"Una volta mentre ero sulla barca del mio patrigno ci ho provato con la cameriera e mia madre non mi ha parlato per una settimana" dice Harry mentre mi guarda con un mezzo sorrisetto da far notare appena le sue adorabili fossette.
"Oddio, e perché?" gli chiedo curiosa mentre avvicino la tazza con dentro il cappuccino alle labbra.
"Non è al nostro livello non puoi meriti una ragazzetta da quattro soldi" dice imitando la voce della madre mentre io rimango sotto shock, evidentemente nota così tanto il mio stupore che appena finisce di ridere mi porge un sorriso dolcissimo e mi dice: "Bea sto scherzando, non mi parlò per una settimana perché ha pensato che fossi più attratto da provarci con quella ragazza, anzi che passare un weekend con lei."
"Mi ha fatto prendere un colpo!" dico ridendo e colpendolo sul braccio.
Abbiamo passato tutto quel pomeriggio così, a scherzare e a raccontarci episodi idioti che ci erano successi, ho conosciuto tante cose su Harry che non mi aspettavo minimamente. Tipo il fatto che fino all'anno scorso era in una scuola privata per soli maschi, perché nella scuola pubblica non aveva un rendimento tale da superare l'anno per le troppe 'distrazioni', chiamava così le miriadi di ragazze con cui ci provava invece di studiare. Oppure che ha i genitori separati fin da quando era piccolo, e che ha vissuto abbastanza bene la loro separazione, ora vive qui a Londra con il padre, mentre la madre per il lavoro che fa è sempre in giro per il mondo, penso che ora sia tipo in Giappone.
"E comunque ti volevo chiedere una cosa" dice guardandomi con un'aria abbastanza misteriosa, gli faccio cenno di proseguire, ma proprio mentre sta per chiedermi quella cosa misteriosa mi squilla il telefono.
"Dio, aspetta un secondo" dico rispondendo al telefono e vedendo il nome di Heisel sulla schermata. "Dimmi piccola bimba" sorrido mentre pronuncio quelle parole, odia essere chiamata così.
"Prima di tutto, piccola bimba un paio di palle" la sua solita dolcezza "secondo di tutto, e non correggermi perché qui sono io l'universitaria non tu quindi taci, dove cazzo sei? Sono le otto meno un quarto e tu non sei a casa e ti ricordo che tra un'ora e un quarto passa il tuo principe azzurro a prenderti. Sai hai un appuntamento." Appena finisce di parlare mi accorgo dell'orario e sussurro "merda" vedo sulla faccia di Harry un'espressione confusa.
"Già merda, spiegami dove sei e con chi sei, perché non credo alla cazzata che tu sei in una biblioteca a leggere." Mentre la mia migliore amica continua a parlare mi alzo velocemente e cerco di attaccare velocemente il telefono. "Heisel appena arrivo a casa ti spiego tutto, e non scegliermi i vestirti perché tanto lo sai che non li metto."
"Un giorno riuscirò a farti vestire casual te lo giuro."dice con una voce da idiota e le attacco il telefono ridendo.
"Hey che succede?" mi chiede Harry alzandosi anche lui. Merda, e ora che gli dico?
"Succede che mi sono totalmente dimenticata che alle nove ho una cena e che la mia migliore amica è già a casa mia, e... mi dispiace andarmene così ma ho preso questo impegno e non posso rimandarlo sfortunatamente..." Harry mi interrompe sorridendomi e io non capisco.
"Bea stai tranquilla, ti farai perdonare" mi sorride sistemandosi i capelli e poi porgendomi il mio cappotto con la mia borsa.
"Grazie, grazie, grazie" dico infilandomi il cappotto e prendendo la borsa per poi avvicinarmi all'uscita dello bar.
"Ah quasi dimenticavo, per farti perdonare dovresti darmi una mano in letteratura, sono un pò una frana" dice ridendo uscendo mettendosi di fronte a me.
"Assolutamente si, scusa ancora Harry" sussurro e poi mi avvicino al suo viso per lasciargli un bacio sulla guancia e appena le mie labbra vanno a contatto con la sua pelle mi sale un brivido su per la schiena che ingenuamente penso sia dovuto al freddo.

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Scars.|H.S.|
Teen Fiction'Il tuo corpo è perfetto, da piccola non hai mai giocato o cosa?' 'In che senso?' 'Non hai nemmeno un segno, una cicatrice che evidenzi la tua infanzia' 'Chi ha detto che le cicatrici sono fatte per vedersi?'