Capitolo II - Non sono un signore

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La condusse verso il letto e si sedette comodo sul bordo, voleva scoprire quel corpo e soprattutto voleva osservare le reazioni della donna. Non era passato molto tempo dall'ultima volta che aveva avuto rapporti e in realtà quella sera non aveva alcuna intenzione di intrattenersi con nessuna ragazza, ma quella donna aveva destato il suo interesse.

A Einar piaceva il sesso, era inutile e controproducente negare a sé stesso che non era così, ma superata la giovane età, si era reso conto che l'atto in sé era più uno sfogo fisico, un bisogno da soddisfare.

Ogni anno che passava, l'uomo paragonava il sesso a un prurito su una ferita in via di guarigione, poiché erano state poche le volte in cui si era sentito realmente attratto da una donna, oltre al piano estetico.

C'era qualcosa in Cornelia che era diverso dalle altre donne presenti quella sera e più in generale da quelle che aveva incontrato in oltre trenta cicli della sua vita e nessuna di queste l'aveva intrigato così tanto da fare quello che stava facendo con lei.

Stuzzicarla in quel modo, infastidirla e azzardare un bacio... era avvenuto in maniera naturale, desiderava che lei si fidasse di lui per qualche istante, solo il tempo necessario per soddisfare quella voglia di complicità che forse non aveva mai provato a pieno con una donna.

Einar aveva spalle solide, constatò Cornelia, mentre con le mani esplorava quell'ampia porzione di corpo ormai nuda, notò le cicatrici sparse un po' ovunque sul torace e una in particolare la incuriosì. Era più evidente delle altre e decisamente antica.

- La mia preferita.

Le sorrise lui, riferendosi alla cicatrice, prima di avventarsi sul seno che prima non aveva avuto modo di assaggiare.

Cornelia sospirò, colta alla sprovvista e spinse maggiormente il bacino contro il rigonfiamento sul cavallo, era una cosa che faceva impazzire gli uomini e anche Einar, constatò soddisfatta, non la deluse.

Normalmente la cosa non le avrebbe fatto né caldo né freddo, era solo una manifestazione che stava facendo bene ciò per cui era stata pagata, ma con lui fu leggermente diverso.

Anelava quel potere su di lui, farlo impazzire come poco prima lui aveva fatto con lei, ma in quel momento, con il capezzolo imprigionato fra le sue labbra, quel lento strusciarsi sembrava donare più sollievo a lei che a lui.

- Perché? – chiese riferendosi ancora alla cicatrice.

- Oh, è una lunga storia. – disse scostandosi appena dalla sua pelle, soffiando alito caldo che paradossalmente le causò un brivido lungo la schiena.

- Ma dubito che possa interessarvi, ora. – concluse prima di riprendere ciò che stava facendo.

Una piccola parte di Cornelia lo odiò, l'aveva messa in scacco un'altra volta e il suo corpo sembrava tradirla, sfuggiva al suo controllo, donandole brividi di piacere.

Le strinse con una mano la stoffa intorno alla vita, tirò cercando un modo per toglierle quell'inutile drappo e, nonostante fosse ebbra da tante emozioni, Cornelia percepì chiaramente il rumore della stoffa che si strappava. E non le importò, almeno in quel primo momento.

La stoffa sottile aveva ceduto ai primi strattoni, senza troppa fatica, come corretta rappresentazione del corpo e della ragione di Cornelia, che ormai in balia di Einar, aveva deciso che quel maledetto bastardo, aveva il permesso di farle un po' di tutto.

Se proprio doveva lasciar scivolare il suo orgoglio agli inferi, che almeno si godesse la discesa, pensò, mentre tutto il resto si eclissava.

Le mani corsero verso i suoi pantaloni, in breve anche Einar si ritrovò nudo e con quella splendida strega sopra di lui.

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