I [Darcy]

113 7 0
                                    

Sin da bambina sono sempre stata emarginata dai miei compagni, molto spesso per non avere i genitori

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Sin da bambina sono sempre stata emarginata dai miei compagni, molto spesso per non avere i genitori. I miei genitori mi hanno abbandonata, credo.

Mia madre, da come mi fu raccontato, andò via quando avevo solo due anni, mentre mio padre non c'è mai stato, non so il perché. Ricordo però che quando ero piccola, mia nonna mi ripeteva sempre che era via per lavoro e che mi voleva bene, chissà.

Mia nonna, al contrario loro, c'è sempre stata per me. Mi ha cresciuta come una figlia e non mi ha mai fatto mancare nulla.

Durante gli anni di asilo lei era l'unica a venire alle mie recite scolastiche, era la persona da cui andavo ogni volta che avevo un brutto sogno. Era al mio fianco quando cadde il mio primo dente, quando ebbi la mia prima cotta per un ragazzo e quando presi il patentino, ma anche quando mi vennero le mestruazioni, quando mi misi l'apparecchio, quando piansi per via dell'acne o quando mi dovetti mettere gli occhiali.

Fortunatamente le cose sono cambiate.

Crescendo ho cominciato a capire quanto fossero stupide quelle cose. Ho imparato che nella vita ci sono cose più importanti per cui piangere anche se io, essendo una persona emotiva, piango per qualsiasi cosa, letteralmente.

Qualche anno fa piansi dopo aver fatto cadere un pezzo di pizza, un'altra volta lo feci quando per sbaglio uccisi un'ape, un'altra ancora quando feci cadere un antico vaso di mia nonna, non era nemmeno arrabbiata.

Un altro aspetto interessante del mio carattere è la timidezza. Durante gli anni mi sono spesso sentita dire di essere troppo timida e con questo anche il dover essere meno chiusa in me stessa.

Molte volte mi sono fermata a pensare a queste parole e mi sono messa a cercare la causa di questa mia chiusura verso gli altri. Dopo tante riflessioni sono arrivata alla conclusione che il fatto di non avere una figura genitoriale al mio fianco mi abbia resa quella che sono, nel bene e nel male.

La testardaggine è un'altra delle mie caratteristiche principali. Ho sempre avuto il brutto vizio di non ascoltare mai nessuno e fare sempre di testa mia, anche quando so di star sbagliando.

Per questo mia nonna mi paragona sempre ad una noce di cocco, dice che sono dura allo stesso modo, soprattutto quando si parla delle mie passioni che però lei chiama talenti.

Le mie passioni più grandi sono due: il disegno e la musica. Il disegno è per me un modo di raffigurare le emozioni, le persone e i luoghi che vedo o immagino, la musica è diversa.

Quando canto mi sento come se stessi volando, come se fossi in viaggio verso un qualcosa che finisce quando finisce la musica. Non so però da chi io abbia preso questa passione, mia nonna ascolta solo le canzoni cantate da me.

Un paio di mesi fa, mentre stavamo guardando la televisione, comparve sullo schermo la pubblicità di un talent show canoro, X Factor.

Da quella sera mia nonna mi oppresse di provare ad iscrivermi giorno dopo giorno, finché non accettai. Inserì le mie informazioni nel apposito sito e allegai un video in cui cantavo una mia canzone, ci volle coraggio ma ero felice della mia scelta.

Passai un'intera settimana senza alcuna risposta e la cosa mi stava demoralizzando. Avevo iniziato a farmi mille paranoie sul mio modo di cantare, di scrivere e perfino sul mio aspetto fisico.

L'aspettare di una risposta che non sapevo se sarebbe mai arrivata era esasperante.

La sconfitta più grande sarebbe sicuramente stato il disprezzo verso la mia musica. Nell'arte di fare musica nessuno è uguale ad un altro, ognuno mette se stesso in quello che fa ed è per questo che sarebbe stato il colpo più duro, sarebbe voluto dire che non piaccio.

Fortunatamente però non fu così. Dopo un'altra settimana di attesa ricevetti risposta, una risposta positiva. Dire che ero felice sarebbe poco, ero al settimo cielo.

Ricordo di essere corsa da mia nonna urlando dalla gioia e di essere poi scoppiata a piangere dall'ansia, poco bipolare insomma.

L'unica cosa certa è che ero felice. Per la prima volta nella mia vita me ne fregai delle insicurezze per fare qualcosa che mi faceva stare bene, qualcosa che mi rendeva felice. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sentivo completa. Per la prima volta decisi di fare qualcosa per me, senza fregarmene degli altri. Per la prima volta decisi di mostrare la vera me e scelsi di farlo su un palco.

Sapevo che quell'esperienza mi avrebbe cambiato la vita, ma non pensavo così tanto.



Sapevo che quell'esperienza mi avrebbe cambiato la vita, ma non pensavo così tanto

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.







happy ending | ls [ COMPLETED ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora