Capitolo 5

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"Promettimi che non ti allontanerai troppo."  "Pometo." Parlò il piccolo moro storpiando le parole a causa della giovane età.

"Me l'hai promesso, Peter."  Il mio bambino ha allungato la sua manina e mi ha mostrato il suo mignolo, ho allungato il mio e li ho intrecciati prima di annuire, dandogli il permesso di correre ai giochi del parco. 

Venerdì pomeriggio, ho avuto il tempo di uscire a fare una passeggiata con il mio piccolo prima di tornare a casa e inviare le foto selezionate all'editore, che si occupava di scegliere quali sarebbero andate alla rivista. 

Finora stava andando tutto bene, anche se sapevo che quel giorno avevo preso l'ultimo soppressore che Mika mi aveva dato e non avevo i soldi per comprarne di più, andava bene, è stata una buona settimana, togliendo il fatto dei primi giorni con uno calore assolutamente insopportabile, mi consideravo abbastanza stabile in quel momento da sopravvivere agli idioti che avrebbero sicuramente cominciato a darmi fastidio.

  Ho ammirato il mio bambino che camminava verso il numero di bambini, Peter era un ragazzo così socievole, anche in quanto mio figlio sembrava superarmi, a parte il fatto che lo sapevo già e che Mika mi aveva menzionato di recente, Peter aveva un odore di alpha più di chiunque altro, e non potrei esserne più orgoglioso. 

Il mio bambino sarebbe diventata una persona fantastica.  Ho sentito che qualcuno sedersi accanto a me e ho sospirato, odiavo i contatti inutili, ci sono così tante panchine nel parco.  Avevo preso il mio ultimo soppressore quel giorno, quindi non era esattamente il mio odore, o almeno così speravo. 

C'era però qualcosa di diverso, dato che eravamo in uno spazio aperto, era un po 'più difficile per me definirlo, ma ciò non ha impedito al suo delizioso aroma di entrare nelle mie narici e in meno di due secondi il mio omega gemeva di puro gusto.  Merda. 

"Cosa ci stai facendo qui?"  Riuscii a dire, volendo sembrare minaccioso come un leone, anche se un gattino, in quel momento, sarebbe sembrato più pericoloso di me.  L'ho guardato sorridere e distogliere lo sguardo, non mi sarei mai innamorato di quel bel sorriso, o del modo in cui i suoi occhi si socchiudevano o delle piccole fossette sulle sue guance.  Dio, Armin, riprenditi. 

"Oh, mi tratti male adesso?"  "No, io ..." Non mi piaceva il suo tono ironico, ma non potevo dire di odiarlo, mi ha lasciato senza parole, e il mio omega, beh, a questo punto avrebbe mi aveva completamente abbandonato. 

"Mi stai perseguitando? Ti devo qualcosa per avermi salvato quel giorno?"  "No."  Non capivo cosa volesse dire, tuttavia parlare non attirava la mia attenzione, meno quando il suo ginocchio veniva accuratamente a contatto con il mio, trasmettendomi un flusso di piacere che scorreva come uno shock in tutto il corpo. 

Volevo rimpicciolirmi, volevo allontanarmi da quel contatto ma anzi facevo le fusa a mio agio, scorgendo ancora a debita distanza il mio piccolo Peter, parlando di Dio solo sa cosa con i bambini che lo circondavano. 

"Eren, cosa ...?"  "Armin, guardami."  Non mi ci vollero più di due secondi per obbedirgli, anche se avessi voluto il contrario, desideravo ardentemente vedere quei begli occhi che non uscivano dalla mia testa, o quella bocca che mi ha rubato il bacio più bello di tutta la mia vita. 

La sua pelle, il suo viso, era davvero qui accanto a me, seduto, spazzolando e strofinando delicatamente il suo ginocchio contro il mio.  "Ti sono piaciute le rose?"  "Sì grazie."  Mi morsi e mi tirai delicatamente il labbro, quindi era vero?  Eren mi stava corteggiando?  A questo punto dovrei saltare di gioia o dirgli subito la mia situazione e metterlo da parte il prima possibile e non farmi male?  Sospirai e sentii un lato di me spezzarsi al ricordo della mia situazione, non sono materiale da favola, sono Armin Arlet, l'omega imperfetto. 

The perfect omega -Eremin-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora