Mi chiamo Josh e ho tredici anni.
Mio padre finalmente è uscito dal carcere e dice di essersi pentito di ciò che ha fatto, anche se nessuno mi ha mai detto cosa effettivamente abbia fatto.
Dice anche che vuole bene a me e mio fratello, e ama mia madre.
Io non vado più tanto bene a scuola, non voglio continuare ad essere preso in giro. Ho capito tardi che quei bambini non volevano giocare con me, cercavano solo un modo per deridere la mia ingenuità.
Ora sono cresciuto e non posso più permettere di farmi mettere i piedi in testa. Purtroppo il mio corpo non aiuta, negli ultimi mesi sono cresciuto tantissimo, ora sono molto più alto dei miei coetanei e ho il volto invaso dall'acne. Inoltre non voglio più mangiare, di certo non il cibo che cucina mia madre, ora che ho capito cosa fa quando si allontana di notte.
Aveva ragione mio padre, lei fa davvero schifo. Ma nonostante tutto lui la ama e la picchia tutti i giorni per dimostrarle il suo amore. Picchia anche me, dice che lo fa quando sbaglio qualcosa così posso capire di aver sbagliato.
Non mi da fastidio, lo fa solo per migliorarmi.
Non mi da fastidio. Fa male, ma non mi da fastidio.
Così ho iniziato a picchiare anche io il mio fratellino, gli dico che non deve studiare perché lo prendono in giro, ma lui non mi vuole ascoltare.
Allora io continuo a picchiarlo ancora più forte, forse ora capisce.
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Il MIO NOME È JOSH
Romance" [...] Beatrice mi interrompe >. mi stringe più forte la mano e mi dice in tono dolce, gli occhi traboccanti di lacrime: > "