CAPITOLO 2

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Nel momento in cui mise piede fuori dal negozio con l'aria condizionata, l'intero corpo di Yokozawa Takafumi venne avvolto da un'aria pesante e appiccicosa.
I giorni caldi si susseguivano fin dall'inizio di luglio, ma oggi era particolarmente sgradevole. Solo alcuni giorni prima, era arrivato al punto di non sopportarlo più e aveva cambiato il suo armadio con camicie a mezze maniche per l'estate, ma andare in giro per un qualsiasi periodo di tempo lo faceva gocciolare di sudore. La giacca del suo completo, drappeggiata attorno al suo braccio sinistro, non aveva toccato il suo corpo nemmeno per una volta durante quella giornata, e mentre ora era libero dal sole fiammeggiante grazie all'avanzare della sera, l'umidità rendeva respirare ancora difficile. Di questo passo, aveva paura di come si sarebbe rivelato agosto; era già stufo di questo caldo che quest'anno stava determinando temperature da record a destra e a manca.

"Cavolo, ho bisogno di una birra!"

"Si, andiamo in un beer garden!"

Un gruppo di uomini d'affari apparentemente diretti a casa dall'ufficio passò davanti a Yokozawa, la loro conversazione era una lente d'ingrandimento dei suoi stessi pensieri. Deglutì di fronte alla tentazione e tuttavia tirò fiori il suo cellulare e chiamò l'ufficio.

"Salve, questo è il Dipartimento Vendite della Marukawa Shoten."

La voce pimpante del suo subordinato fluttuò attraverso il ricevitore.
A giudicare dai rumori di sottofondo, era in grado di prevedere che la maggior parte dei suoi colleghi di
lavoro era ancora in ufficio.

"Henmi? Sono Yokozawa."

"Ah, ottimo lavoro oggi!"

"Ho appena finito in libreria.
È successo qualcosa mentre ero fuori?"

"No, nulla di particolare.
Com'è andata a finire?"

"Sono riuscito a renderli d'accordo per l'evento. Ti fornirò i dettagli all'inizio della prossima settimana. Per oggi non devo fare nient'altro, perciò mi dirigo direttamente a casa. Ti dispiacerebbe annotarlo sulla lavagna?"

Era passata da un po' l'ora in cui
staccava dal lavoro e non aveva in programma nessuna sessione di bevute con i suoi superiori o con i suoi clienti.

"Ricevuto!"

"Bene, allora io vado."

Interruppe qui la connessione con Henmi e tirò la cravatta per
allentarla dato che si stava dirigendo verso la stazione.
Mentre diceva che si stava dirigendo direttamente a casa non si stava davvero dirigendo verso il proprio appartamento e, appena chiuse il suo telefono, improvvisamente si ricordò che gli era stato detto di chiamare quando avrebbe finito di lavorare.
Avrebbero preso la stessa direzione, quindi Yokozawa, onestamente, davvero non capiva il senso di incontrarsi lì a metà strada - ma sarebbe stato patetico dire di no quando l'altro lo aveva inevitabilmente preso in giro con un sorrisetto, Cosa, troppo imbarazzato per andare a casa insieme?
E venne lasciato nella sua indecisione.
Con un po' di esitazione, digitò il numero sul suo telefono e dopo qualche squillo la linea si connetté.

"Uh... sono io."

In questi giorni era sempre preoccupato su quale fosse il modo migliore per iniziare le loro conversazioni telefoniche.
Certo, probabilmente avrebbe dovuto salutarlo come avrebbe fatto in qualsiasi altra telefonata relativa al lavoro, ma per qualche motivo anche
in quel modo sarebbe stato un po' imbarazzante. Naturalmente, come c'era da aspettarsi, utilizzava un registro cortese durante le riunioni, come se sotto tali circostanze nulla fosse cambiato nel loro modo di parlare l'uno con l'altro.
Ma chiamare Kirishima per una
conversazione privata come questa lo lasciava comunque con un senso di disagio.

Yokozawa Takafumi noi baai  2 (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora