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È così strano come un giorno tu possa ridere con i tuoi amici e come il giorno dopo tu possa piangere con loro.

Teresa sta passando esattamente questo.

Le sarebbero mancati i suoi amici, le sarebbe mancato il suo ragazzo.

Non poteva crederci, non poteva star andando via.

-Mi mancherai così tanto- le aveva detto Dylan, il suo ragazzo.

Erano abbracciati davanti al cofano aperto e pieno di valigie della macchina della mamma di Teresa.

-Anche tu- sussurrò la ragazza, per non far sentire come la sua voce si stesse per spezzare nuovamente.

Si diedero un leggero bacio a stampo, prima che Teresa chiudesse il cofano e si accomodasse sul sedile del passeggero, accanto alla madre.

La donna accese la macchina e partì, mentre Teresa abbassò il finestrino e si affacciò per salutare i suoi amici e Dylan.

-Teresa,- cominciò sua madre - capisco perfettamente che ti mancherá la tua cittá, i tuoi amici, ma sii fiera di te stessa. Questo è un grande passo per il tuo futuro. Sinne fiera.-

La ragazza dagli occhi azzurri poggiò la testa contro il finestrino, mentre vedeva avvicinarsi il cartello che avrebbe indicato l'uscita dalla sua cittá.
Arrivederci, da Londra.

-Lo so, mamma. Solo..vorrei che non ci fossero kilometri di distanza a dividere me dai miei amici e Dylan, da te e papá.-

La donna sospirò, continuando a guardare la strada.

-Hai ragione, ma vedrai che dopo sarai più che contenta di questa decisione.-

*

Teresa e sua madre arrivarono qualche ora dopo nel più prestigioso collegge di Liverpool.

Presero le valigie e si diressero verso la reception, dove vennero accolte da un uomo sulla quarantina che fece firmare un modulo alla madre di Teresa e che accompagnò le nuove arrivate davanti alla stanza, in cui avrebbe alloggiato la ragazza.

-Teresa, io adesso devo tornare a casa. Devo vedere come sta papá.-

La ragazza annuì. -Giusto-

-Sappi, che sono così fiera di te- disse la donna, cercando di trattenere a stento le lacrime.

Teresa le si avvicinò e l'abbracciò.

-Mi mancherai tanto-

-Anche tu- disse la madre, prima di staccarsi e darle un bacio sulla grancia.

-Vado- continuò.

-Salutami papá.-

La donna annuì e si diresse verso le scale, prima di scomparire dalla visuale di sua figlia.

Quest'ultima estrasse le chiavi della camera 145 e le infilò nella serratura della porta, prima di fare due giri verso destra e aprirla completamente.

Entrò con un po' di timore.

La camera che si trovò davanti era abbastanza grande, con due letti (uno attaccato alla parete di destra e uno alla parete di sinistra), un mini-frigo e una porta che conduceva sicuramente al bagno.

-Scusa, tu saresti?-

Teresa si girò di scatto verso la persona che aveva pronunciato quelle parole.

-Ehm, io sono Teresa.- disse timidamente la ragazza castana, porgendo la mano verso una ragazza più grande e più alta di lei.

Aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, un po' più scuri dei suoi.

La ragazza guardò la mano di Teresa, ma non la unì con la sua.

-Non mi interessa chi sei, solo..perchè sei nella mia camera?-

Teresa sbattè un paio di volte le palpebre, prima di posare la sua mano vicino alla gamba.
Ma quanto siamo maleducate, pensò tra sè e sè.

-Sono la tua nuova compagna di stanza, immagino- sorrise.

-Quindi tu sei Teresa Turner?- chiese la bionda.

Teresa annuì.

-Va bene, io sono Jade Damons e sono la tua coinquilina.-
Perspicace e molto attraente, pensò Teresa.
No, cos'ho appena pensato?

Strinse gli occhi e scosse leggermente la testa.

-Piacere di conoscerti-

Please, stay forever with meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora