Prologo

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Era una notte particolarmente fredda e non c'era nessuno in giro tranne un uomo che camminava a passo svelto con una piccola bambina in braccio. Quell'uomo era Thor, il dio del tuono, e quella che aveva in braccio era sua nipote. La stava portando allo S.H.I.E.L.D., dove aveva deciso che sarebbe cresciuta.

Mentre camminava però, era tutt'altro che tranquillo. Si chiedeva se avesse fatto bene a portarla via così da suo fratello, se magari sarebbe stata meglio con lui. Allontanò subito quei pensieri scuotendo il capo; suo fratello era un criminale che faceva tutto per suo personale interesse, e di certo non era la persona adatta per crescere una bambina. Nonostante questo però, si sentiva in colpa. Le urla del fratello gli risuonavano costantemente nelle orecchie, e non riusciva a dimenticare l'espressione di dolore che fece non appena le strappò via la figlia dalle mani.

Era talmente immerso nei suoi pensieri, che a malapena si accorse di essere arrivato. Aprì il grande portone e si inoltrò nel grande edificio. Percorse il lungo corridoio fino a che non raggiunse l'ultima porta, che una volta aperta rivelò gli Avengers al completo, che se ne stavano seduti ad aspettare. 

Il primo ad accorgersi della presenza del dio, fu Steve, che balzò in piedi. <<Allora? è con te?>> gli chiese agitato, e lui annuì mostrando la bambina addormentata che aveva tra le braccia. A quella vista tutti tirarono un sospiro di sollievo. Se fosse rimasta con il padre, infatti, oltre alla salute della bambina sarebbe stata in pericolo anche il resto dell'umanità. Loki l'avrebbe sicuramente fatta crescere insegnandole ad usare i suoi poteri per fare del male, e l'avrebbe usata per i suoi scopi personali, e questo non potevano permetterlo. 

Il silenzio che si era creato fu interrotto da un piccolo lamento della piccola, che intanto aveva aperto gli occhi, e si guardava intorno curiosa. Non appena i suoi occhi verde smeraldo si incrociarono con quelli color ghiaccio dello zio, sorrise,  contagiando anche Thor. La bambina allungò le piccole manine ed afferrò la sua barba ispida, ridendo leggermente vedendo la smorfia contrariata fatta dall'uomo. <<Per quanto credi che riusciremmo a tenerla nascosta?>> chiese Tony grattandosi la nuca, e Thor esitò un attimo, ma poi rispose <<Per tutto il tempo necessario>>.

<<Allora, ce l'ha un nome?>> chiese Natasha, e lo zio annuì <<Dahlia. Si chiama Dahlia>> rispose, e come sentendo il suo nome la piccola alzò lo sguardo e sorrise sgranando gli occhi, per poi richiuderli subito dopo, come colpita da un sonno improvviso. Vedendola Thor si promise che non avrebbe lasciato che nulla al mondo sarebbe capitato a sua nipote, e che le avrebbe dato un'infanzia più normale possibile. Se la meritava.

Away from you//LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora