"Che cagata assurda. Ma come si fa."
Suo padre e sua madre stavano discutendo su un qualche strano argomento, e Leonardo li guardava assente.Era tornato dalla sua famiglia, dai suoi genitori, dalle sue sorelle.
Aveva lasciato Milano in occasione delle feste pasquali, e finalmente ora poteva rivederli.
Gli sembravano cambiati, si disse, e si ritrovò a pensare che erano passati più di quattro mesi dall'ultima volta che li aveva visti; senza considerare poi che, in generale, lasciava poco Milano se non per forti esigenze, e le volte in cui erano tutti insieme come quel sabato erano davvero poche.
Era uscito da più di una settimana, ma il mondo reale l'aveva rivisto solo la domenica.
Si era messo in treno ed era tornato a casa sua, dove alcuni suoi amici lo avevano aspettato per dargli il bentornato.
Ci aveva messo un po' a riprendere i ritmi normali, e come prima cosa era tornato al supermercato.
Venerdì era partito ed era tornato a casa dalla sua famiglia, in Puglia, e li aveva trovati cambiati, pensò di nuovo.
Chissà quante cose avevano fatto, e quante cose non aveva visto. Odiava che ad una storia gli mancassero dei pezzi, ma d'altronde era passato tanto tempo.
Ed erano anche successe tante cose nuove. Quei pezzi mancavano anche alla sua famiglia."Dai adesso state in silenzio che inizia."
Sua sorella Angela ammonì il resto della famiglia. Era stanca in volto ma felice nel cuore dopo aver rivisto suo fratello.
Leonardo e Angela si assomigliavano molto ma talvolta faticavano ad andare d'accordo.
Forse le due diverse mentalità, forse i due diversi caratteri, o forse semplicemente il mondo doveva andare così tra fratelli e sorelle.
Non ci si sceglieva di certo, si conviveva forzatamente e si cercava di costruire qualcosa, con la consapevolezza che era una questione di sangue quella che c'era.
Gli ricordava vagamente qualcosa, anzi qualcuno. Qualcuno che pure l'aveva chiamato fratello, e rise impercettibilmente al pensiero, per non farsi sentire e dover dare spiegazioni che non aveva.Da quando era uscito tutto gli ricordava Tommaso.
A ventisei anni era difficile credere che si potesse perdere così tanto la terra sotto i piedi, soprattutto se a causa di una persona o, peggio, di un sentimento.
Era difficile per Leonardo credere davvero di potersi rimettere in gioco, e non solo nella musica.
Potersi rimettere in discussione di nuovo, provare cose nuove. Era assurdo, era nuovo.
Quindi se la sorella avesse chiesto spiegazioni, Leonardo non avrebbe saputo dire niente."E l'ultimo nome che facciamo è Tommaso"
La voce fintamente dispiaciuta che proveniva dalla tv era quella di Lorella Cuccarini, coach di una delle due squadre avversarie di quella di cui faceva parte Leonardo.
"Ridicola", commentò sua sorella, facendo ridere quest'ultimo.
Quella "nomination", come l'aveva definita Arisa, era costata a Tommaso la sua permanenza nel programma.
Leonardo era incazzato. Quando lo aveva saputo era rimasto spiazzato, incredulo.
Non che si intendesse particolarmente di danza, ma guardava tanto Tommaso.
Rise di nuovo al pensiero.Quando non lo guardava?
Mai.
Lo guardava al mattino passando per la cucina e trovandolo lì, in attesa di qualcuno che gli facesse da mangiare (Leonardo in maniera specifica), perché lui da solo non ne era capace.
Lo guardava quando andava a fare lezione per rassicurarlo, per dargli la forza giusta per affrontare la sua giornata, che non era mai facile o sempre uguale, ma che poteva avere una sorpresa dietro l'angolo in ogni momento.
Lo guardava a pranzo quando si sedeva vicino a Martina per non destare troppi sospetti, ma cercava ogni minima possibilità di contatto, dicendo a tutti di volerlo aiutare a pulire il casino, anche se poi non faceva niente.
Aiutava Leonardo a sorridere, e si diceva che era abbastanza.
Lo guardava tornare stanco dalle ore interminabili di tecnica, o di ripasso delle coreografie, e trovava buffo il suo viso corrugato dalla stanchezza che cercava lo stesso di sorridere a tutti e di ascoltare i loro problemi.
Lo guardava e cercava di fargli capire che era troppo buono, e poi lo chiamava in stanza, dopo la doccia, e non parlava. Lo guardava e basta.
Basta anche nel senso che bastava.
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17 | tommaleo
Fanfiction"C'è qualcos'altro che canta oggi Leo". Appoggiò la testa sul petto di Leonardo, dalla parte del cuore.