-È UN ADDIO?

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capitolo 41
*DRACO'S POV*
t/n se ne andò.
Lasciando me e Sebastian in quella stanza buia.
D: "ti dovrei strangolare" alzandomi dalla sedia e andando verso di lui.
D: "se la ami così tanto, per che cazzo non le hai raccontato la verità?"
Odiavo dire quella frase, ma per una volta dovevo lasciare il mio carateraccio e guardare in faccia la realtà dei fatti.
S: "non venirmi a fare la predica a me"
S: "sto salvando il culo a me e alle nostre famiglie"
D: "tu mi hai messo in questo cazzo di casino, e tu mi farai uscire"
S: "senti non me ne frega un cazzo di te, mi frega il fatto che mia madre possa andare ad Azkaban insieme a mio padre"
S: "te puoi anche marcire sotto ste mura"
Lo alzai dalla camicia, con denti stretti e le sopracciglia incurvate.
D: "non dire mia madre."
D: "che di tuo proprio non c'è niente"
D: "e se pensi di portarmi via anche t/n, ti sbagli di grosso"
S: "tu con lei giochi e basta"
S: "io invece la amo"
S: "tu invece? Fai il bambino ridicolo, "ti devo punire" "tu non devi parlare con nessun maschio" "ci sono ragazze migliori di te" "tu sei di mia proprietà" che cazzo è un giocattolo?"
D: "come cazzo fai a sapere queste cose"
S: "per colpa tua, t/n non si fida più di nessuno"
Evidentemente stava evitando la mia domanda.
S: "pensi che non sappia i pianti che si è fatta per colpa tua?"
D: "c-come fai a-a s-aperlo?"
Quel ragazzo era l'oscurità in persona.
D: "COME CAZZO FAI A SAPERLO?!" Alzai il tono di voce.
Strinsi la presa.
D: "ti faccio fuori Sebastian Lurd"
S: "ti ricordo che fine ha fatto l'ultima persona che mi ha minacciato"
S: "non ti conviene giocare con il fuoco"
S: "ci si può bruciare" disse con un viso soddisfatto.
D: "pensi veramente di farmi paura?"
D: "sono l'unico che conosce la verità"
D: "e potrei metterti nei casini, se decidessi di dirla ai superiori"
S: "io me la potrei cavare, ma tua madre, nostra madre non penso proprio"
S: "credo che tu senza tua madre saresti perso"
S: "quindi ci perderesti tu"
S: "non provare a dire niente a nessuno."
S: "ah e tranquillo, non preoccuparti per t/n"
Coincidenza? Stavo pensando proprio a lei.
S: "non la obbligherò a stare con me, sceglierà lei il suo futuro"
D: "non toccarla più, neanche con un dito."
S: "quello che ha abusato di lei, sei stato proprio tu"
D: "quello che ha abusato di mia madre è stato proprio tuo padre"
S: "non arrampicarti sugli specchi"
S: "è brutta avere la coscienza sporca, vero?"
Allentai la presa.
S: "se non ti dispiace, il mio cervello ha bisogno di riposare"
E squadrandomi dalla testa ai piedi se ne andò.
"T/n per che cazzo hai dovuto ficcare il naso nelle cose non tue?".
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*T/N'S POV*
[sabato mattina]
Dopo la crudeltà delle cose che ha rivelato ieri Sebastian, avevo bisogno di stare un po' nel letto.
Forse anche tutto il giorno, però dovevo stare lontano dalle persone.
Dovevo isolarmi.
Io in primis non volevo vedere nessuno.
E ancora le domande mi occupavano tutta la mente, questo perché mentre Sebastian spiegava il tutto, era tutto un discorso senza sentimento, tipo una cantilena, sembrava proprio che si fosse preparato e studiato il discorso, o peggio ancora, sembrava che sapesse già cosa sarebbe successo. E questa cosa mi "spaventava" perché io ormai dovevo sapere la vera verità su tutto, e dovevo andare fino infondo, sarei andata fino infondo, anche rischiando la vita, la storia di quei ragazzi mi tartassava, li avevo impressi in testa, in qualche modo mi sembrava collegata anche la morte di Oliver, motivo in più per indagare.
Si, possiamo dire che ero ossessionata da questo caso.

Con la tuta e il top del pigiama andai in sala comune a prendermi una brioche, e poi sarei tornata subito in camera mia.

Grazie al cielo non c'era nessuno, questo perché tutti erano nella Sala Grande a fare colazione.
"vabbè visto che è vuota, me ne starò qui a mangiarla, giusto per non fare briciole in camera, che poi mi toccherebbe pulire" pensai.

Mentre mi gustavo il cornetto all'albicocca tirai fuori un foglio di carta e iniziai a pasticciarlo un po'... ma dopo neanche cinque minuti, sentii qualcuno fuori dire la parola d'ordine per entrare, quindi io come una saetta tornai nella mia stanza.
E come mi sarei immaginata, qualcuno bussò alla mia porta.
Feci l'assoluto silenzio, così da far pensare alla persona dal lato opposto che non ci fosse nessuno.
Non si sentì più nessun rumore.

Non giocare con me/Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora