Quel ragazzo mi aveva inquietato non poco, sapevo che il mio radar non funzionava molto bene quando doveva captare i bravi ragazzi, ero certa di non sbagliarmi su di lui, era strano, il suo modo di guardarmi era profondo, intenso, ma non in modo sensuale come quello di Tom o esitante come quello di David, né tantomeno curioso come quello di Liam, sembrava che fosse alla disperata ricerca di qualcosa, come se si aspettasse che da un momento all'altro io gli fornissi le risposte che tanto agognava, ma non avevo idea di cosa potesse volere da me. Non si era rilassato quando gli avevo detto di non conoscerlo, anzi era come se con quelle parole gli avessi cucito addosso un altro fardello, quello di sentirsi responsabile per me, sembrava volermi mettere in guardia, ma da cosa? Non sapevo cosa potesse avergli fatto Liam, era così educato che stentavo a credere che potesse aver fatto qualcosa di sbagliato, tantomeno riuscivo a credere che potesse intimidire qualcuno come aveva lasciato intendere, non lo conoscevo ma era evidente chi dei due avessi dei problemi, non era un fatto estetico, ma di atteggiamento, il suo astio verso il professore andava al di là del risentimento dovuto al licenziamento di suo nonno, il rancore che covava non corrispondeva alla gravità dell'accaduto, lo aveva portato ad avvicinare una estranea e a metterla in guardia contro di lui, avrei potuto raccontarlo al professore facendogli fare una pessima figura o peggio, no, aveva certamente qualcosa che non andava.
Scossi la testa per togliermi le sue parole dalla mente.
"Stai attenta"
Quelle parole mi avevano messo i brividi, mi avevano istillato il seme della paura, ricordai di averle dette anch'io, ad Ani, quando sottovalutava il rischio che correva, quando il pazzo aveva iniziato a perseguitarla. Mi aveva riportato alla mente momenti della mia vita che lottavo per dimenticare.
Ero di fronte all'aula dove si sarebbe tenuta la lezione di Letteratura, respirai profondamente e provai a lasciare le mie paure fuori dalla soglia, promise a me stessa di non lasciarmi condizionare, non volevo permetterlo al mio passato e di sicuro non lo avrei permesso a uno sconosciuto. Varcai l'ingresso con la sicurezza ritrovata, ma pregando di non avere questo corso in comune, di certo non mi ci sarei seduta accanto, a costo di rimanere in piedi tutta la lezione.
Fortunatamente il fato mi diede tregua, non lo incontrai per il resto della giornata, ed ero riuscita a evitare anche Liam, a quanto pareva aveva cose migliori da fare che perseguitare me, avevamo avuto in tutto 3 incontri ed erano stati uno più imbarazzante dell'altro, più ci pensavo e più avevo voglia di dissolvermi mescolando le mie molecole con l'aria.
Uscendo dell'edificio mi squillò il telefono, tirai fuori il cellulare dalla borsa e guardai il display, era Kate, sapevo cosa voleva ...
<<Hey tutto bene?>> domandai non appena accettai la telefonata.
<<Non che non lo è, ti ho dato il tuo spazio, ma ho pensato che mi avresti chiamata, ma niente, nemmeno un misero messaggio per dirmi "Hey Kate, sai, sono arrivata e sono viva">>
Aveva ragione ma tra la stanchezza e le nuove emozioni avevo preferito non farlo, volevo prendermi qualche ora per ambientarmi, anche mia madre di sicuro stava consumando il pavimento a forza di camminare avanti e indietro davanti al telefono aspettando mie notizie, mi aveva promesso che non mi avrebbe subissato di chiamate e finora aveva compiuto la sua parte, ero stata io a non aver tenuto fede al patto, l'avrei dovuta tenere informata.
<<Scusami Kate, non ci ho pensato, ero occupata a sistemare le mie cose, ma lo avrei fatto stasera dopo aver fatto la spesa.>>
<<Non hai niente da mangiare?>>
<<In questa casa non c'è neanche il caffè.>>
<<Sacrilegio.>> disse in tono drammatico.

STAI LEGGENDO
The Last Beat
FantasyAbbie è una ragazza dal carattere gioviale, che dentro di sé nasconde una grande tristezza. La perdita della sua migliore amica l'ha segnata nel profondo e la scomparsa di Tom il ragazzo per il quale iniziava a provare dei sentimenti molto forti no...