Bollicine

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«Però c'è una cosa seria di cui non abbiamo parlato!» interrompo un dibattito incentrato sulla faida panettone-pandoro, attirando lo sguardo incuriosito dei miei compagni.

«Di cosa parli Giulietta?» Esa mi chiede apprensivo, sporgendosi verso di me dall'altra parte del tavolo.

«Se dobbiamo parlare delle pulizie io vorrei farvi quale appunto...» accenna Martina senza troppa convinzione, già frenata da un'orda di sbuffi ed espressioni insofferenti.

«No!» scoto il capo rassicurando i più.

«Giuli stai creando più suspense di quando ci dicono se possiamo tenere la maglia o meno.» mi rimprovera bonariamente Leo.

«Più ansia di quando non sapevamo se ci davano il banco.» rincara Riccardo.

«No, no!!» scoppio a ridere «E' una cosa bella!!» obietto, agitando le braccia davanti al viso ed incrociando quasi per errore lo sguardo di Sangio, che mi osserva, con un sopracciglio inarcato.

Sam mi mette una mano sulla spalla e finalmente espongo la mia illuminazione «Tra poco è Natale e non abbiamo l'albero!» spiego accorata, constatando il silenzio che si crea attorno al tavolo, di facce perplesse ed a tratti divertite come se avessi detto una sciocchezza. Mannaggia.

«E' vero però!» a parlare è proprio lui, con i suoi ricci chiari ed i suoi occhi azzurri.

Mi ha spalleggiato, lasciandomi per un istante sorpresa.

«Si beh, che Natale è senza albero? Ha ragione Giulia!» il secondo a parlare è Deddy, facendomi sorridere ancora di più, seppur mi venga istintivo abbassare il capo, per nascondermi imbarazzata.

«Oh, io le voglio tutte yellow!» interviene Luca facendoci scoppiare tutti a ridere.

Chissà se sarebbero stati tutti così entusiasti anche se Sangio non avesse parlato. Lui ha questo super potere, sa sempre cosa dire e come dirlo -a parte quando si arrabbia- e anche se è il più piccolo della casetta è così magnetico che lo ascoltano sempre tutti.

Rimaniamo con il patto che l'indomani chiederemo alla redazione se ci trovano un alberello di Natale e delle decorazioni, mentre ora ognuno comincia ad organizzarsi il tempo libero che abbiamo la sera.

Raccatto il mio piatto e il mio bicchiere, portandoli al lavandino della cucina.

«Hei Giulietta, sei troppo forte, la cosa dell'albero, troppo figa!» è Esa, che avvicinatosi da dietro, mi cinge le spalle con le braccia. Sorrido: adoro gli abbracci e lui, assieme a Leo, Richi e Luca, sono i miei fratelloni da quando stavamo al Residence.

«Mi fate passare? Devo mettere questo via.» volgo il capo in direzione di Sangio che ci sta guardando con fare svogliato e il piatto tra le mani.

«Scialla Bro, ecco.» Esa si sposta, facendo per portarsi dietro anche me, che invece sguscio tra le sue braccia, affiancando il ricciolino.

«Tu le palline per l'albero le vuoi a forma di Bag di Guccy?» gli sorrido, osservandolo mentre mi fa una faccia estremamente enigmatica. Oddio, ho detto un'altra cavolata. Perché non riesco a filtrarmi? Vorrei sprofondare qui. Eh che mi mette in soggezione, come quando Maria mi chiama in mezzo allo studio ed io non riesco più a connettere i pensieri... esattamente così, eppure non c'è pubblico, non ci sono telecamere, solo quegli occhi così trasparenti, ma in qualche modo illeggibili.

Sbuffa. O era un incipit di risata? «Pensi che me le farebbero?» mi chiede, lasciandomi confusa: io stavo scherzando, ma adesso magari le vuole per davvero e ci rimane male.

«Mannaggia, io stavo scherzando!» ridacchio e lui scuote il capo divertito «Anch'io!» mi fa un rapido occhiolino, sistemandomi distrattamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ed io mi sento vibrare tutta. Una specie di brivido, come se fossi attraversata da un milione di bollicine. Che succede? 

Un colpo di tosse, alle mie spalle. «Giuli, ci guardiamo un film?» Oh cavolo, c'era ancora Esa? Com'è che non me ne sono accorta? Lo osservo confusa, come se mi ci volesse qualche attimo per riordinare le sue parole e capirne il senso compiuto. Un film. Mi piacciono i film, mi piace guardarli con i miei amici, eppure ora avrei solo voglia di stare qui a lavare i piatti, gomito a gomito con Sangio. E' proprio lo sguardo di quest'ultimo che mi trovo a ricercare, quasi senza accorgermene, stringendomi nelle spalle, senza sapere bene cosa rispondere.

«Giuli?» Esa mi richiama nuovamente alla realtà, ma prima che possa parlare è Sangio a farlo, che con un mezzo sorriso abbandona il piatto nel lavello «Sì dai, anche io, avevo proprio voglia di vedere...» tentenna «un film.» mi sorpassa e allaccia un braccio attorno alle spalle di Esa, per poi voltarsi verso di me «Vieni?»

Che non può funzionare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora