Capitolo I: When the question is: 'how can the other do that?'

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Ciao a tutti,
Solo per stavolta (almeno credo, non lo so) , aggiornamento consecutivo ;)





Capitolo I: When the question is: 'how does the other can do that?'



Jessica's POV

Dannazione, sta succedendo davvero, non mi sono immaginata niente, non sto sognando e non sono nemmeno sbronza.
Ieri quando sono tornata a casa ho bevuto giusto quella mezza bottiglia di whisky, prima di dormire.
Appunto, non sono nemmeno un minimo sbronza.
A proposito di quello che mi sono bevuta stanotte... cazzo, la mia vescica... o meglio questa vescica, mi sta suggerendo che devo fare pipì.

Per fortuna o purtroppo conosco quel dannato damerino snob come le mie tasche, lui vuole sempre le comodità, ecco perchè so già che il bagno sarà dietro la porta che c'è più in fondo in questa camera da letto che sembra una suite.
Pure il bagno è degno di un principe, beh, non ti starà bene che adesso sei in quella bettola del mio appartamento, quanto a lungo ci resisterai?

A proposito di resistere... devo urgentemente fare pipì, solo... come?

Okay, alzare la tavola e stare in piedi, fin qui è facile.

Mi abbasso i pantaloni e, oh, a quanto pare indosso dei boxer, grazie al cielo non viola, c'è già il pigiama che è color melazana.

A proposito di melanzana... cioè io davvero dovrei afferrare quel ... coso, con le mani?
Lo faccio più che altro perché sento che se aspetto un solo secondo di più per pisciare esploderò.

Ma quando mi libero, provando un certo sollievo e cercando di mantenere la mira, mi rendo contro che è più difficile di quello che sembra.
È come reggere un tubo dell'acqua che è impazzito.
A fatica, ma poi capisco come governarlo.
Alla fine do pure un paio di scrollate.
Che resti fra me e me, ma in un certo senso è stato anche divertente.

Voi maschi avete un sacco di comodità.

Mi lavo le mani e do una sciacquata al viso... dannazione, com'è ispido, magari dopo cerco dove tiene il rasoio e provo a radermi.

Però non adesso, cazzo, ho cose più importanti da fare.
Deve avere il suo telefono da qualche parte, quello stesso telefono dove ogni mattina alle dieci in punto gli mandavo una mia cazzo di foto.

Schifoso pervertito!
Dove cazzo lo tieni il telefono?
Sul comodino non c'è, non l'hai nemmeno dimenticato in bagno, non è sulla scrivania, aspetta... dov'è quella giacca violissima che avevi ieri? Ah sì, eccola appoggiata sulla sedia.

Metto una mano nella tasca a sinistra e ... bingo!

Lo chiamo subito, dovrà rispondere prima o poi, a costo di tormentarlo tutto il giorno.
Sento che la chiamata viene presa al quarto squillo

"Ciao Jessica, meno male hai chiamato tu, stavo provando a farlo io, ma a furia di nascondermi da te fino alla mia memorabile dichiarazione io non ricordavo il mio numero e a quanto pare tu non lo hai salvato in rubrica," mi accoglie la mia voce, pacata e contrariata allo stesso tempo.

"Non voglio avere un solo singolo dettaglio che mi ricordi te. Mi bastava già soltanto guardarmi allo specchio, figuriamoci quando lo faccio adesso!" abbaio acida.

"Può cambiare il corpo in cui ti trovi ma rimani sempre tagliente come sei, non è vero, Jessi?" ridacchia lui dall'altra parte... o dovrei dire lei, visto che ha la mia voce?

No lui, facciamo che Killgrave rimane sempre 'lui'.
Cazzo, non ci capisco più niente, ma soprattutto, perchè lui non si sta agitando?

Ora glielo dico.

"Come cazzo fai a essere così calmo? Ti rendi conto in che situazione del cazzo siamo? Questa cosa non ha un fottuto minimo di senso e l'ultima cosa che mi serve per affrontarla è la tua cazzo di calma da cazzo di Inglese!" sbotto.

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