la ragazza

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Mi chiamo Josh e ho sedici anni.

È passato un mese dalla scomparsa di mio padre. A quanto pare si è gettato in un fiume per salvare una sconosciuta che stava annegando, o almeno è quello che mi è stato detto. Inoltre mia mamma raccontava che si fosse pentito, alla fine.
Troppo facile.
Ma tanto io non credo affatto a questa storia, sembra sia stata raccontata dallo sceneggiatore di un film. Però, più che altro, non credo più a niente di ciò che coinvolge mio padre, non so più che persona fosse.
Per quanto mi riguarda, senza troppi problemi può essere andato a sbattere da solo su un guardrail dell'autostrada, dopo una delle tante serate a base di alcolici e fumo.
Di certo era ancora giovane per morire, ma almeno, l'unica sicurezza che ho è che ha amato mia madre, fino all'ultimo giorno ha continuato a picchiarla e lei ha fatto lo stesso con lui.
"Eppure perché mi sento così in colpa?"
Forse ho desiderato per anni che morisse, e ora che è successo è come se fossi stato io ad ucciderlo, ma non ho mai voluto. Non ho mai davvero voluto che lui se ne andasse.
I sensi di colpa iniziano a sopraffarmi, è troppo, ho bisogno di distrarmi.
Perciò è un po' di tempo che iniziato ad andare in palestra. I risultati si iniziano a vedere già da subito e in più mi sto lasciando crescere i capelli.
Ora le ragazze mi hanno iniziato a notare e i ragazzi mi guardano con timore.
Ho persino trovato due amici, io che sono sempre stato un solitario.
Li ho conosciuti in palestra, sono loro che mi hanno procurato gli steroidi adatti per cambiare il mio fisico così velocemente.
La mia vita sta procedendo in un modo del tutto inaspettato.
Ha raggiunto il culmine della bizzarria quando, qualche giorno fa una ragazza ha fatto una cosa che non ho capito.
Premetto col dire che stava piovendo e mi ero dimenticato l'ombrello a casa.
L'ho vista arrivare da lontano e si è avvicinata. Mi ha guardato un attimo, mi ha sorriso e ha condiviso il suo ombrello con me.
Senza una parola mi ha accompagnato fino a casa. Nel momento in cui se ne doveva andare, l'ho guardata negli occhi, così grandi, per un attimo sembrava luccicassero, e le mie labbra hanno fatto una cosa che mai avrebbero pensato di fare prima d'ora.
Le sorrisero.
Era un sorriso sincero, non come quelli che ero obbligato sfoggiare nelle fotografie.
Da quel giorno inizio a notare che quella ragazza mi guarda sempre a scuola.
Così oggi decido di fare una cosa per lei. Durante la ricreazione mi assicuro che mi stia guardando e inizio a pestare un ragazzo più grande, senza nemmeno l'aiuto dei miei amici, era una cosa tra me e lei.
Però non appena incrocio il suo sguardo, non leggo più quell'ammirazione che vi avevo precedentemente scorto, anzi non mi sta nemmeno più guardando.
È scoppiata a piangere. E ora è corsa in bagno mentre le sue amiche si precipitano a raggiungerla.
"Perché piange, cosa le ho fatto?"
Sono tormentato da quel pensiero per giorni, finché, mentre sono inginocchiato alla tomba di mio padre, realizzo.
Vendendo inciso il suo nome sulla lapide, mi ricordo di quanto mio padre amava mia madre e quanto lei apprezzasse lui. Mio padre per dimostrare il suo amore la picchiava.
Così mi sono detto che ha iniziato a piangere perché era gelosa, credeva che io non fossi interessato a lei.
Pertanto, affinché possa capire che mi interessa, ho iniziato a picchiarla.

Il MIO NOME È JOSHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora