Capitolo 13

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Dahlia non sapeva con precisione quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che aveva mangiato qualcosa. Loki aveva tentato in tutti i modi di convincerla, ma se c'era una cosa che aveva preso da lui quella era la determinazione. La ragazza era seduta sul piccolo davanzale dell'unica finestra della stanza. Sapeva di essere sola, completamente sola, abbandonata anche dai pensieri che le frullavano in testa. Lì, guardando la luna. La serratura della porta scattò, ma Dahlia non si voltò per vedere chi fosse. Ormai aveva smesso di sperare che fosse suo zio venuto a salvarla. <<Dahlia, dobbiamo parlare>> disse Loki sedendosi sopra il letto della figlia. Lei non lo degnò di uno sguardo, continuando a guardare fuori dalla finestra. <<Ho pensato che volessi sapere qualcosa in più sulla tua famiglia>> disse, e la ragazza sentì un tuffo al cuore. La curiosità era troppa, così si voltò e lo guardò negli occhi.

Non gli rispose dato che non gli aveva più rivolto la parola dal primo giorno, ma con uno sguardo lui capì. <<Tua madre si chiamava Laila. Era un'asgardiana. La più belle delle asgardiane. Aveva i capelli biondi e soffici, e due grandi occhi color nocciola. Tu hai preso da me sia i capelli che gli occhi, ma hai il suo carattere determinato e la sua espressione. Siete molto simili.>> Dahlia si morse il labbro. <<Come vi siete conosciuti?>> chiese, non riuscendo a trattenere la curiosità.

<<Avevo più o meno la tua età>> rispose sorridendo al ricordo. <<Stavo giocando con tuo zio e correvo per la città con lui all'inseguimento. A un certo punto mi sono voltato per vedere se mi stesse seguendo, ma per sbaglio ho urtato qualcuno. Era tua madre.>> Dahlia ormai era presa dal racconto. <<Poi cosa è successo?>> lo incitò.

<<Da subito sono stato colpito dalla sua bellezza e dalla sua voce. Aveva una voce angelica, proprio come la tua. Lei mi disse esattamente queste parole "guarda dove vai, o la prossima volta che correrai sarà per sfuggire da me". Probabilmente fu proprio questo che mi colpì di lei, oltre che l'aspetto. E vedo in te la stessa tenacia e determinazione che amavo tanto di tua madre. Comunque, dopo il nostro primo incontro le ho chiesto molte volte di uscire con me, ma lei rifiutava sempre. Alla fine però, esasperata, mi concesse una cena. Fu una delle serate più belle di tutta la mia vita. Poi siamo continuati ad uscire e sei nata tu.>> Loki finì il racconto con un sorriso.

Dahlia non riuscì a trattenersi. <<Poi cos'è successo? Perché è morta?>> Subito lo sguardo del padre mutò. Si fece triste e malinconico, come se il solo ricordo gli provocasse un dolore lancinante. Ma quello non era un dolore fisico. Era un dolore che partiva dal cuore e si espandeva velocemente in tutto il corpo, distruggendoti dall'interno. Era il dolore che solo un cuore spezzato poteva provocare. Era il dolore dell'amore.

<<È stato un brutto incidente. Scusa, ma non mi va di parlarne>> tagliò corto, e la figlia annuì comprensiva. <<Allora,>> esclamò alzandosi dal letto <<pizza?>> Dahlia esitò un attimo. Se non avesse mangiato Loki non si sarebbe fidati di lei e l'avrebbe tenuta lì dentro per sempre. Se invece avesse mangiato avrebbe potuto cominciare a far credergli che lo riconosceva come suo padre e che sarebbe rimasta con lui in ogni caso. E poi stava morendo di fame.

<<Va bene>> disse, e per un attimo scorse un lampo di soddisfazione negli occhi del padre. Forse era vero che voleva solo una figlia...ma se suo zio l'aveva tenuta lontano da lui per tutto quel tempo allora c'era un motivo. Avrebbe fatto solo finta di affezionarsi a lui. Come poteva voler bene a un mostro del genere? Non sarebbe mai successo...o almeno così credeva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 31, 2021 ⏰

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