Capitolo 2

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Dahlia si svegliò con il suono della sveglia che le rimbombava nelle orecchie, ma senza la minima voglia di alzarsi. Aspettò sperando che prima o poi quell'aggeggio infernale smettesse di disturbarla, ma dopo interminabili minuti capì che non si sarebbe fermata da sola, così, senza mai aprire gli occhi, tastò il comodino accanto al suo letto alla cieca, per riuscire a fermare quel suono che la stava facendo impazzire.

Per sbaglio, però, colpì la lampada, che urtò la sveglia che cadde a terra zittendosi. Allora la ragazza sorrise soddisfatta di essere riuscita a spegnerla, ma prima che avesse il tempo di tornare a dormire, la sveglia suonò nuovamente dal pavimento di camera sua, costringendola ad alzarsi dopo varie imprecazioni. Diciamo che non era affatto una persona mattiniera, ma questo lo avete capito da soli.

Dopo essersi accertata tre volte di aver spento la sveglia, si vestì con un paio di leggins neri e una canotta bianca, dato che era estate e faceva caldo. Si legò i capelli in una lunga treccia che le ricadeva lungo la schiena e andò a fare colazione. Ormai aveva percorso talmente tante volte quei corridoi che li conosceva a memoria, così in poco tempo arrivò in cucina. Appena aprì la porta trovò Tony che sorseggiava del caffè su una tazza bianca con la foto di lui con l'armatura di Iron man, Banner che scriveva qualcosa sul suo quaderno degli appunti, Steve che lucidava il suo scudo e Natasha che mangiava dei biscotti dopo averli immersi nel latte.

<<Buongiorno>> disse Dahlia con la voce ancora impastata dal sonno, e la salutarono con un cenno del capo, mentre Steve la guardava divertito, probabilmente ricordandosi della notte prima. Con lui era sempre così: all'inizio provava a fare il serio, ma appena ripensava all'accaduto gli veniva da ridere, e la ragazza gli andava dietro. Aveva instaurato un bel rapporto con tutti lì, ma quello con Steve era un rapporto speciale, erano come migliori amici. L'unica persona con cui non andava molto d'accordo era Fury, che doveva ammettere che la intimidiva un po'.

Suo zio viveva lì con lei, ma a volte si recava ad Asgard, per controllare che tutto andasse bene, e aveva promesso che quando sarebbe stata abbastanza grande avrebbe portato pure la nipote. Dahlia non vedeva l'ora, dai libri che aveva letto doveva essere un posto stupendo, e poi così avrebbe finalmente incontrato i suoi nonni, e magari avrebbe scoperto qualcosa sui suoi genitori.

Thor le aveva detto solo che erano morti, e che lui aveva salvato la ragazza per un pelo portandola qui, ma ogni volta che provava a chiedere qualcosa su chi fossero, cosa facessero o come fossero fatti, lui cambiava velocemente discorso o se ne andava con una scusa.

Si avvicinò alla mensola della cucina e prese tutto l'occorrente che le serviva per preparare la sua colazione preferita. Prese una banana, un cucchiaio di burro d'arachidi, una manciata di nocciole, un cucchiaio di cacao in polvere, un po' di latte e frullò tutto insieme. Dopo che tutto il composto si fu amalgamato bene, lo versò in una ciotola e tagliò le fragole che ci mise sopra, insieme ad una manciata di gocce di cioccolato. Amava questo smoothie, lo avrebbe mangiato fino allo sfinimento. Mentre lo mangiava a grandi cucchiaiate, Tony la guardava schifato, aveva sempre odiato il burro d'arachidi, e anche solo l'odore gli faceva venire il voltastomaco.

<<Invece di guardarmi così dovresti provarlo, secondo me ti piacerebbe molto>> gli disse la ragazza alzando il sopracciglio, ma lui scosse la testa con una smorfia di disgusto. <<Non mangerò mai quella roba, scordatelo>> disse poi tornando a sorseggiare il suo caffè, e la ragazza fece spallucce dicendo <<Come vuoi, peggio per te>>. <<Oggi Thor torna da Asgard, ha detto che arriva per pranzo>> disse Nat, e la ragazza annuì felice. Era da quasi una settimana che non lo rivedeva, e le era mancato. Non appena Dahlia finì di fare colazione sparecchiò la sua roba e tornò in camera, dove decise di suonare un po' il pianoforte. Amava farlo, le dava un senso di libertà, come se seduta davanti a quello strumento potesse arrivare ovunque.

A volte si sentiva come in trappola. Non aveva amici della sua età, perché non le permettevano di andare a scuola per paura che i suoi poteri si manifestassero e che facesse male a qualcuno, ma lei non era pericolosa. Era solo una ragazza di tredici anni, senza dei genitori e senza amici, che passava le giornate a leggere rinchiudendosi in un mondo tutto suo.

Mentre attraversava la stanza per arrivare al pianoforte, scorse nel muro un cerchio rosso, così si fermò per vedere cosa fosse. Si accorse che quel cerchio era disegnato sul calendario appeso al muro, e segnava proprio quel giorno: il primo di ottobre. A quella vista Dahlia fu ancora più felice. Sin da quando era piccola, il primo giorno di ogni mese, un uomo le appariva in sogno, e la portava nei posti più belli che avesse mai visto. Probabilmente quell'uomo nemmeno esisteva, ma poco importava se riusciva a farla divertire così tanto. All'inizio ne era spaventata, ma con il passare del tempo avevano fatto "amicizia", e adesso non vedeva l'ora di rivederlo. Non le aveva mai rivelato il suo vero nome, dicendo che ancora non era il momento giusto, ma che per il momento lo poteva chiamare signor L. Non aveva detto a nessuno di tutto questo, perché probabilmente l'avrebbero presa per pazza, e forse lo era, ma non le importava.

Mentre suonava perse la cognizione del tempo, e fu risvegliata da un applauso che la fece sobbalzare.

Away from you//LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora