quell'incidente, a chiedermi perché fosse o almeno sembrava così simile a me, al perché avesse deciso di bere e mettersi alla guida al perc-
"Celest!!"
sento una voce stridula ma famigliare chiamarmi in lontananza distraendomi dai miei pensieri, non riesco a vedere nessuno, ma mi basta risentire la sua voce per capire chi sia.
"Ayla"

"Ehi bellezza che ci fai qui sola soletta! "

"Beh, io- "

"Si lo so, lo so. Stavi pensando a me vero?"

"Ayla ascoltami, sto per dirti una cosa importantissima"
le dissi con un tono serio e una faccia che non trapassava emozioni cercando di trattenermi a riderle in faccia per il suo modo di essere e pensare che sia nei miei pensieri ogni secondo. La sua fronte diventò rugosa, le si formò un cipiglio tra le folte sopracciglia e riuscì a vedere nei suoi occhi un miscuglio tra paura e curiosità e voglia di uccidermi per la mia mancata risposta; pensai ridendo tra me e me.

"Cavolo Scrich mi stai facendo preoccupare, parla!"

"1 la devi smettere di chiamarmi così cara Rapunzel"

"Si si come vuoi, stavi dicendo..."

"Ah, si "

"Ayla ascoltami, noi ci conosciamo da tre anni giusto?"

"Giusto" mi disse confusa non capendo dove io volessi arrivare

"Tu ci sei sempre stata per me Ayla e io te ne sono grata per questo, ma vedi..."

"Celest se non parli giuro che ti tiro un pugno in faccia" disse agitandosi sulla panchina, credo di aver visto pure una goccia di sudore sulla sua fronte...

"Io... io... cavolo non so come dirtelo, ecco io... io ti amo Ayla"

"Ti penso sempre, in ogni istante" la vidi sobbalzare e alzarsi subito in piedi dalla panchina scossa dalle mie parole. Non ce la feci più a trattenere le risate che cercavo di nascondere. I miei occhi diventarono luci, segno che stavo piangendo a causa della sua buffa reazione.

"Vaffanculo Scrich, mi hai fatto prendere un colpo cogliona. Non si scherza con queste cose"

"Lo so Ayla ma dovevi guardare la tua faccia buffa, sembrava che stessi per avere un infarto" Non riuscivo a smetterla di ridere;

"Dovevi vedere la tua fronte corrucciata era c-così buffa!" esclamai
Lei si toccò la faccia con le mani per controllare che fosse tutto a posto e con un sorriso maligno si girò verso di me esordendo con la sua voce stridula e quasi cattiva dicendomi:

"Non ti preoccupare cara è tutto a posto, ti faccio vedere io ora!" mi prese il braccio facendomi alzare dalla panchina e trascinandomi verso la sua macchina con passo veloce.

"Dove andiamo?"

"A fare shopping amore, domani inizia scuola" disse entusiasta. Ma da me non ottenne nessuna risposta.

"Non mi dire che te ne sei dimenticata"

"No me lo ricordo" con una voce quasi
malinconica e triste le risposi e lei lo notò

Nell'oscurità del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora