(1)

670 36 26
                                    

Wooyoung

Stavo correndo come un pazzo, cercando di non inciampare o di non scontrarmi con nessuno. In quel momento non ci sarebbe proprio voluto mettermi a litigare con qualcuno, soprattutto perchè era primo mattino. Ed il mio cervello non riusciva a mantenere la bocca chiusa di primo mattino.

Mi beccai qualche imprecazione ma me ne fregai, cercando di evitare il mio lato bollente che sarebbe potuto uscire fuori da un momento all'altro: in quel momento non mi avrebbe portato davvero da nessuna parte.

Aumentai la corsa e iniziai a respirare con la bocca, cercando di non strozzarmi nemmeno con la mia stessa saliva. Avevo il fiato corto e sentivo il cuore battere all'impazzata nel mio petto mentre continuavo a correre come se non ci fosse un domani.

Scesi le ultime scale e finalmente mi ritrovai nell'area che avevo come meta da quando mi ero svegliato quella stessa mattina. Anche in quei corridoi continuai a correre, non facendo cadere i libri a terra, fino a quando non giunsi davanti alla classe che avevo quella mattina in prima ora. Presi fiato e mi chinai su me stesso, afferrandomi le ginocchia e cercando di riprendere a respirare normalmente.

«Jung ci vuole degnare della sua presenza o...?»mi chiese il mio insegnante, io alzai la testa di scatto dopo aver riconosciuto la sua voce e incrociai immediatamente il suo sguardo. Guardai dietro di lui, che ora si trovava sull'uscio della porta, e poi deglutii rumorosamente.

Tutti i miei compagni erano seduti con le loro divise nere, rosse e oro e ora mi stavano fissando. Dall'altro lato della classe riuscivo benissimo a vedere i ragazzi dell'altra casata, notevoli grazie al colore dei loro vestiti: giallo e bronzo.

«Mi scusi professor Lumacorno.»dissi chinando il capo di poco per rialzarlo l'attimo dopo, lo vidi stringere la bocca in una linea sottile e poi sospirare, girandosi e entrando di nuovo in classe. Io tirai un respiro di sollievo prima di seguirlo all'interno e andandomi a sedere vicino ad alcuni ragazzi appartenenti alla mia casata.

Come mio padre ero un fiero Grifondoro. Era stato un momento pieno di ansia, quello della scelta della casa, dato che il Cappello Parlante aveva esitato e quasi avevo rischiato di finire tra i Serpeverde, ma alla fine ero riuscito a capitare in quella che volevo io. Ero l'orgoglio del mio papà, fin da quando ero un bambino, non vedeva l'ora di vedermi montare su una scopa e di essere autorizzato a fare incantesimi.

Avrei voluto tanto farglielo vedere ora che ne ero in grado. Ma non avrei mai potuto. Non avrebbe mai saputo che il suo unico figlio era un Grifondoro proprio come lui.

Presi i libri e iniziai a sfogliare le pagine del manuale, guardandomi attorno per cercare di capire che argomento stavamo svolgendo in quel momento e cosa avrei dovuto prendere per quella lezione.

«Che pagina siamo?»chiesi cercando con gli occhi qualcuno che mi potesse dare una risposta, non volevo chiederlo all'insegnante per paura che mi inveisse contro: non solo facevo ritardo alla sua lezione ma rimanevo anche indietro.

«Duecentosettantasei.»mi rispose uno dei Tassorosso più vicini, mi voltai e riuscii subito a riconoscere di chi si trattasse.

«Grazie Mingi.»gli dissi allora e quest'ultimo mi sorrise, prima di tornare alla sua pozione, cercando di farsi aiutare dal suo compagno di banco.

«Bene, come già detto la pozione che spiegherò oggi è il distillato della morte vivente, qualcuno sa dirmi di cosa si tratta?»iniziò a dire l'insegnante, attirando la nostra attenzione proprio nel momento in cui lessi il titolo del capitolo che stavamo trattando. Il compagno di Mingi alzò la mano e immediatamente Lumacorno sorrise, indicandolo per fargli capire che poteva rispondere.

Fireworks[C.S.ㄨJ.W.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora