Non è che sto dormendo da chissà quante ore in effetti, a parte che come sempre mi sono addormentato ad un orario improponibile, con le prime luci dell'alba che filtravano attraverso i vetri, mi sono svegliato e riaddormentato a più riprese stamattina. Ho scritto qualche barra nel mezzo, alcune mi hanno soddisfatto parecchio, mentre altre le ho cancellate più volte. Di solito sono veloce eppure stamattina è stato più complicato del previsto. Sarà che in questo momento non sono così nel mood per cantare parole d'amore. Mi sposto in cucina, mentre la casetta è già in fervore, oggi ho tutte le lezioni concentrate nel pomeriggio quindi posso permettermi il lusso di prendermela comoda. La prima cosa che sento, appena mi lascio la camera alle spalle, è la risata di Giulia. Come potrei non sentirla dopotutto. Decisamente riconoscibile e udibile in ogni dove. L'angolo della bocca si alza involontariamente, piegando le mie labbra in un mezzo sorriso, che sporgono in uno sbuffo sarcastico quando sento il solito nome riecheggiare attorno a lei: "Sebastian".
Non focalizzo bene il discorso, ma mi basta quella sua promessa di svegliarsi presto a farmi inarcare un sopracciglio, mentre sorpasso le gradinate.
«Non ti crede nessuno.» la prendo in giro, anche se onestamente non metterei mai la mano sul fuoco per una sua sveglia in tempo. Si volta, mi guarda, se fosse qualcun altro mi aspetterei un "vaffanculo" e invece scoppia a ridere e distoglie lo sguardo. E' tipo minuscola. Scuoto il capo quando parla di Sam, senza scostare lo sguardo da lei, almeno fin quando non è qualcun altro a reclamare direttamente la mia attenzione. Con una domanda del cazzo per giunta.
«Sei andato in palestra stamattina?» mi chiede Leo. Ma che domande sono? E' più importante scrivere canzoni o farsi qualche serie di addominali? Che palle.
«Che brutte cose che mi dici di prima mattina, brody.» gli rispondo scocciato, e lui rincara la dose facendomi notare che non è più mattina.
Ho sulla punta della lingua una rispostaccia, ma mi obbligo a gestire la cosa in un mezzo sorriso, sperando che il discorso finisca qui, mentre tamburello le dita nell'aria, piegandole e spiegandole ritmicamente, appena sotto il bancone, una volta seduto sullo sgabello. Non ho bisogno di alcuna ramanzina, ma dopotutto non credo volesse farmene realmente.
«Uno di questi è per me?» chiedo dopo qualche attimo, indicando i panzerotti che sfrigolano in padella, tanto per cambiare argomento, ma qualcuno ride, lì dove stava poco prima Giulia, questa, però, non è palesemente la sua risata.
Mi giro appena, spiando oltre la mia spalla, focalizzando la sua figura abbracciata a quella di Martina, che stanno confabulando qualcosa.Assottiglio appena lo sguardo, incuriosito, non fosse che in un attimo vengo distratto da un attacco. «Hei brody.» le mani di Deddy sulle mie spalle, per un attimo mi fanno sbilanciare in avanti. «Maccheccoosa!?» mi accartoccio in avanti aspettando che si sposti, guardandolo confuso, ma divertito.
«Chi stavi guardando così attentamente?» mi chiede con un sorriso malizioso da orecchio ad orecchio, già consapevole della risposta, che io però non ho per niente voglia di dargli.
«Boh, ridevano, ero curioso.» sono sempre sincero no? Magari un po' vago, ma sicuramente sincero. Non sembra bastargli a quanto pare.
«Ridevano eh, se parli di risata me ne viene in mente una in particolare.» mi fa un occhiolino «Basta che non sia Martina» si corregge dopo, vagamente allarmato, probabilmente per il casino epico che creerebbe una situazione del genere. «Ma ssei ffuori??» calco sulle parole per rendere più chiaro il concetto guardandolo con gli occhi sbarrati. Non mi metterei mai in mezzo ad una storia di un amico, e poi di problemi ne ho già per conto mio, senza accusare anche quelli degli altri.
Proprio in quello passano entrambe dietro di noi, dirette alla loro camera, che dividono con Rosa, forse è per quello che il mio amico guarda nella loro direzione, o forse il suo sguardo è catturato direttamente dalle due ballerine? Lo guardo di sottecchi, poi guardo Giulia, poi di nuovo Deddy. Non sono fatti miei no? Mi alzo in piedi di scatto, facendolo sobbalzare, «Brody, arriviamo in ritardo a lezione!» gli dico con accorato entusiasmo, «Dai che facciamo tardi!!» gli metto un braccio attorno alle spalle, conducendolo verso gli appendini coi giubbotti. «Vedi che Rudy ha ragione eh, sei proprio storto.» mi risponde confuso, ma lasciandosi guidare verso l'uscita della casetta.
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Che non può funzionare.
FanficGiulia è una ragazza insicura, che ride sempre ed ha un sogno: ballare. Giovanni ha in testa solo la musica, e sa benissimo che un giorno scalerà le classifiche. La scuola di amici è il trampolino di lancio per le loro carriere... ma solo per queste...