𝒁𝒊𝒂 𝑬𝒗𝒆𝒍𝒚𝒏♡︎

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Arrivata alla fermata, scendo dal treno e mi inoltro nell'enorme stazione. Mi guardo in torno alla ricerca di mia zia Evelyn, la cerco con lo sguardo e nel frattempo mi soffermo ad osservare anche la gente che mi circonda.
Ho sempre amato osservare le persone, i particolari dei loro volti oppure i loro anche più semplici movimenti, sono sempre stata una grande osservatrice, noto  sempre quel dettaglio irrilevante che a molti sfugge ma che quasi sempre è essenziale.

Cammino fin quando i miei occhi non incontrano un paio di occhi nocciola così simili ai miei, li riconosco subito, così dopo aver aumentato la presa sul mio baule, inizio a comminare sempre più veloce fino ad arrivare di fronte a lei, mia zia, colei che mi ha sempre sostenuto, colei a cui voglio un mondo di bene, colei che nonostante la distanza trova sempre un momento seppur a volte minimo per mandarmi una lettera.

Mi fiondo quasi subito fra le sue braccia, lei mi stringe forte quasi come se non mi volesse più  lasciar andare. Dopo almeno due minuti sciogliamo quell'abbraccio meraviglioso ed insieme ci incamminiamo verso l'uscita della stazione.
Una volta arrivate in macchina, ci inoltriamo nelle caotiche strade di Londra, mia città natale.
Dopo almeno mezz'ora  arriviamo a casa.
Varcata la porta,ad accogliermi c'è  Bordoux, il cagnolone di mia zia. Inzia subito a saltarmi addosso e a giocare insieme a me. Fino a quando..

Evelyn: Bordoux scendi giù, lascia stare Caltha. Tesoro seguimi ti mostro la tua stanza.
Caltha:Certo zia, arrivo subito.

Salgo le scale e subito dopo a destra trovo quella che sarà la mia camera per la notte, ebbene si, domani mattina si parte per Hogwarts.

Sono abbastanza preoccupata data la mia esperienza nella vecchia scuola, i ricordi mi assalgono nuovamente, ma li scaccio via.

Questa è la mia occasione e non me la lascerò sfuggire dalle mani.
Sistemo il baule nell'angolo della stanza e subito dopo scendo per aiutare mia zia a preparare la cena.
Apparecchio e una volta pronto iniziamo  a mangiare.

Evelyn:Cara, perché hai voluto cambiare scuola? Amavi così tanto Bouxbatons.

Catlah:Non tutto ciò che si vede è come sembra, la gente parla e non da peso a ciò che dice, parla non sapendo che le parole sono come coltelli che se usate nel modo sbagliato possono trafiggerti e causare ferite profonde che possono essere ricucite solo con il tempo e molta pazienza.

Evelyn:Catlah cosa stai dicendo non ti capisco.

Catlah:Zia, scusa possiamo parlarne un'altra volta, fa troppo male per affrontarlo così, sopratutto adesso che le ferite sono ancora aperte.

Lei annuisce e io le rivolgo un sorriso.
Così mi alzo ripongo il mio piatto nel lavandino, saluto la zia dandole un bacio sulla guangia e salgo in camera. Arrivata scosto le coperte e mi distendo nel letto.

Ah, il letto il luogo dove regnano i sogni ma anche il luogo che accoglie le sofferenze, i dubbi, le incertezze e i pianti.
Quante cose passano i letti, oggetti inanimati che però a differenza delle persone ci sono sempre. Nonostante i dubbi che mi affliggevano pensando a quello che sarebbe accaduto l'indomani, riesco ad addormentarmi ed abbandormi ad un meritato sonno.

𝑬𝒈𝒐 𝒔𝒖𝒎 𝒒𝒖𝒊 𝒔𝒖𝒎| 𝑹𝒆𝒎𝒖𝒔 𝑳𝒖𝒑𝒊𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora