a pirra

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Quis multa gracilis te puer in rosa
perfusus liquidis urget odoribus
grato, Pyrrha, sub antro?cui flavam religas comam,

simplex munditiis? Heu quotiens fidem
mutatosque deos flebit et aspera
nigris aequora ventis
emirabitur insolens,

qui nunc te fruitur credulus aurea,
qui semper vacuam, semper amabilem
sperat, nescius aurae
fallacis. Miseri, quibus

intemptata nites: me tabula sacer
votiva paries indicat uvida
suspendisse potenti
vestimenta maris deo.

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quale ragazzo gracile tra ghirlande
di rose, cosparso di profumi liquidi,
ti stringe sotto la grotta grata, pirra?
a chi annodi la bionda chioma,

tu, semplice nell'eleganza? ahi,
quanto rimpiangerà la fiducia
e i mutati dei e ammirerà le acque
aspre per i venti neri lui insolente,

che ora ingenuo si rallegra di te, aurea,
che sempre ti spera libera e amabile,
ignaro dell'aura fallace.
Infelici, (quelli) ai quali

brilli intentata. la sacra parete
con la tavola votiva giudica che
io abbia offerto al potente dio
del mare umidi vesti.

«carmina» orazioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora