Posso sedermi qui?

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«Vieni?» Sangio si volta e mi invita a seguire lui ed Esa per vedere il film proposto dall'ultimo. Non appena mi da le spalle, un sorriso mi si piazza sulle labbra, che permane fino a quando non sentiamo la voce di Deddy chiamare il suo compagno di stanza. Mannaggia! Ma proprio ora? E' una cospirazione! Ci dice di iniziare il film, ma vabbè ci metterà un attimo, non fa niente... Esa, dal canto suo, par aver preso la cosa decisamente meglio di me «Vai bro! Non ti preoccupare!» gli sorride e si rilassa sul divano. «Dai Giuls, vieni, che lo faccio partire.» Batte la sua mano sul cuscino del divano, sul posto affianco al suo.

«Che ci vediamo?» chiedo tirando su le gambe e stringendomele al petto.

«Shakespeare in love.» risponde lui con un certo orgoglio, per poi far partire il film e poggiare la sua testa sulla mia spalla.

Giuro che vorrei concentrarmi sul film, ma non riesco a non spostare lo sguardo versoi il corridoio. Quanto gli ci vorrà? Sarà successo qualcosa? Dovrei andare a dargli una mano? Dovrei andare a vedere? No Giulia, non essere scema.

«Torno subito.» deve essere passata una quarantina di minuti quando Esa si alza dal divano e in tutto questo tempo nessuna traccia di Sangio. Boh, si deve essere addormentato o semplicemente ha trovato di meglio da fare.

Annuisco e mi sistemo meglio sul divano, decisa a concentrarmi totalmente sul film, evitando di arrovellarmi sul perché e il per come non sia tornato. Sospiro.

«Posso sedermi qui?» sgrano gli occhi voltandomi di scatto verso Sangio. Cosa ci fa qui?

«Pensavo fossi andato a dormire...» d'altronde è sparito dopo aver detto di voler vedere il film assieme a noi.

«Non stavi guardando il film con Esa?» mi chiede guardandosi attorno.

Vorrei rispondergli che, in teoria, avrei dovuto guardarlo anche con lui, ma mi limito a stringermi nelle spalle.

«Mh, è andato in bagno.»

Immagino che ora se ne vada, probabilmente stava proprio cercando Esa.

«Posso sedermi qui?» me lo richiede e di nuovo il mio sguardo si alza stupito verso di lui. Vuole sedersi qui anche se non c'è Esa? Forse lo vuole aspettare.

Annuisco, interrogandomi silenziosamente su questo momento, lasciandogli il posto, mentre mi faccio un po' più in là. Lui però non sembra così intenzionato a mantenere le distanze, come in un film il suo braccio si posa si poggia sullo schienale del divano e di nuovo fa quella cosa con le dita tra i miei capelli.

Pare stupito dalla scelta del film, immagino che non sia proprio il suo genere, o forse non si aspettava una cosa romantica. Non posso che ridere, un po' per imbarazzo, un po' perché il suo tono stupito è decisamente comico. Anche ora il film passa in secondo piano, anzi è molto più difficile concentrarmi sullo schermo, ora che le sue dita si attorcigliano attorno i miei capelli. Mi sento irrequieta, ma in positivo. Le stesse bollicine che ho sentito prima davanti al lavello, ora sono super amplificate e non riesco a stare ferma, cambiando posizione una moltitudine di volte, stando ben attenta a non allontanarmi troppo da lui.

«Se ti appoggi stai più comoda.» Ecco, l'ho disturbato. Ma prima ancora di potergli rispondere, il suo braccio scivola dallo schienale al mio braccio, cingendomi, mentre la mia testa trova posto sulla sua spalla. E' istintivo poggiare la mia mano sul suo torace, aggrappata al suo maglione, giocherellando con le trame di quest'ultimo. Non so esattamente cosa fare, eppure senza rifletterci troppo sembra tutto così naturale... non fosse per il cuore che mi martella nelle orecchie. Non mi è mai successa una cosa del genere, cioè non è che non sono mai stata abbracciata, ma non così. E' diverso, con la sua mano che disegna arabeschi sul mio braccio e i nostri respiri si sincronizzano.

Vorrei rimanere qui tutta la notte, ma i titoli di coda mettono fine a questo momento, nonostante nessuno dei due sembra così intenzionato ad alzarsi.

«Ti è piaciuto?» mi ritrovo a chiedere, più per riempire il silenzio che mi provoca imbarazzo.

«Non so, non è che l'ho visto troppo bene.» sbuffa una mezza risata.

Anche lui non è riuscito a concentrarsi sul film per la vicinanza? Non credo, non è possibile. Non posso interessargli in quel senso.

«Eh perché non hai visto l'inizio!» rispondo come se fosse la cosa più ovvia.

Lui sta in silenzio per un attimo e abbassa lo sguardo su di me, probabilmente sono super spettinata, chissà se le occhiaie sono coì palesi anche al buio. Vedo il suo sorriso, illuminato appena dalla luce fioca dello schermo e delle luci d'emergenza, e ancora una volta sento il battito cardiaco accelerare.

«E' meglio se andiamo a dormire Giulia o non riuscirai a mantenere la parola data a Sam.» Eccallà, lo sapevo, vuole liquidarmi.

«Ma non è colpa mia se non ho sonno...» brontolo come una bambina, sbuffando.

Mi scruta ancora una volta e poi sospira «Devi riposarti, il tuo corpo e la tua testa ne hanno bisogno, devi impegnarti a farlo per dare il massimo, ok?» si volta totalmente verso di me, obbligandomi nel muoversi ad alzarmi controvoglia dalla sua spalla e punta i suoi occhi chiari nei miei. Anche al buio, sono cristallini...come posso dirgli di no?

«Bene, allora andiamo a dormire.» a quanto pare ha preso il mio silenzio come un tacito assenso. Si alza ed io lo seguo per forza di cose, indecisa se le sue premure siano solo un modo gentile per scollarmi o se davvero si sta preoccupando per me.

«Sei la ballerina più forte, Giu. Non perdere il focus.» me lo dice con un mezzo sorriso e per quanto le mie insicurezze mi facciano mettere sempre in dubbio tutto, le sue parole mi sembrano sincere, forse per il calore che sento irradiarsi all'altezza del petto.

Fa per girarsi ed andare via, ma, prima di rifletterci, gli cingo il collo con le mie braccia. Respiro il suo profumo, sentendomi al contempo totalmente scombussolata eppure così... a casa. E' strano, praticamente non lo abbraccio mai, eppure vorrei poter non smettere mai. «Buonanotte Sangio.» un sussurro prima di lasciarlo andare e tornare di corsa nella mia stanza, rendendomi conto solo ora che Esa non è più tornato a guardare il film, e quasi quasi mi sento in colpa per essergliene grata.

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