E' tardi.

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«Dai Giulia è tardi!» una voce, la sento lontana, senza riuscire a capire esattamente da dove arrivi, per lo meno fin quando qualcosa non mi strappa dal mondo dei sogni e anche dal mio letto, tirandomi per un piede.

«Ancora cinque minuti...» brontolo affondando il viso nel cuscino, e chiedendomi chi è quel sadico che ha deciso che la giornata debba partire la mattina: non sarebbe meglio iniziarla, chessò...dopo pranzo e finirla alle quattro di notte? Tanto io non riesco mai a dormire.

«Guarda che prima o poi ti puniscono, lo sai vero? E' super tardi.» a poco a poco riconosco la voce di Riccardo, e aprendo solo un occhio ne riconosco la silhouette nella penombra della stanza. Capiamoci, le luci della casetta sono ancora spente è davvero un'ingiustizia che io debba svegliarmi.

«Riccà, muoviamoci o il provvedimento ce lo prendiamo pure noi!» alla mia sveglia personale s'è aggiunta anche Rosa, che passando batte la sua mano sul mio fondoschiena, sopra il piumone «Dai bella addormentata!» dà il suo contributo anche lei a modo suo, ricevendo in risposta solo un altro lamento da parte mia.

«Vabbene dai, se vedo Sebastian te lo saluto allora!» anche Riccardo abbandona la missione, ma lo fa sganciando la bomba giusta. Mannaggia, come si fa a resistere a questa eventualità.

«Potrebbe venirmi a svegliare lui, potrebbe!» mi lamento ironica, scivolando fuori dal letto come se non avessi uno scheletro in grado di sostenermi.

Dopo una decina di minuti sono pronta, il sonno è ancora vivido sul mio viso, anche dopo l'acqua gelida, ma nonostante tutto arrivo in cucina, infagottata in una felpa oversize e col borsone sulla spalla. «Mannaggia, mi tocca fa la strada sola.» gonfio le guance, rassegnata ad incamminarmi in solitudine sotto ad un cielo plumbeo, per niente invitante.

«Ah eccoti.» il tono pacato, ma rassicurante di Sam mi sorprende facendomi voltare verso il divanetto.

«Mind of!» dopo la figura che ho fatto ai casting, quando gli ho detto che assomigliava ad un ragazzo che seguivo su instagram ed alla fine era proprio lui, non potrei chiamarlo diversamente.

«Dai muoviamoci, così se riusciamo proviamo anche il passo a due.» incurva le labbra in un sorriso e mi precede aprendo la porta a vetri. Beh, ora la questione si è fatta più accettabile, da quando siamo entrati qui dentro ho scoperto di ammirare questo ragazzo non sono per il suo innegabile talento, ma anche e soprattutto per la bella persona che è. Gli trotterello attorno, seguendolo, con rinnovata vitalità, che probabilmente andrà scemando una volta che mi ritroverò sul pavimento della palestra a fare stretching, ma questo è un altro discorso.


«Checco!! Cosa stai cucinando??» il profumo del cibo che sfrigola sulla padella è super invitante non appena rimetto piede in casetta, complice il fatto che abbiamo lavorato davvero tanto questa mattina. «Ah ma allora ci sei andata in sala, pensavo non ti fossi svegliata nemmeno oggi!» Leo, detto Checco, mi prende bonariamente in giro, rigirando quello che ha tutta l'aria di essere un panzerotto fumante. Scoppio a ridere, tra l'imbarazzato e il divertito «Grazie a Sebastian!» ironizzo, mentre appendo il giubbotto all'attaccapanni.

«Ma come Sebastian!!» la voce di Riccardo mi sorprende alle spalle, facendomele stringere per essere stata colta in flagrante, ma la cosa non fa altro che farmi ridere maggiormente. «Da domani si arrangia eh!» si finge offeso, ma è divertito anche lui mentre da una pacca sulla spalla a Sam.

«Ma da domani sono sicuro che si alzerà da sola, perchè ha capito che mica può continuare così!» risponde quest'ultimo in tutta la sua pacatezza, con quel fare fiducioso che mi fa arricciare il naso e stringere appena gli occhi. «Eccallà!» non vale puntare sulla responsabilità «Prometto che ci provo a dormire prima.» annuisco ricevendo in cambio una scompigliata di capelli.

«Non ti crede nessuno.» mi volto verso il corridoio, da cui sta arrivando con la solita aria indecifrabile... Lui. Mannaggia, come fa ad essere così figo sempre? Pure con il cappellino schiacciato sui ricci ribelli, e i segni del cuscino ancora sulla guancia. Mi punta addosso i suoi occhi chiari e io per l'imbarazzo scoppio a ridere abbassando la testa. «Come no! Sam ha super fiducia! Grazie Sam!» lo tiro in ballo come un' ancora di salvezza, come se raffrontarmi da sola con Sangio mi fosse troppo difficile... ed in effetti.

«Sei andato in palestra oggi?» è Leo che da bravo fratellone mi salva, spostando il focus del discorso.

«Che brutte cose che mi dici di prima mattina, brody.» si incupisce, le sopracciglia contratte e le labbra storte, mentre si siede sullo sgabello al bancone della cucina.

«Beh, mattina, qualche ora fa.» lo riprende scherzosamente Leonardo, eppure sembra che il ricciolino non apprezzi così tanto, anche se si sforza in un mezzo sorriso, che somiglia più ad una smorfia.

«Ti si incrociano gli occhi se lo fissi un altro po'.» un sussurro divertito e un pizzico al fianco mi fanno voltare, presa totalmente in contropiede e con la circolazione sanguigna tutta concentrata sulle guance che immagino siano diventate rossissime.

«Ma che diciiii!!!» alzo le mani davanti al viso, spiando tra le dita Martina, che se la ride di gusto, agitando il suo, sempre perfettissimo, caschetto nero.

«Eh! Che dico, che dico! Dico la verità!» mi prende in giro, cingendomi la vita con le sue braccia. «Shhhh, zitta!!» ricambio l'abbraccio, nascondendo il viso nell'incavo della sua spalla, ma concedendomi da quella posizione seminascosta di spiare il cantante.

«Te l'ho detto, è una cosa impossibile...» mormoro, suscitando un suo mugugno contrariato come risposta «Oramai è deciso, punterò a Sebastian. Già ci vedo a volteggiare al matrimonio. Cioè lui volteggia, io lo guardo, che sicuro cado e faccio una figuraccia.»

Mi regala un'occhiataccia, condita da un bacio sulla guancia «Impossibile, di impossibile ci sei solo tu e il tuo non capirci niente, Giulietta.»

Che non può funzionare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora