"signora Natasha, ora devo andare. Per favore, qualsiasi cosa mi chiami sul cellulare." Ho cercato di non urlare troppo forte, anche se la babysitter di Peter era in cucina e io ero già sulla porta, con in mano il mio grosso treppiedi e la macchina fotografica appesa di lato.
Ogni mattina, prima di andare all'Università, dovevo dire le stesse parole alla donna, era molto carina e semplice, però avevo scoperto che nonostante non avesse più di quarant'anni, la poverina aveva un udito molto poco sviluppato, a volte le cose dovevano essere ripetute due o tre volte finché non avesse capito.
Siccome le lezioni iniziavano molto presto, non riuscivo quasi mai a trovare il mio piccolo sveglio per salutarlo, mi occupavo solo di mangiarlo di baci prima di partire ed era quando tornavo che passavamo il tempo a divertirci.
Quando ho sentito l'approvazione di Natasha, ho lasciato la mia casa e ho chiuso a chiave la porta.
"Vieni, ti aiuterò con questo."
"Eren, non è così pesante, posso metterlo da solo nel retro della macchina."
"Oppure puoi semplicemente sederti e accendere il riscaldamento, fa molto freddo, non credi?"
Ho sbuffato, obbedendo a denti stretti, gli porsi il treppiede e lui si occupò di accomodarlo nei sedili posteriori, anche mettendo la cintura in modo che non si muovesse dal suo posto.
Mi sono seduto sul sedile del passeggero e ho fatto quello che mi ha detto di fare, non mi ci è voluto molto per trovare il pulsante, e altre volte l'avevo visto premere mentre veniva a prendermi dalle lezioni.
Sì, diciamo che quel giorno ho accettato la tua proposta, ora sono "amico" di Eren Yeager, il grande erede della compagnia-E-Alpha, una delle più conosciute del paese e di sicuro anche fuori.
Ne sono felice? Beh, ignorando il fatto che il mio omega piange di felicità ogni volta che Eren mi sorride o mi parla solo di cose futili, diciamo solo che me la sto prendendo alla leggera. Dopo un lungo discorso su quando o in quali giorni vederci, gli ho spiegato che non avevo un orario fisso.
In seguito Eren ha fatto i conti chiedendo il mio orario di lezione e il giorno dopo l'ho trovato parcheggiato fuori casa mia, in attesa di portarmi all'università, poi è passato a prendermi, tutto questo una settimana fa.
Non è ancora entrato in casa mia, non gli ho dato l'opportunità, è l'unico alfa che ha potuto incontrare il mio piccolo e non voglio assolutamente affrettare nulla. Ho fatto un lungo sbadiglio, schiarendomi un po', mentre la macchina riprendeva il suo percorso tipico, ora che ero con Eren, arrivavo all'università molto più velocemente, ma questo non mi impediva di alzarmi ogni giorno molto presto.
Io ci ero abituato, quindi di tanto in tanto guardavo Eren percorrere le lunghe strade prima di arrivare alla nostra fermata, non mi dava fastidio, non gli dicevo mai niente, era sempre bello essere al suo fianco, anche se stava alimentando le mie speranze, mi sentivo molto bene.
"Stanco?"
"Un po'. Uno dei miei insegnanti mi ha lasciato un compito gigante, credo di aver dormito solo due o tre ore, mi sento morto."
Un'altra cosa che ammiravo della nostra attuale relazione, è che dopo una settimana la mia capacità di poter già parlare con lui senza innervosirmi o arrossire come una scolaretta era aumentata.
O ero un attore molto bravo o le cose stavano andando peggio di quanto mi aspettassi e il mio omega invece di allontanare la sensazione, ogni secondo mi faceva sentire più a mio agio con l'alfa di Eren.
"Perché non dormi un po'? Puoi abbassare il sedile con la leva lì." Indicò un lato, ma io scossi la testa.
"L'Università non è così lontana da poter dormire."

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The perfect omega -Eremin-
RomansaImportante: storia NON mia, questa è solo un adattamento con Eren e Armin, la storia l'ho letta da questa ragazza @justbromance quindi tutti i diritti vanno a lei, io ho solo deciso di tradurla e di metterci come coppia l'Eremin. Detto questo buona...