CAPITOLO14

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A casa mi giro e rigiro sul letto, pensando a quante cose potrei fare anzichè stare qui, a non far nulla. Potrei andare da Damiano, dirgli tutto ciò che provo,senza pensarci troppo. Però spezzerei in mille pezzi il cuore di Ethan, e non è quello che voglio. Potrei andare alle prove e divertirmi, ma avrei davanti a me le persone più importanti della mia vita, e non saprei che dire senza apparire idiota. Potrei uscire, fare shopping ma il senso di colpa mi ucciderebbe. Non ho le palle di vivere. Quindi sto qui. Sola. Sdraiata sul mio letto.

-Pronto- esclamo rispondendo alla chiamata sul mio cellulare.
-Non inizieremo le prove senza di te- risponde subito Thom.
-Non penso verrò- dico secca.
-Vic, prova a mettere l'orgoglio e la vergogna da parte- bisbiglia il mio migliore amico.
-Sono stanca- cerco in ogni modo di sviare il discorso.
-X-FACTOR è fra pochissimo e dobbiamo prepararci- dice tornando ad un tono di voce normale.
-E va bene- mi rassegno. Anche se non ho la minima voglia di vederli, devo farlo. Non permetterò a nessuno di rovinare i miei sogni.

Stiamo provando e il mio telefono non la smette di squillare.
-Scusate rispondo- annuncio a tutti gli altri che sbuffano.
-Pronto- rispondo allontanandomi.
-Era ora!- strilla una voce troppo conoscente.
-Venere?- chiedo confusa.
-MA ALLORA SEI SVEGLIA- risponde entusiasta lei. Venere è una mia amica di infanzia, alle medie eravamo migliori amiche. È quel genere di persona carismatica e che emana felicità e luce da tutti i pori. Purtroppo alla fine della seconda media ha dovuto trasferirsi, per motivi di lavoro dei suoi. All'epoca non avevamo i cellulari, così abbiamo perso i rapporti.
-M-ma come hai avuto il mio numero?- sono entusiasta, mi è mancata tanto.
-Privilegi di chi ha il papà che lavora come call-center nella tua compagnia telefonica- risponde lei.
-Ha semplicemente cercato il numero di telefono intestato a tua madre, ed eccomi qui- continua a spiegare.
-Ma è fantastico- dico. Venere è una persona speciale, e mi ha fatto tanto piacere che si sia ricordata di me.
-Torno a Roma- annuncia poi.
-C-cosa?- balbetto, con un misto fra confusione e gioia.
-Hai capito benissimo-
-Quando?-chiedo a dir poco euforica.
-Domani!- risponde Venere.
-Victoria non so tu ma noi abbiamo altri impegni- mi annuncia infastidito Damiano.
-Venere devo andare, ti chiamo dopo- e chiudo la chiamata.
-Non penso sia un problema se abbiamo perso qualche minuto, dato che ti c'è ne fai perdere tanti, da quando abbiamo iniziato le prove non azzeccando una nota- dico furiosa rivolta a Damiano. Sono stufa di lui, di tutto questo suo trattarmi così, ne ho fin sopra i capelli, e penso proprio sia arrivato il momento di farmi valere. So che ho sbagliato tanto nei suoi confronti, ma avevo finalmente preso una decisione, ho lasciato Ethan per dedicarmi di più a lui, ma non me ne ha dato opportunità, è partito in quinta con la storia che io e lui non siamo fatti per stare insieme.
-Per colpa di qualcuno ho la testa altrove e non ho voglia di cantare- risponde lui avvicinandosi a me. Per un attimo dimentico della presenza di Thom e Ethan.
-Se stai insinuando che la colpa della tua distrazione sono io, ti ricordo che avevo altri programmi per oggi piuttosto che essere costretta a vedere la tua faccia, eppure mi avete obbligata a venire- sono furiosa, come può darmi la colpa delle sue stonature? Damiano resta immobile, non sa cosa dire.
-Che c'è? Mh? Ti ho lasciato senza parole?- chiedo con tono talmente antipatico che mi do fastidio da sola.
-Va benissimo così- Interviene Ethan, mettendo un braccio fra me e Damiano che intanto si stava avvicinando a me. Damiano continua a guardarmi negli occhi con sguardo furente e io non sono da meno.
-Sapete cose c'è?- chiedo a tutti.
-Me ne vado, ho di meglio da fare- e vado via, chiudendomi la porta alle spalle.

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