(3) Fresco come ľAutunno

951 78 36
                                    

Izuku pov.
(16 anni)

Sbadigliai smuovendo le nuove foglie secche del mio nido e mi guardai attorno trovando come sempre la grotta vuota e sospirai mettendomi stancamente in piedi.
Col passare degli anni le mie responsabilità erano rimaste quasi del tutto invariate, al mattino dovevo controllare i confini del bosco per osservare quanto si fosse ampliato e poi dovevo andare a aiutare gli animali in difficoltà, curare chi ne aveva bisogno e seppellire gli animali morti di malattia per evitare che altri li mangiassero ammalandosi a loro volta.
Una routine probabilmente noiosa, ma scandiva tutte le mio giornate.
Il probblema era il pomeriggio... dal compimento dei dieci anni di Kacchan passavamo sempre meno tempo assieme e non era raro che a volte nemmeno ci vedessimo...
Era stato finalmente incluso assieme ai suoi compagni più grandi per cacciare e fare tante altre cose per il suo villaggio, aveva anche conosciuto dei nuovi amici di una foresta vicina e se non sbagliavo quel pomeriggio si sarebbero incontrati per una sfida di caccia per vedere chi catturava la preda più grande in vista dell'inverno, quindi c'era la possibilità che quel giorno non lo vedessi...

Con passo stanco e cadente mi diressi fuori dalla grotta analizzando il bosco ancora sommerso dal buio prima dell'alba e mi diressi al fiume dandomi una rapida rinfrescata per svegliarmi al meglio prima di iniziare a svolgere le mie mansioni.
Il mio corpo iniziava a mostrare i primi sintomi del letargo, ciò significava che a breve sarebbe iniziato il vero e proprio inverno, stranamente in anticipo, e che dovevo aiutare gli animali a trovare un riparo prima della grande nevicata di cui il vento mi aveva parlato. Non potevo permettere che tanti animali morissero a causa di un gelo improvviso, erano pur sempre parte della natura, della mia silenziosa famiglia.

Mi asciugai il viso stiracchiando per bene la schiena e mi incamminai con calma verso ľalbero madre del bosco, un immensa quercia, ľalbero che aveva dato vita a me e a tutta la vegetazione che vi si poteva trovare.
Le sue radici si diramavano per tutto il bosco dando così vita a tutti i suoi figli, tutto era collegato a lei e di conseguenza tutto era collegato a me, un prolungamento della sua essenza con un proprio pensiero, quindi ciò che succedeva a lei o a tutti i suoi figli si rifletteva direttamente sul mio corpo, ma se ľalbero madre fosse stato tagliato o bruciato sarei morto con lei ponendo fine alla vita della sua foresta.
Il mio braccio destro era una testimonianza della nostra connessione, era colmo di cicatrici per gli alberi che erano stati tagliati, ma questo non mi aveva mai portato ad odiare gli esseri umani e tutte le altre creature, anche loro dovevano pur vivere.

Con l'ennesimo sospiro sorrisi accarezzando la corteccia di mia madre e con ľausilio di vari rampicanti tutti attorno al tronco salì sù fino alla cima, sulla punta più alta della chioma oramai spoglia.
Respirai a pieni polmoni ľaria fresca che mi sferzava il volto seguita dai primi raggi dell'alba, uno spettacolo unico ed irripetibile come ogni mattina.
Mi presi tutti i miei tempi per assaporare quella dolce sensazione per poi guardarmi attorno e contare più di quattrocento germogli nuovi intorno a tutto il confine che aspettavano pazientemente la primavera per nascere ed espandere il bosco.
《Non smetti mai di lavorare mamma... sei fortissima come sempre》sorrisi in modo dolce acarezzando un ramo con amore e affetto venendo ricambiato con delle dolci carezze sul viso grazie a due liane ancora verdi e fresche.
《Ci sono animali da aiutare o altro?》mi misi comodo lasciandomi cullare e coccolare dai rami e dalle poche foglie rimaste ascoltando il bisbiglio del bosco in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.

No, questa notte è stata tranquilla
《Che bello sapere che non è successo nulla!》sorrisi raggiante stringendo un ramo con affetto.
Oggi vedi il tuo biondino preferito?》 avvampai e cercare in tutti i modi di nascondere il viso con le braccia, non poteva dire una cosa simile!!
《N-no--- Oggi non lo dovrei vedere... a-aspetto che mi chiami ecco...》ridacchiai nervoso ed imbarazzato lasciandomi accarezzare i capelli dopo la domanda imbarazzante di mamma.
E perchè?
《P-perchè o-o-oggi ha da fare, tutto qui...》presi tra le mani alcuni rami impedendo che mi andassero a solleticare e sorrisi nel lasciare che mi portasse dolcemente verso terra.
Izuku... piccolo mio ti da fastidio che stia con altre persone oltre a te?
《Beh.. sì...-- NO! No no no no no!! Kacchan può avere tutti gli amici del mondo! Io non sono nessuno per dirgli con chi frequentarsi e chi no!》sospirai esasperato mettendo le mani tra i capelli restando sospeso a pochi metri da terra tra le liane.
Stavo scherzando!》la risata di mia madre mi riempì il cuore prima di esser posato a terra.
Figliolo... oggi ti do un compito nuovo, devi controllare il tuo amico e chi abita qui. Degli sconosciuti si stanno addentrando nel bosco e non sembrano avere buone intenzioni.》battei le palpebre confuso guardando mia madre prima di chiudere e riaprire gli occhi trovandomi sopra ad un albero distante a osservare degli estranei, quattro comuni umani che solcavano il terreno disseminato di foglie con passi lunghi e pesanti seguiti da continui tintinnii di metallo.
"Catene... Kacchan me ne ha fatta vedere una un giorno..." annusai ľaria cercando di capire lo stato ďanimo due quelle persone percependo stress e brama di potere.
Proteggi la gente della foresta, oramai sei grande figlio mio. I tuoi fratelli ti aiuteranno a tenerli lontani e a fargli perdere ľorientamento, ma ricorda che sono più deboli di te, specialmente adesso che si stanno addormentando... scopri cosa vogliono
《Sì madre, anche se credo di sapere perché sono qui...》un altro battito di ciglia e mi trovai al confine del villaggio di Kacchan individuando le prime persone che si erano svegliate per svolgere le loro mansioni.

- Spiriti della Foresta -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora