Escape.

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Questa notte scappo, i miei genitori vanno a dormire presto, perciò se esco di casa alle undici e mezza non se ne accorgeranno, almeno spero.

Preparo lo zaino e ci infilo più magliette e pantaloni che posso, sono preoccupata, ho solo cento euro con me, ma con quelli dove vado? Ma soprattutto, dove resto per dormire?

Ci penserò in un secondo momento, ora devo solo pensare ad andarmene senza essere scoperta.

Dopo che ho finito di preparare il mio zaino, mia madre dal piano di sotto mi chiama per la cena, sono già le nove. Sinceramente non ho molta fame, ma se le dico così mi ammazza, quindi  scendo il più veloce possibile.

L'ultima volta che mangerò con loro.

"È buona?" Mi chiese lei dopo che addentai un pezzo di carne.

Annuì senza neanche guardarla in faccia, dopo quello che è successo prima vuole rimediare?

Passammo dieci minuti in un silenzio angosciante, ma che mi rilassava. Chiesi a mia madre se potevo andare in camera mia.
Lei annuì bevendo un sorso di acqua facendole sbavare un pò il rossetto, perciò salì le scale di corsa.

Aprì la porta e mi fiondai sul letto, guardavo il soffitto, come se fosse un cielo stellato in una notte di estate.

Continuo a pensare a cosa potrebbe succedere nel momento in cui mi troverò fuori dalla mia accogliente casa. È settembre e la sera fa molto freddo, e la gente va in giro ubriaca fradicia.

Sono davvero pronta per farlo?
Me la caverò da sola?
Ho solo sedici anni, non sono ancora completamente autonoma, specialmente per andare via di casa con quattro soldi in tasca.
La paura mi sta divorando.

Non ho neanche dei parenti nei dintorni dove posso stare.

Continuo a guardare il soffitto bianco, odio il bianco, è vuoto, senza personalità, freddo, diverso da tutti gli altri. Il bianco non è un colore, il bianco serve solo per sfumare meglio i colori in un dipinto.

A cancellare una parola sbagliata su un foglio di carta.

Quando consegni una verifica in bianco, il voto è zero, il bianco è zero.

La neve è bianca, così delicata, leggera, ma quando si scioglie che cosa diventa?

Niente. Bagna solo l'erba, e cancella il gioco della campana disegnato dai bambini nel parcheggio delle macchine. 

Il bianco cancella i ricordi.

Il bianco è triste, viene usato per le pareti di un ospedale, ho visto solo bianco quando mi sono svegliata in quel letto, da sola.

Il bianco non è niente.

Il rosso è il colore del fuoco, della potenza.
Il verde ti da speranza, è il colore della natura.
Il giallo, il colore della luce.

Ma il bianco? È il colore della solitudine.

Io sono il bianco.

Sono le dieci, i miei genitori tra poco dovrebbero venire a darmi la buonanotte.

Qualcuno bussa alla porta, deve essere mia madre.

"Avanti." dissi io ancora con gli occhi sul soffitto.

"Vado a dormire, non fare tardi okay?"

Credo che non potrò soddisfare la tua richiesta madre.

Mi misi seduta per guardarla in faccia.

"Sisi, buonanotte." Risposi io con un sorrisetto irritante. Mia madre uscì dalla porta, e io guardai l'orario sul mio telefono, dieci e dieci.

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Undici e mezza.

È ora.

Mi metto il mio giubbotto di pelle e lo zaino sulle spalle, riguardo un'ultima volta la mia cameretta.

Caspita, quanti ricordi ho avuto quì, il letto, in cui ho dato il mio primo bacio a tredici anni, era tutto perfetto in quegli anni, la scrivania, in cui mi sedevo la sera per scrivere sul mio diario.

Una lacrima scende sul mio viso, ma devo farmi forza, addio mamma, addio papà.

Aprì la finestra tremolante, alzai una gamba e la appoggiai sul marmo freddo, e feci lo stesso con l'altra.

Il problema è che non posso neanche chiuderla da fuori, ma non mi importa, tanto l'avrebbero scoperto la mattina seguente, ho paura di quello che potrà succedere, ma tanto io me ne andrò lontana da loro. Come minimo chiameranno la polizia, ma non perchè si preoccuano di me, ma per rovinarmi la vita. 

Iniziai a camminare andando verso la fermata. Fa davvero freddo, e ho la pelle d'oca. Mi guardo intorno e le luci dei lampioni mi illuminano il viso. I miei genitori ora stanno dormendo nel letto inconsapevoli di quello che la loro figlia sta per fare, quando si sveglieranno avranno una bella sorpresa. 

Arrivata lì, mi sedetti, aspettando che un autobus si fermi davanti a me.

Lo sto facendo veramente, me ne sto andando via.

Passano i minuti, ma non ne vedo arrivare nessuno, sinceramente non so se magari ne possa passare  uno a quest'ora, perciò controllo su internet gli orari.

La meta del prossimo pullman è Londra, e arriverà verso mezza notte e mezza, perciò mi metto il cuore in pace e aspetto.

Ho bisogno di camminare, perciò mi avvio verso il parco, almeno scaccio via i cattivi pensieri.

Non c'è nessuno in giro, solo delle macchine che vanno e vengono, mi avranno presa per una prostituta.
È la prima volta che esco da sola così tardi,c'è così tanta tranquillità, e nessuna persona in giro. Meglio così, io odio le persone.

Arrivo al parco e mi siedo su una panchina fredda come il ghiaccio e rabbrividisco. Prendo il telefono, e visto che ha la luminosità al massimo mi acceca gli occhi. E' mezzanotte meno dieci, e io in questo momento dovrei essere nel mio letto caldo a dormire.

Mi sento troppo ribelle, amo questa sensazione.

LOUIS'S POV.

Sono in macchina e sto ritornando da quel posto che ormai frequento da troppo tempo, non dovrei andarci, ma mi servono soldi. Ho guadagnato 400 euro questa sera, sono felice, ma quello che sto facendo è sbagliato. Molto. Lo faccio solo per il bene dei miei nonni. Sono gli unici che mi hanno aiutato. 

Sono sull'entrata di Doncaster, continuo a guidare per arrivare a casa mia, ma ora non ho sonno, voglio prendere una boccata d'aria, puzzo ancora di fumo e alcool, l'odore della delusione.

Così cambio strada, e vado verso il parco, ho bisogno di distrarmi. Spero che non ci sia nessuno.

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Dopo cinque minuti arrivai a destinazione, e scesi dalla macchina, ma il mio desiderio di stare da solo non era realizzabile. 

//Spazio autrice//

Ciao a tutti! Mi dispiace di non aver scritto niente in questa settimana ma ho avuto molto da studiare, spero che la storia vi stia piacendo, vorrei anche qualche opinione perchè ci tengo veramente molto.

Amo tutti i lettori di "a beautiful mess", sappiatelo.

-Oceavnouis


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