3. Charlotte

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Per fortuna la giornata passa in fretta e mi rendo conto di non aver seguito nemmeno un secondo di nessuna delle lezioni...ero troppo occupato a guardare lei.
Al suono della campanella sono già tutti pronti e fanno a botte per uscire, ma non lei. Lei invece, con tutta la calma e serenità possibile, chiude il suo diario e lo ripone nello zaino insieme all'astuccio colorato; si prepara trattenendo il suo libro sul banco, lo prende mettendosi lo zaino in spalla e dirigendosi alla porta della classe.
<<Charlotte...>> le parole mi escono dalla bocca senza volerlo...CHE DIAVOLO MI SALTA IN MENTE!?
Si ferma e si gira a guardarmi, in silenzio, con un sorriso sulle labbra.
Cerco di recuperare <<...Charlotte...vero? >> le sorrido cercando di mantenere la calma...ma aspetta un secondo...mi guardo intorno per un'istante...SIAMO SOLI?!
Ride in modo tanto dolce da farmi arrossire <<Già, è il mio nome, e tu come ti chiami? >>
<<...M-Michel...mi chiamo così..>> rispondo imbarazzato.

<<Ciao M-Michael>> ride e mi guarda bene <<..aspetta ma tu non sei il ragazzo che mi è venuto addosso prima?>> mi scruta con uno sguardo sorpreso e divertito.

..Oh no  <<..si e...mi dispiace tantissimo davvero, non volevo, ero distratto e->> blatero velocemente delle scuse stupide ma mi interrompe con una risata dolce << Sta tranquillo, è tutto ok>> ride per poi proseguire <<Come mai sei qui e non con gli altri?>> mi guarda con leggera curiosità.

<<...ehm...io non sono molto amico di quegli idioti...quindi...>>.
A quelle parole il suo sorriso si ingrandisce <<Allora sei un superstite anche tu>> commenta sorridendo.
<...cosa?>>
<<Un superstite! >> ribadisce con un sorriso.
<<...credo di non capire>> la guardo piuttosto confuso.
<<Vedi, ecco, è una metafora che ho inventato io>> sorride <<un superstite è una persona della nostra generazione che è sopravvissuta alla regressione generale della società ed è rimasta matura, intelligente e ben pensante come le vecchie generazioni. Un superstite!>> ride in modo dolce.
<<..Ohh>> rido anch'io <<beh, in realtà non lo so, credo di si?>> continuo a ridere mentre la osservo.
È incredibile ciò che si è creato in pochi minuti di conversazione. È come se le nostre risate si unissero riecheggiando nella stanza e i nostri sguardi si attraessero in maniera magnetica.
<<Beh, io ne sono più che certa>> ride <<Comunque ora è meglio che io torni a casa, ci vediamo domani allora, sarà bello poter vedere una faccia non completamente estranea>> detto ciò si dirige nuovamente alla porta con un sorriso.
<<...ti andrebbe di uscire insieme?>> ancora una volta gli impulsi hanno la meglio sulla ragione.
Si ferma di nuovo e mi guarda sorpresa <<...ehm...>> ride <<non lo so, devo organizzarmi con i compiti e lo studio, ma ti farò sapere>> mi sorride.
<<...e se studiassimo insieme questo pomeriggio?>> azzardo a proporre.
Ride sorpresa dalla richiesta ma non risponde <<A domani M-Michael>> continua a ridere ed esce dalla classe.
Rimango colpito dalla sua reazione e in pochi secondi mi precipito alla porta per guardarla ancora: ha riaperto il suo libro e scende le scale distratta dalla composizione armoniosa delle frasi del paragrafo; solo ora mi rendo conto di quanto, quel vestito che indossa, possa mettere tano in risalto una ragazza così semplice e renderla ancora più bella.
Aspetto che si allontani dalla fine delle scale ed esco anch'io con enfasi, così tanta che i professori, rimasti nel corridoio tra le classi e le scale, mi osservano sbigottiti come se fossi un enorme e orribile mostro.
Esco dalla scuola e parte il tragitto scuola-casa; ho troppe cose a cui pensare, c'è troppa confusione nella mia testa in questo momento, devo correre in camera mia.
Tra una corsa verso casa, un salto all'altro per le scale (per poco non cadevo) arrivo in camera mia.
Prendo il mio diario e la penna, pronto ad annotarmi tutto ciò che è successo oggi, quando vengo puntualmente distratto da una notifica del mio telefono. Conosco questa suoneria!
Afferro il telefono e non rimango sorpreso quando vedo una notifica di Margaret:
- Ciaooo, com'è andata a scuola?
Il messaggio è accompagnato da un cuore e da diversi dei suoi stiker estremamente carini che manifestano il suo travolgente e contagioso entusiasmo per qualsiasi cosa.
Vorrei dirle di Charlotte, infondo è come una sorella per me, ma ho comunque paura che si ingelosisca quindi preferisco tacerle di oggi per ora e limitarmi a risponderle con un semplice:
- Heyy, bene a tee?
Le riempio la memoria di cuori e cose stupide e spengo il telefono tornando al mio diario e iniziando a scrivere; solitamente non vedo l'ora di tornare a casa e passare la giornata a scriverle, ma oggi ho altri progetti, la mia mente è troppo occupata per pensare anche a lei.
Vengo interrotto di nuovo da un'altra notifica ma stavolta non è lei. Riaccendo il telefono e vedo che è Phoebe...ma perché le persone mi scrivono proprio ora?
Rispondo velocemente anche a lei e, dopo un'accurata riflessione, decido di chiamarla e raccontarle cos'è successo iniziando a parlarle di Charlotte.
Inizio il discorso descrivendole dettagliatamente il sogno di stanotte, anche se lo conosceva già ma in modo superficiale, e poi passo a descrivere la giornata di oggi.
Le parlo di quando l'ho vista entrare in classe, soffermandomi sul momento in cui i nostri sguardi si sono incontrati; inizio ad elencare i vari indumenti che aveva addosso, tutti i suoi movimenti che non ho mai smesso di osservare, tutti i suoi sorrisi, le risate e anche qualche sguardo confuso; parlo di tutti i suoi interventi durante le lezioni e di quanto sia intelligente; nomino anche quella sua metafora sui superstiti e continuo a glorificare ogni suo minimo particolare.
Dopo circa un'ora di elogi alla mia amata, Phoebe ammette di non sopportarmi più.

<<Quindi cos'hai intenzione di fare?>> mi chiede lei esasperata.

<<...cioè?>> domando io perplesso.

<<Che hai intenzione di fare? Con lei? Con la tua amatissima Charlotte >> ride leggermente sarcastica.

<<...non ho intensione di fare nulla, perché? Dovrei fare qualcosa?>>.

A quelle parole sussegue un silenzio che dura un paio di minuti.

<<...Phoebe sei ancora lì?>> il silenzio viene interrotto, dopo un altro minuto, da un suo sospiro.

<<...io giuro che un giorno, prima o poi, ti uccido >> sospira lei rassegnata.

Alla pronuncia di quella frase sfoggio uno dei miei più fieri sorrisi, ma riesco a rimanere serio per poco quando la risata prende il sopravvento.

<<Ora è meglio che vada, devo studiare per domani, a stasera. E CERCA DI FARE QUALCOSA PER IL TUO PROBLEMA AMOROSO! >> non mi da neanche il temo di controbattere che, con un' ultima risata, chiude la chiamata.

Rido anch'io e abbandono le forze gettandomi sul letto e lasciando dare sfogo ai miei pensieri.

La ragazza con la rosa bianca nei capelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora