CAPITOLO 9 - IO NON MI MUOVO.

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CAPITOLO 9 - IO NON MI MUOVO.

"Cause if one day you wake up and find that you're missing me
And your heart starts to wonder where on this earth I could be
Thinking maybe you'll come back here to the place that we'd meet
And you see me waiting for you on the corner of the street

So I'm not moving
I'm not moving"

HARRY POV

Non passa neanche mezz'ora dal mio 'momento' con Louis, che mi rendo conto di quanto la mia presenza a questa festa sia assolutamente superflua.
Per non dire dannosa.

Mi guardo intorno un'ultima volta, mentre tutti stanno ancora ridendo e scherzando sotto la luce scintillante dei lampadari di cristallo.
Ma che è, proprio adesso devo fare il poeta?
Quindi prendo la mia giacca, controllo che il pacchetto di sigarette sia sempre nella tasca interna, e dopo un breve cenno di saluto mi allontano da tutto questo chiacchiericcio.

"Hey Harry..te ne stai andando?" Cavolo, ma non ha una fidanzata 'sto ragazzo? Proprio stasera si è ricordato che esisto?
Mi giro, trovandomi di fronte un Louis Tomlinson evidentemente deluso, con quella sua espressione da reginetta scocciata stampata in faccia.
Vorrei farla sparire a suon di schiaffi. O baci, non importa.

"Già. Domattina devo alzarmi presto, ho un appuntamento con il parrucchiere." Mento, spudoratamente.
E mi rendo conto subito dopo che la mia bugia è davvero stupida.
Cazzo, ora dovrò davvero tagliarmeli questi dannatissimi capelli.

"Oh..ok allora. Grazie per essere venuto." Mi risponde lui, notando sicuramente il mio disagio.
Ha sempre capito quando mentivo.
Sempre.

Chissà se ci riesce ancora.

"Va beh, auguri di nuovo Louis, ci vediamo alle prove." E neanche lo guardo in faccia, per paura che possa dirmi qualcosa, qualsiasi cosa, e farmi crollare di nuovo.
Non sopporto avere addosso il suo sguardo, sapendo che non potrò più leggerci dentro quell'amore che mi scaldava fino a qualche mese fa.
Io..non ce la faccio.

Neanche mi soffermo ad ascoltare la sua risposta, tanto so che mi farebbe stare peggio di come sto già.
Mi dirigo a passi veloci verso l'ascensore, sperando che il viaggio in Limousine non duri poi così tanto.
Avevo pensato di andare in qualche locale, come l'altra sera, ma stanotte proprio non ho neanche la forza di bere altri alcolici o ascoltare quello schifo di musica House.

Passo tutto il tragitto in auto in uno stato semicomatoso, continuando a ripassare nella mente ogni più piccolo particolare della mia conversazione con Louis.
Più ci penso, più mi convinco che qualcosa in lui stia cambiando sul serio.
Per un attimo, stasera, mentre mi stringeva con quelle mani piccole e ghiacciate e mi osservava ad occhi sbarrati, mi è quasi sembrato che mi riconoscesse.
Che avesse capito chi sono.
Chi siamo, entrambi.

Il mio appartamento è l'interno 14, al settimo piano di una palazzina davvero niente male.
Piscina interna, terrazzo con vista sulla London Eye, giardino pensile, proprio una bella situazione.

Il problema è..che non è casa.
Casa è quella in cui vivevo con Lou.

Sempre piena di cibo spazzatura, carote, maglie a righe e pentole bruciate.
Ogni volta che rientravamo a casa doveva farmi ascoltare un nuovo Cd che aveva comprato, o vedere un nuovo film appena uscito nelle sale (rigorosamente in Streaming).
Oppure gli prendeva il matto e mi chiedeva di insegnargli a cucinare, con il risultato che dovevamo sempre buttare qualche pentola e ordinare una pizza da 'Nello'.

'Ma così mi viene il culo grosso, Haz'
Continuava a lamentarsi sempre, senza rendersi conto di quanto il suo culo grosso fosse perfetto.
Eppure se la spazzolava sempre tutta da solo, quella pizza con doppia mozzarella, con una gioia negli occhi che a ripensarci adesso mi viene da piangere.

We'll survive this. (We always survive)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora