Me.

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Bene, la scuola è rincominciata, rincominciano le solite giornate di merda. Sono le 6:00, e la voglia di alzarmi è pari a zero. Scendo dal letto in fretta, devo prendere il pullman alle sette.

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Dopo essermi preparata e aver finito di fare colazione, prendo il telefono, saluto mia madre con malavoglia, esco di casa e faccio la solita strada che ormai conosco come il palmo della mia mano.

Arrivo alla fermata e non c'è nessuno, perciò infilo le cuffie e faccio partire la musica a tutto volume. Mi guardo intorno, ho voglia di dormire, vedo passare le macchine, e vorrei che almeno una di esse mi riporti a casa.

Dopo cinque minuti vedo arrivare un ragazzo, non lo avevo mai visto quì, magari si sarà appena trasferito. Ma non mi importa più di tanto sinceramente.

Però devo dire che è stupendo.

Riesco ad intravedere il colore dei suoi occhi, sono azzurri, come l'acqua cristallina del mare. È un pò più alto di me e ha i capelli scompigliati.

Sembra arrabbiato.

Continuo a fissarlo, come se volessi sentire il suo pensiero. Spero solo che non se ne accorga.

Passano i minuti e io non gli tolgo lo sguardo di dosso.

Si avvicina leggermente a me.

"Vuoi una foto per caso?" Gli sento dire.

Abbasso il volume per sentire meglio.

"Eh?" Non capisco. Forse ho sentito male.

"La smetti di fissarmi?"

Se ne è accorto. E ora cosa dico?

"Ehm..sc-usa, mi ero incantata." Dissi io con un filo di voce, e la conversazione finisce così.

Ha una voce così bella e delicata. Potrei sentirlo parlare per ore.

Il pullman arrivò molto puntuale, e la gente inizio ad entrare, non c'erano molti posti liberi, ma sono riuscita a sedermi, dove ce ne erano due vuoti. Vedo il ragazzo di prima venire verso di me, cosa vuole ora?

"È libero?" Chiese freddo.

Annuisco senza neanche guardarlo in faccia.

Dopo la mia approvazione si siede accanto a me, sono così in imbarazzo. Ma forse sono troppo esagerata.

Inizio a guardare fuori dal finestrino e a pensare alle cose che devo fare questa settimana. Merda. Devo andare dallo psicologo domani. Sarà la prima volta. Ma chi me lo fa fare? Odio i miei genitori. Vogliono che ci vada per forza. Ma non mi va di raccontare i miei problemi ad un estraneo. 

"Caro diario, non ce la faccio veramente più, odio la mia vita, nessuno mi cerca, nessuno mi vuole, vengo sempre derisa dai miei compagni, dai miei genitori, mi arrivano un sacco di messaggi orribili ogni fottutissimo giorno, voglio farla finita, davvero. Sono stufa, sparisco dalla faccia della terra, non sono importante per nessuno tanto, sto piangendo da due ore, mi sto consumando, non ho più voglia di mangiare, di leggere, di ascoltare la musica, di uscire, di parlare, di vivere.

Queste saranno le ultime parole che scriverò, hai capito perchè. No? Cara mamma, caro papá, penso che quando troverete questo sarà troppo tardi, perchè io non ci sarò più, mi avete odiata, mi hanno odiata un sacco di persone, solo perchè un figlio di puttana mi ha rovinato la vita, e io ho odiato voi, ma non solo voi, ho odiato tutte le persone che ho avuto intorno.

Siete stati dei genitori di merda, non mi avete aiutata per niente in questo mio orribile periodo, mi avete detto che non è la fine del mondo, ma invece è così, voi non capite una beata minchia di come sto io e di quanto io stia soffrendo, spero che dopo questo capirete quanto la cosa fosse seria e del dolore che mi sono tenuta nel mio cuore, non sono più la bambina che sorrideva sempre, ma voi non l'avete capito, peggio per voi, mi avete persa.

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