3.Piume nere

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L'afferrai e la rigirai fra le mani << Può esserci a Londra un uccello tanto grande da avere queste piume?>> Mi chiesi stranita.

Decisi che, al termine delle lezioni, l'avrei portata da Stolas insieme allo specchio. Quindi infilai entrambi nello zaino e dopo essermi preparata mi precipitai fuori casa.

Ad aspettarmi c'era Noah con la sua macchina nuova, avendo iniziato la scuola un anno dopo era già maggiorenne e di recente era riuscito a convincere i suoi a comprargliela.

<<Ciao stordita>> Mi disse scherzoso mentre abbassava il finestrino. Aveva messo fin troppo gel su quei capelli color paglia e portava degli occhiali da sole nonostante la completa mancanza di quest'ultimo. Uno stile sfacciato che lo rispecchiava pienamente.

<<Ancora con quel nomignolo?>> Dissi scocciata mentre aprivo la portiera con forza, cercando di farlo arrabbiare.

<<Non è colpa mia se sei stordita>> Mi rispose cercando di infastidirmi. <<E per favore tratta bene la mia Sally>> Continuò con fare serio.

<<Chi sarebbe questa Sally?>> Gli chiesi confusa. <<E' il nome della mia macchina>> Mi rispose ancora più serio. <<Dai un nome alla tua auto e sarei io la stordita?>> Gli risposi a mia volta.

Ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere. Era un ragazzo fastidioso ed arrogante, ma c'era sempre stato per me e gli volevo molto bene.

<<Bene Sally portaci a scuola>>Dissi scherzosa e fra una risata e l'altra raggiungemmo l'istituto.

Le lezioni erano troppo noiose e io avevo troppi pensieri per la mente per seguirle. Appoggiai il gomito al banco e la testa alla mano e con fare pensieroso mi misi a guardare fuori da quei grandi vetri che mi separavano dalla libertà.

Ripensai allo specchio, al gatto e alla piuma che avevo trovato, cercando un nesso fra questi tre elementi, quando qualcosa attirò la mia attenzione.

Una piuma nera, identica a quella che avevo trovato la stessa mattina, danzava in aria lentamente, girando su se stessa. La guardai muoversi finché non cadde a terra e poi la osservai anche da caduta. "Perchè ancora quella piuma?" pensai confusa.

Quel pensiero mi tormentò finché non uscii e raggiunsi il negozio di antiquariato.

<<Ciao Stolas>> Dissi facendo un cenno con la mano a quell'ometto indaffarato a rovistare fra la sua preziosa collezione di cianfrusaglie.

<<Ciao Lillian, cosa ti porta qui?>>Mi disse con poca attenzione, poi si illuminò e mi chiese <<Ah giusto, hai trovato la collana?>>.

<<No, la casa non c'era, però ti ho portato due cose che vorrei controllassi>> Gli risposi porgendogli i due oggetti.

Appena li vide rimase di ghiaccio, <<Lillian, dove li hai trovati?>> Mi chiese eccessivamente serio.

<<Lo specchio si trovava all'indirizzo che mi hai dato e la piuma l'ho trovata a casa mia stamattina>> Risposi tranquilla.

<<A casa tua?>> Chiese guardandomi sconvolto. <<E tu non potresti...>> Si interruppe a metà frase.

<<Non potrei cosa Stolas?>> Chiesi incuriosita dalla sua inaspettata reazione.

<<Nulla ragazza, presto sarà il momento>> Mi rispose sospirando.

<<Il momento per cosa?>> Risposi sempre più curiosa. <<Non ti seguo >> Continuai attendendo una risposta.

<<Non darci importanza>> Mi rispose mentre spostava l'attenzione su un vecchio cofanetto impolverato.

Ci soffiò su, cercando di togliere un po' del grigio che lo ricopriva e lo aprii. I suoi occhi vennero illuminati dal bagliore di un mare di pietruzze luccicanti. Rimase a guardarle per un po', spostando lo sguardo da una gemma all'altra, finché non ne prese una.

<<Dammi la mano>>Mi disse sempre più serio. Gliela porsi titubante e lui mi appoggiò la gemma sul dorso.

Sentii una scossa e la gemma si illuminò. Spaventata cercai di toglierla ma mi accorsi che era come incollata.

<<Cos'è? Perché non si toglie?>> Chiesi intimorita.

<<È una gemma di protezione, se qualcuno di sospetto dovesse cercare di avvicinarsi a te usala>> Mi disse e continuò <<Per attivarla devi premerla finché non si illumina e poi colpire il bersaglio>>.

<<Gemma di che? Colpire il bersaglio? Stolas di cosa stai parlando?>> Chiesi capendoci sempre di meno.

<<L'importante è che ti ricordi questo, ora torna a casa>> Mi disse severo.

<<Ma Stolas io...>> Barbuglia mentre mi cacciava a spintoni fuori dal negozio.

Ero sconvolta da ciò che era appena successo e guardando quella gemma luccicante mi diressi a casa.

Arrivai qualche isolato più avanti, quando un rumore proveniente dall'alto mi fece sobbalzare. Alzai lo sguardo e una folata di vento improvvisa mi fece volare i capelli ramati, vanificando l'impegno che avevo messo nel renderli lisci. Poi vidi una sagoma nera allontanarsi nel cielo e prima che me ne rendessi conto la stavo già seguendo.

La rincorsi per parecchio tempo e d'un tratto scomparve nel nulla. <<Dov'è finita?>> Sbuffai scrutando il cielo che si stava facendo sempre più scuro.

All'improvviso due mani calde e forti mi afferrarono da dietro le braccia e mi lasciarono impietrita.

<<Cosa sei?>> Sentii una voce profonda come l'oceano pronunciare queste parole.

Sentivo il calore dell'essere che si trovava a qualche millimetro da me penetrarmi nelle ossa e il suo fiato pesante accarezzarmi il collo nudo.

Per qualche secondo fui incapace di ragionare, poi tornai lucida e ripensai alle sue parole, non chi, ma "cosa sei? ".

Corna bianche, occhi neriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora