II.

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Da ormai un paio d'anni, la segretaria migliore del Quartiere Generale degli Auror era una ragazza di nome Annika.
Martha si era convinta che fosse la migliore qualche settimana dopo il suo arrivo, quando un lunedì mattina le aveva chiesto di trovare Sirius e lei non solo lo aveva trovato in tempo record, ma immaginando, grazie a delle dicerie più che note, che il famigerato Auror Black fosse di pessimo umore per essersi dovuto alzare dal letto anche quel lunedì, gli aveva portato un caffè bollente in un classico bicchiere di cartone con il tappo di plastica.
Da quel momento, Sirius i caffè li chiedeva solo ad Annika, e Martha si preoccupava di farle avere un regalo ogni Natale e anche ogni compleanno.

Ed era stata proprio Annika a bussare alla porta dell'ufficio di Harry Potter, Capo del Dipartimento Auror, quel giovedì pomeriggio.

«Non puoi continuare a fare così» stava sbuffando Martha, in piedi dietro alla scrivania.

«Senti, ha fatto pena» si difese Sirius, seduto davanti alla scrivania, giocando con il Boccino che Harry teneva nel cassetto, evocando un'immagine di James di una vita precedente.
«Non puoi continuare a bocciarlo, Martha ha ragione» lo richiamò allora Harry, seduto al suo posto con le mani giunte davanti al petto.

«Ascoltami per favore Padfoot, è la terza volta che lo bocci - e per Merlino, smettila di giocare!» strillò Martha. «Scusa, Annika» disse poi cambiando totalmente tono di voce alla ragazza, ancora in piedi sull'uscio.

«Perchè chiedi scusa ad Annika e non a me?» si lamentò allora Sirius.

«Perchè Annika merita-» Martha afferrò al volo il Boccino che le stava svolazzando a dieci centimetri dal naso, con stupore di Harry. «... le mie scuse per avermi sentita strillare»

«Io sono più di trent'anni che ti senti strillare!»

«Sirius, per favore» sbuffò Harry. «Dimmi, Annika»

La ragazza regalò loro un timido sorriso. «Mi dispiace interrompere questa riunione di famiglia» iniziò. «Ma si tratta di una situazione particolare»

«Particolare?» si preoccupò Harry.

«Qualcuno è nei guai?»lo sovrastò Sirius, alzandosi dalla sedia di scatto.

«Sirius, per Godric, sono sicura che nessuno si nei guai» sbuffò Martha alzando gli occhi al cielo. «E se non ti calmi, ti giuro che dormi sul divano per un mese»

«Non capisco perchè questa minaccia, abbiamo un sacco di camere da letto vuote in casa nostra» borbottò lui rimettendosi a sedere, mentre Martha cercava di mettere il Boccino nel suo cassetto incantato, il magico oggetto da gioco sfuggì alla sua presa e ricominciò a volare in giro per l'ufficio. «Posso dormire nella vecchia stanza di Harry, non è vero figliolo?»

«Non ci pensare nemmeno» tagliò corto Harry. «Annika, per favore, raccontami di questa situazione particolare»

«E Annika, per favore, da domani, il caffè al signor Black prendilo decaffeinato» le sorrise Martha, seguendo il Boccino con lo sguando.

«Decaffeinato?» si incuriosì Sirius. «Signora Black, che vuol dire decaffeinato

«Che devi ascoltare Annika, perchè anche lei può perdere la pazienza»

Sirius ruotò la sedia verso Annika mentre tentava invano di afferrare il Boccino, e le fece segno di procedere.

«Dunque, ehm, si tratta di una domanda di ammissione» raccontò allora la ragazza, con i lunghi capelli castani raccolti in una treccia a lisca di pesce posata sulla camicia verde petrolio.

cascasse il mondo impara a volareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora