capitolo 5

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Il ritorno di Hiyori era previsto per oggi. Kirishima era partito con l’auto diretto all’aeroporto per l’arrivo dell’aereo, e mentre aspettava che i due tornassero, Yokozawa
stava preparando la cena: oggi avrebbero avuto spaghetti cinesi piccanti.
Notando che sarebbero arrivati da un momento all’altro, Yokozawa lavò⁡
in acqua fredda gli spaghetti appena bolliti e li mise in un piatto pulito. Proprio mentre stava insaporendo
gli spaghetti con i condimenti tagliati a fette sottili, percepì⁡ il⁡ suono⁡ di⁡ qualcuno⁡ che⁡ stava correndo fuori
la porta. Si sciacquò le mani nel lavandino e la porta che stava sul genkan venne spalancata proprio mentre stava andando a salutarli.


“Oniichan, sono tornata!”

“Bentornata a casa, Hiyo.”

Hiyo, che si era praticamente fiondata dentro, era tutta abbronzata, ora quasi completamente nera.
Le⁡ spalle⁡ che⁡ spuntavano⁡ dal⁡
suo⁡ vestito⁡ avevano⁡ già⁡ iniziato⁡ a⁡spellarsi,⁡e⁡ ora⁡ che⁡ si⁡ era⁡ tolta⁡ le⁡
scarpe,⁡ poté⁡ benissimo⁡ vedere la⁡ striscia⁡ lasciata⁡ dai⁡ sandali sui piedi.
Sembrando⁡ essersi svegliato⁡ solo⁡ per⁡ salutare⁡ Hiyori,⁡Sorata⁡ con⁡ calma⁡ vagò,⁡strusciandosi alla gamba di Hiyori mentre lei stava sistemando
le scarpe.


“Sora-chan! Sono tornata~!
Grazie per esserti preso cura di tutto mentre non c’ero!”

Quando Hiyori lo raccolse, Sorata strofinò⁡ il⁡ naso⁡ sulla⁡ sua⁡ faccia⁡ con⁡ impazienza.

“Ho dei souvenir per te! Aspetta qui—Te lo metto ora!” Frugò⁡ per⁡ un⁡ po’
tra le tasche della sua borsa prima di tirare fuori un fiocco color acqua marina.

“È⁡ un⁡ collare?”

“Sì! La nonna mi ha insegnato come fare i merletti, così⁡ ho⁡ fatto⁡ questo!”

“Wow, niente male.” Andava legato dietro al collo, e una campanella pendeva sul davanti. Senza dubbio aveva scelto quel⁡ colore⁡ perché⁡ assomigliava⁡ al⁡ colore⁡ del⁡ cielo.
Dopo aver rimosso l’attuale⁡ collare⁡ di⁡ Sorata,⁡ legò⁡ quello⁡ nuovo⁡ attorno⁡ al⁡ suo⁡ collo. Il collare blu cielo stava davvero bene con il suo pelo bianco e nero.

“Comunque, guardati—sei tutta bruciacchiata! Ti sei divertita da tua nonna?”

“Sì! Mi sono divertita un mondo!
Ho anche fatto delle nuove amicizie!
Ora saremo amici di penna.
Oh, e all’aeroporto, mi⁡ sono⁡ fatta⁡ comprare⁡ da⁡ papà⁡ alcune⁡ cose⁡ di⁡ cancelleria!”

“Capisco.”

Assottigliò⁡ gli⁡ occhi⁡ mentre⁡ la⁡ guardava⁡ chiacchierare⁡ allegramente; in questi giorni era stato troppo tranquillo senza di lei qui.
Ora sembrava come se le cose fossero finalmente tornate normali.


“Oh, ho preso dei souvenir anche per te, Oniichan! Però⁡ li ho fatti spedire dalla nonna, quindi⁡ non⁡ potrò⁡ darteli⁡ fino⁡ a⁡ domani…”

“Beh ‘domani’ arriverà⁡ prima⁡ che⁡ tu te ne accorga. Non vedo l’ora che arrivino.”

“‘Kay! Allora aspettali!”


Kirishima,arrivando⁡ ora⁡ in ritardo,⁡arrancò⁡ in⁡ salotto⁡ mentre⁡ controllava⁡ la⁡ posta che aveva preso lungo la strada.

“Sono tornaaato. Hiyo, Yuki-chan ti
ha mandato una cartolina di saluti per l’estate.”

Sul serio?! Oh wow, ha un francobollo straniero!” Si⁡ avventò sulla cartolina che Kirishima gli stava porgendo con un’espressione seria.  Se Yokozawa ricordava
correttamente, lei aveva accennato ad Hiyori che la sua famiglia sarebbe andata all’estero per le vacanze. Probabilmente gli aveva inviato la cartolina non appena era arrivata.

“Su andiamo—stasera avremo spaghetti cinesi piccanti.” Sentendo la descrizione del menu della serata, Hiyori alzò⁡ entrambe⁡ le⁡ braccia⁡ dalla⁡ gioia.

“Come facevi a saperlo, Oniichan?? Poco fa stavo giusto pensando
che avrei volutoproprio questo per cena!”

“Beh lo volevo anche io; ora, entrambi a lavarvi le mani prima di mangiare.”

“Sissignore~”


Dopo averla mandata in bagno, Yokozawa apparecchiò⁡ la⁡ tavola—nel frigo c’era il budino come dolce, ma lo avrebbe tirato fuori solo dopo la cena.

“Woooow sembrano deliziosi!”
Hiyori diede voce alla sua eccitazione non appena adocchiò⁡ gli⁡ spaghetti.⁡
Un⁡ pubblico⁡ così⁡ entusia starendeva⁡ lo⁡ sforzo⁡ ancora⁡ più⁡ valido.
Perfino⁡ sei⁡ mesi⁡ prima ,⁡non⁡ si⁡ sarebbe⁡ mai⁡ aspettato⁡ che⁡ le⁡ sue⁡ abilità⁡ culinarie⁡ arrugginite sarebbero tornate sotto tali circostanze.
Appena si mise a sedere al suo posto, Hiyori chiese innocentemente, “Quindi, voi due cosa avete combinato mentre io non c’ero?”

“…Solo, impegnati con il lavoro.”
Nulla⁡ di⁡ ciò⁡ che⁡ avevano⁡ fatto⁡ poteva⁡ in⁡ alcun⁡ modo⁡ essere raccontato a Hiyori—ma a differenza della sua bugia detta con non curanza,
Kirishima⁡ sganciò⁡ una⁡ bomba⁡ su⁡ di⁡ loro saltellando dietro di lei dal soggiorno dentro la cucina.

“Ci siamo divertiti un sacco, noi due soli soletti.”

“…!”

Tirò⁡ fuori⁡ una⁡ gamba⁡ per⁡ dare⁡ un⁡ calcio a Kirishima per la sua frase suggestiva, ma questo⁡ non⁡ sembrò⁡ scoraggiarlo⁡ affatto, e⁡volutamente⁡ continuò, “Perché⁡ stai⁡ arrossendo,
Takafumi?”

“Falla. Finita!” Il suo volto s’infiammò⁡ per⁡ essere⁡ stato⁡ chiamato⁡ per⁡ la⁡ prima⁡ volta⁡ con⁡ il suo nome di battesimo. Anche senza dare un’occhiata a uno specchio, sapeva di essere
rosso come un pomodoro.

“Heeeey, è⁡ successo⁡ qualcosa⁡ mentre⁡ ero⁡ via? Eddai, ditemelo!”

“Non⁡ è⁡ niente—e ora, mangia. I tuoi spaghetti si ammolleranno.”

“Ah—Oniichan!” Ignorando la sua domanda, Yokozawa fuggì⁡ in⁡ cucina, e nonostante si sventolasse fervidamente con le mani, il suo viso arrossato non voleva proprio saperne di raffreddarsi.

                             FINE

Yokozawa Takafumi noi baai  2 (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora