la bolla

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Mi chiamo Josh e ho dieci anni.

Mio padre è finito in carcere e non lo vedo più da un anno. Ma mia madre continua ad uscire la sera e rientra tardissimo. Lo so perché la aspetto sempre sveglio sperando che lei mi venga a salutare, ma non lo fa mai. Forse pensa che sto dormendo, forse mi ignora.
Mi piace andare a scuola, non so se per il gusto di imparare cose nuove, oppure semplicemente per allontanarmi un po' da casa.
Però sono un po' più bassino e rotondo dei miei compagni.
E mi trovo bene da solo. Non voglio degli amici.
Oggi mentre la maestra stava spiegando i bambini continuavano a lanciarmi palline di carta utilizzando cerbottane improvvisate. "Non fa niente" mi dico, "vogliono solo giocare con me".
Quasi mi diverto.
Durante la ricreazione, mi sono messo a disegnare in un angolo della classe e i miei compagni hanno inventato un nuovo gioco. Fanno a gara a chi riesce a sputarmi addosso da più lontano.
Si divertono tantissimo, così alzo lo sguardo e rivolgo loro un sorriso. Allora loro ridono ancora più forte e io mi sento così importante. "Hanno riso con me!"
Con questo pensiero ritorno allegramente a casa.
Ora so che niente può far scoppiare quella bolla luminosa di entusiasmo che mi si è gonfiata nel petto.
Vado dal mio fratellino che ora ha cinque anni, con un sorriso enorme gli dico che voglio giocare con lui. Lui me lo chiede sempre. Così inizio a tirargli addosso tutte le macchinine che ho, come fanno i miei compagni con me, e rido.
Ma lui non si diverte.
Anzi scoppia a piangere, "perché non si diverte, cosa ho sbagliato?"
La bolla stava iniziando a sgonfiarsi.

Il MIO NOME È JOSHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora