Un giorno, a Melbourne...

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Pan Pacific Hotel Melbourne, 25 Maggio




Alice

"Vieni qui" mi tende la mano, invitandomi a sedermi sulle sue gambe ed io mi ci accomodo in un nanosecondo, cingendogli le spalle con il braccio destro.

"Che fai? Stai ancora lavorando alle relazioni del Congresso?"

"No, stavo guardando una cosa."

"Cosa?"

"È da qualche giorno che ci penso e non sapevo se parlartene adesso o se farti una sorpresa una volta tornati a Roma, ma ho deciso di dirtelo perchè credo sia il caso di parlarne prima insieme." Annuncia solennemente e quando sono sul punto di chiedergli a cosa si riferisca, schiaccia il tasto Invio del suo portatile mostrandomi la videata che stava guardando e lasciandomi letteralmente a bocca aperta.

"È quello che penso io?"

Annuisce. "È solo un'idea ma... sì, mi piacerebbe prendere una casa nuova, tutta nostra. Che ne pensi? Ti piace?"

"È bellissima." Rispondo di getto e vedo i suoi occhi illuminarsi.

E lo è davvero. Il Colosseo è così vicino che sembra lo si possa toccare con mano, il salone è un open-space enorme e luminosissimo e anche le altre stanze sembrano molto grandi. In poche parole, sembra la casa delle favole.

"Però Claudio, sei sicuro che possiamo permettercela? Mi sembra un po' troppo lussuosa... io non ho bisogno di grandi cose, lo sai. A me basta vivere con te. Possiamo anche rimanere nel tuo appartamento, che adesso è il nostro."

"È proprio questo il punto, Alice. Casa mia esisteva già prima di te, di noi. Io vorrei un posto che sia soltanto..."

"Nostro" lo interrompo "L'ho capito. Anche a me piacerebbe tantissimo." Gli confesso, facendo scontrare i nostri nasi.

"E allora non preoccuparti, la casa possiamo tranquillamente permettercela. Altrimenti perchè mostrartela? Per fartici innamorare e poi dirti mi dispiace tanto amore, ma non è alla nostra portata?" Mi canzona con la sua solita sfrontatezza ma stavolta devo ammettere che ha ragione, conoscendolo avrei dovuto pensarci da sola.

"Metterò in vendita il mio appartamento" prosegue "Tra l'altro, essendo già completamente ammobiliato, non avrò grossi problemi a trovare degli acquirenti."

"Vuoi davvero arredare la casa da zero?"

"Certo. Casa nuova, mobili nuovi. Che sceglieremo insieme, ovviamente. In più, posso anche rinegoziare il mutuo che avevo acceso per l'acquisto del mio appartamento. Quindi, come vedi, non hai nulla di cui preoccuparti." Mi sorride dolcemente, sfiorandomi il naso con la punta dell'indice.

"D'accordo. Ma in banca ci andremo insieme."

"Per forza, la casa sarà di entrambi e quindi anche il mutuo dovrà essere cointestato. Anche se preferirei di gran lunga tenerti fuori da queste cose."

"Non pensarci neanche" lo redarguisco "Sono tua moglie adesso, quindi ogni cosa che faremo, la faremo insieme. Non siamo più nè io, nè tu. Siamo noi."

"Giusto. Ma un buon marito ha anche il dovere di pensare a tutto, senza dare preoccupazioni alla propria moglie. Ed io non voglio che tu ne abbia. Mai."

Mi stringo ancora di più a lui, chiudendo gli occhi poggiando la mia fronte sulla sua. "Non lo capirò mai." Sussurro ad un passo dalle sue labbra.

"Cosa?" Domanda ed io riapro gli occhi, restando sempre incollata a lui.

"Cos'ho fatto di tanto bello nella vita per meritare di averti al mio fianco."

Connessi indissolubilmente Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora