Rivelazioni

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Marco

Era lì dietro quella porta,dopo tutto questo tempo l'avevo trovata. Colei che mi aveva portato via tutto, il mio regno, mio padre. Entrai e la vidi affacciata alla finestra-Ciao sorellina- si girò per vedere chi fosse entrato e vidi dipingersi sul suo volto un espressione di puro stordimento-A...Alex-balbettò incredula e avvicinandosi a me. Non risposi, così da torturarla ancora per un pò, mi avvicinai a lei, tirandole dietro l'orecchio una ciocca di capelli-No, Dalia sono Marco.. ti ricordi di me?- chiesi e vidi la sua espressione cambiare in un mix di paura e rabbia.-T..Tu- balbettò di nuovo. -Co..cosa vuoi da me?- chiese indietregginado, mentre io avanzai tenendo lo sguardo fisso su di lei. -Non voglio farti del male non preoccuparti, ma credo si ora che tu sappia la verità-un ghigno si dipense sul mio volto e la vidi ancora più confusa- Non dirmi che non ti sei mai chiesta chi fosse veramente tuo padre? o da chi derivassero i tuoi poteri? Come sei ingenua sorellina-risi. Lei camminò all'indietro fino ad incorciare il muro alle sue spalle-Io non sono tua sorella- urlò, come era patetica - Si che lo sei, Tu sei mia sorella, abbiamo lo stesso padre Dalia. Tu sei la figlia di Lucifero e Jeliel due angeli sovrani di questo posto. Quando vennero cacciati dal paradiso volevano vendetta, così mio padre e jeliel si unirono con una Nephilim per creare qulacuno di speciale,qualcuno con poteri mai visti prima . E sei nata tu ,per l'appunto, solo che c'ero gia io qui e ora mi riprenderò ciò che è mio di diritto-la guardai con un ghigno divertito dipinto sul volto, -io...io non capisco- balbettò -Tu hai rubato il mio trono, quel posto doveva essere mio,MIO e di nessun'altro e non ti permetteró di rubarmelo. Avrei dovuto ucciderti subito, ma la vendetta è un piatto che va servito freddo e preditato nei dettagli.Mio padre dovrà vederti salire su quel trono con me credere che tutto vada secondo i suoi piani e solo allora vedrà il suo piccolo mondo crollare sotto di me.-dissi caricando queste parole con quanta piú rabbia ero capace.
Dalia
Tu sei mia sorella
Sei la figlia di Lucifero
Queste frasi continuavano a ronzarmi in testa in turbine di emozioni che non accennava a fermarsi. Davanti a me c'era Alex ma non era veramente lui, era il ragazzo del mio sogno riconoscevo i suo occhi neri come l'oblio, non erano gli occhi azzurri e bellissimi del mio Alex. Mio Alex, non era piú mio ormai e forse non lo sarà mai piú, ma una parte di me lo amerà per sempre. Era successo tutto cosí in fretta da non rendermene nemmeno conto. Marco se ne era appena andato, lasciandomi confusa e impaurita in quella stanza illuminata solo da quella debole luce giallastra che penetrava dalla finestra socchiusa. Ero sdraiata a terra con la schiena contro il muro, il mio cuore che batteva all'impanzata dalla paura senza accennare a smettere, ora cosa potevo fare, non avevo idea di come fossi arrivata li ne di come andarmene, ero sola, senza Killian, senza Alex , senza nessuno. Una lacrima calda scese lenta lungo il mio viso seguita da altre che non accennavano a voler smettere. In poco tempo mi ritrovai a singhiozzare. Il tempo passava senza che me ne rendessi conto. Era passata poco piú di un ora quando vidi la porta riaprirsi -È ora sorellina- a sentire quelle parole il mio cuore si fermò del tutto preso dalla paura, lo vidi avvicinarsi con un ghigno stampato in faccia e poi piú nulla solo buio.
Killian
Sentii un grido provenire dalla camera da letto,Dalia.., corsi in camera e vidi Dalia volare via dal balcone retta da un animale che sembrava essere un enorme aquila-Dalia- gridai  correndo verso di lei, ma ormai era troppo tardi. Mi appoggiai alla ringhiera del balcone comoletamente inutile di aiutarla, potevo solo guardarla allontanarsi da me per andare chissà dove. Tirai un pugno contro il muro dietro di me tanta era la rabbia che andava crescendo. Rientrai di corsa deciso a cercarla ovunque fosse, presi il giubbotto e aprii la porta per uscire e davanti trovarei una donna, con gli occhi rossi per il pianto e visibilmente sconvolta -Ciao Killian-...-Loren-sussurrai incredulo, scostandomi dalla porta per lasciarla entrare, -Ma che ci fai qui? E dove sei stata? Dalia...- iniziai la mia raffica di domande, ma appena pronunciai il suo nome non riuscii piú a parlare. -Si so di Dalia Killian- disse Loren interrompendo il silenzio imbarazzante creatosi -Io so dove si trova ma prima devi sapere una cosa-.
Flashback
-Angelique vieni presto guarda- gridai facendole segno di raggiurmemi -Loren che succede?- mi raggiunse, guardandomi con occhi preoccupati -Non è bellissimo- dissi indicando un ragazzo al di sotto dello strapiombo a cui ero affacciata -Loren non sai nemmeno come si chiama ed è un mortale- disse Angelique sorridendomi dolcemente e con compassione -Lo so- le dissi con occhi tristi. -Dai ora andiamo Loren i Guardiani ci stanno aspettando- annui, lanciando un ultimo sguardo al ragazzo misterioso prima di seguirli. Io e Angelique eravamo due Nephilim, entrambe orfane, accolte dai Guardiani che ci avevano cresciuto per 17 anni, prima che un errore rovinò le nostre vite per sempre.
Per fortuna nessuno aveva notato la nostra assenza, cosí ci diriggemmo nella nostra stanza. -Ho un idea perchè non proviamo a fare un incantesimo?- dissi eccitata ad Angelique - Ma sei impazzita ci è proibito usare i nostri poteri- sussurrò per non farsi sentire -Eddai Angelique non lo verranno mai a sapere-le dissi porgendole il libro che avevamo rubato dall'enorme biblioteca della casa - Eh va bene-disse rassegata, sedendosi difronte a me. Le porsi le mani e chiudemmo gli occhi cominciando a recitare l'incantesimo. Quando riaprimmo gli occhi non era successo nulla -Avremmo sbagliato qualcosa secondo te?- le chiesi lasciandole le mani. Angelique fece per rispondere, ma la voce per quanto si sforzasse non usciva. In poco tempo era stesa a terra scossa da delle convulsioni e i suoi occhi erano bianchi e vuoti - ANGELIQUE..ANGELIQUE COS'HAI? AIUTOO- gridai mentre tirai il suo corpo sulle mie gambe ancora tremante. Iniziai a piangere- Cosa ti ho fatto-dissi tra i singhiozzi che scuotevano il mio corpo senza tregua. In quell'istante la porta si spalancò ed Herick, il figlio di uno dei guardini,Adrian, entrò nella stanza correndo verso di noi - Loren che cosa hai fatto?- chiese preoccupato prendendo Angelique tra le sue braccia. -Dobbiamo portarla dai Guardiani-annuii senza dire una parola, seguendolo fuori dalla stanza.
Aspettai ore fuori dalla quella stanza in cui l' avevano portata, e non smisi un solo secondo di piangere, mai mi sarei personata se le fosse successo qualcosa. Quando vidi la porta aprirsi scattai in piedi -Allora?- chiesi ad Herick - Come sta? Si riprenderà?-  lo guardai implorandolo con lo sguardo, ma quello che lessi nei suoi occhi non era quello che mi aspettavo. Portai una mano alla bocca per soffocare un urlo e mi gettai sulla piccola sedia dietro di me. -Lei...lei non può...ti prego dimmi che non è morta- lo supplicai tra le lacrime che intanto avevano ripreso a scorrere calde sul mio viso. Herick si inginocchiò davanti a me prendomi le mani -Loren l'incantesimo che avete praticato era magia nera e voi non eravate addestrate per maneggiarla.- spiegò con quanta piú calma poté, ma si vedeva che anche lui era sconvolto quanto me- Angelique non è morta...- disse e sentii per un attimo la tensione allentarsi, ma qualcosa mi diceva che non era finita -Ma è una sperduta ora Loren, la magia nera è entrata in lei infettando il suo cuore- continuò la frase abbassando lo sguardo -Nooo- gridai disperata - Perchè lei e non me ?- Herick riportò lo sguardo su di me, era carico di preoccupazione e paura - Perchè lei era piú debole e te Loren sei "protetta"- disse accentuando quell'ultima parola. Lo guardai confusa- Protetta?- lui annui, non riusciendo' a terminare la frase poichè Adrian uscì da quella stessa porta, dirigendosi verso di noi. -E' ora Loren per te di andare incontro al tuo destino-la sua voce non era più la stessa. Adrian era sempre stato il  più gentile tra tutti loro, forse l'unico che mi abbia mai trattato come una persona normale, la sua voce era gentile e dolce, mentre ora era fredda, priva di espressione, così come i suoi occhi, ora fissi nei miei. Spostai lo sguardo da Herick ad Adrian, ancora più confusa -Quale destino? Ma di cosa state parlando?- mi alzai dalla sedia, passando una mano tra i miei capelli, facendo avanti e indietro per il corridoio - Allora volete darmi una risposta?- urlai, allargando le braccia lungo il mio corpo e fissandoli implorandoli di rispondermi. -Loren tua madre ti ha affidato a noi quando eri piccola. Tu hai uno scopo in questa vita dare al mondo una figlia, nata dall'unione di due Angeli con cui tua madre,Helen, fece un patto tanti anni fa. Non puoi piú restare con noi Loren, hai trasgredito le regole, Angelique è quasi morta e domani compirai 18 anni- per un attimo mi sembrò di vedere il suo sguardo addolcirsi e chiedere scusa, prima di ritornare freddo e distante. Distolsi lo sguardo da lui, riposandolo su Herick -Tu lo sapevi e non mi hai detto nulla in tutti questi anni? Ora non dici niente? Lasci che mi portino via cosí?-  abbassò lo sguardo e volse la testa im direzione opposta alla mia -Mi dispiace Loren- fu tutto cio che disse prima di voltarsi del tutto e andarsene, lasciandomi da sola in quel freddo corridoio un tempo tanto familiare, ora cosí estraneo. Guardai un ultima volta Adrian prima di andarmene.
Presi tutto ciò che avevo nella mia camera, non era molto  ma era tutta la mia infanzia. Misi tutto in una valigia rossa ,diedi un'ultimo sguardo a quella piccola stanza con le pareti bianchi, prima di lasciarla per sempre.
-Sei pronta?- gli occhi di Adrian erano tornati quelli di sempre, dolci e comprensivi, lo guardai accennando un piccolo sorriso e annuii consegnandogli  la mia valigia. -Mi dispiace Loren- lo guardai sorridendo ancora, non riuscivo a parlare per via delle lacrime che si erano formate alla base dei miei occhi e che minacciavano di scendere.  Lo abbracciai, lasciando che quelle lacrime intraprendessero il loro corso sul mio viso, lui ricambiò la mia stretta senza dire una parola. Mi voltai entrando in quella macchina parcheggiata difronte all'edificio, i finesteini oscurati, assolutamente nuova di zecca.
Chiusi la portiera alle mie spalle, difronte a me c'erano due figure che non riuscivo a distinguere, sentii la paura nascere dentro di me e attanagliare il mio cuore, rendendomi impossibile respirare. -Ciao Loren- disse una delle due ombre rivelandosi a me - Noi siamo il tuo destino- indicò se stessa e l'ombra seduta accanto a lui, che si rivelò in quell'istante. Li guardai restando a bocca aperta erano due ragazzi bellissimi, come ci si aspetterebbe fosse un vero angelo, ma la cosa che piú mi sconvolse e che sapevo esattamente chi fossero. -Lucifero...Jeliel- sussurrai.
Fine flashback
-Ora lo sai- mi rivolsi a Killian evitando il suo sguardo -Ora sai chi è Dalia in realtà.

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