Quando bussarono alla sua porta, Cornelia aveva già tolto i sandali e sciolto i capelli, sedeva di fronte al tavolo con lo specchio e non si scomodò ad alzarsi.
- Avanti. – pronunciò con voce gentile, anche se avrebbe tanto voluto mandare agli inferi chiunque stesse dall'altra parte della porta.
La mano che impugnava la spazzola si bloccò quando vide chi aveva fatto il suo ingresso, durò un attimo il suo smarrimento, era decisa a non dargliela vinta. Purtroppo era impossibile negare che il suo cuore aveva iniziato a battere più rapidamente.
- Non vi aspettavo. – disse riprendendo a spazzolare gentilmente le punte.
- Strano, avrei giurato che avreste indovinato anche stavolta che ero io. – ammise accennando un sorriso.
- Ho un discreto intuito, signore, ma non sono una strega. – disse fingendo di essere divertita.
Si alzò, posò la spazzola e simulò una sicurezza che non aveva, non con lui almeno, e lo raggiunse.
- Avrei detto che lo foste, dopo il trattamento che mi avete riservato.
- Date per scontate molte cose.
- Al contrario di quanto pensiate, non mi lascio ingannare dalle prime impressioni. – rispose tornando serio.
Cornelia notò con la coda dell'occhio la mano dell'uomo avvicinarsi al suo viso e afferrarle una ciocca di capelli.
- Ah no?
- Non sarei qui, altrimenti.
Lasciò scivolare le dita per tutta la lunghezza della ciocca, prima di avvolgerla su due dita e Cornelia rimase a fissarlo, leggermente a disagio per quel contatto appena accennato.
Si chiese se lui si fosse accorto che il colore ramato dei suoi capelli era solo un artificio, frutto di polveri e impacchi, atto a mascherare uno scialbo e comune biondo. Ma del resto cosa le importava? Dopo quella notte forse non l'avrebbe più rivisto.
Forse...
Percepì chiaramente una sensazione alla bocca dello stomaco, non era ben definita, ma sapeva che riguardava quell'uomo e un miscuglio di impazienza e agitazione le scombussolò la mente, la cosa strana fu che non provò più paura.
- Come vi chiamate? – chiese l'uomo abbassando la voce.
- Cornelia. – rispose rendendosi conto, per la prima volta, di quanto suonassero senza senso quell'insieme di lettere messe insieme. Cornelia non era nemmeno il suo vero nome.
- Einar. – rispose l'uomo, anche se lei non l'aveva chiesto.
Le mani di Cornelia salirono verso le spalline dell'abito per slacciarlo, era convinta che se avessero consumato quel rapporto, si sarebbe tolta il pensiero e con lui sarebbe svanita quella strana sensazione che aveva iniziato a tormentarla da quando i loro occhi si erano incrociati.
Einar la guardò confuso e le sue mani raggiunsero rapidamente quelle della donna, non era così che voleva averla.
Forse si era davvero sbagliato sul suo conto, l'indole battagliera che gli era parso di leggere sul suo viso era un abbaglio? Doveva esserci molto di più.
Cornelia sollevò nuovamente lo sguardo in quello di Einar, era leggermente confusa e si chiese se avesse sbagliato qualcosa, in genere non funzionava così con tutti?
Si ritrovò a osservarlo bene, aveva sottili rughe sulla fronte corrugata, altre ai lati degli occhi, ma la pelle del viso era soda e compatta, se avesse dovuto dargli un'età, non avrebbe saputo indovinare. Einar poteva essere suo coetaneo, così come poteva avere dieci cicli in più.
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Cornelia
RomanceCornelia è una donna disillusa che lavora nella casa di piacere di Madame. Ormai provata dalle pessime esperienze di vita, è convinta che tutti gli uomini sono degli animali e ha imparato che nessun cavaliere potrà mai salvare una come lei. Alla vig...