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Julian si svegliò con gli occhi impastati dal sonno e dalle lacrime versate, con un lieve movimento del volto verso la vetrata, ancora aperta, notò che era già notte. Toccò alla cieca il comodino alla ricerca del cellulare per vedere l'orario. Era mezzanotte inoltrata. Aveva dormito per tantissimo tempo, il fuso orario lo aveva scombussolato.
Julian si avviò verso il giardino scalzo e senza maglia, probabilmente tolta durante la notte per il caldo, nonostante a Parigi ci fosse un inverno molto freddo. I piedi toccavano la neve fredda depositava sul terreno, e raggelò e si appoggiò alla ringhiera per la stanchezza, aveva dormito a scatti, come ormai gli capitava spesso da quando Emma l'aveva lasciato solo.
Osservando Parigi gli venne un brivido per tutta la schiena, sentiva la neve fredda a contatto con la pelle e l'aria fredda della notte che gli soffiava i capelli. Il fuso orario lo stava distruggendo, ma vedere Parigi innevata con le luci della città che davano quello aspetto romantico di cui aveva sempre sentito parlare. A Emma sarebbe piaciuto questo posto, ne sarebbe andata pazza. Avrebbe corso per tutte le strade di Parigi presa dall'euforia, a guardare negozi ovunque e Julian li che la guardava sorridendo mentre la seguiva. Non riusciva mai a prendersi dall'entusiasmo così come faceva lei, Julian preferiva osservarla, perdersi in quei capelli luminosi che oscillavano lunghi fino al sedere. Ogni volta se la divorava letteralmente con gli occhi.
Non l'avrebbe vista in quelle strade, Parigi non avrebbe mai visto un sole che camminava in quelle vie. Julian aveva il viso distrutto, le lacrime gli scendevano sulle guance e non riusciva a smettere di piangere. Emma gli mancava ogni giorno di più e lui non sapeva come reagire. Il senso di colpa lo distruggeva dall'interno, lo logorava. Da quanto tempo non rideva, da quanto tempo non riusciva ad essere felice?
A Thule poteva amare Emma e Livvy era ancora viva, ma non era la sua realtà e il resto della sua famiglia non esisteva più in quel mondo. Appena tornarono nel loro mondo, hanno dovuto affrontare tutto e il potere che era uscito da quell'amore li aveva distrutti, aveva distrutto lei.
Julian, perdendosi in quei pensieri, cominciò a sentirsi male, si allontanò dalla ringhiera barcollando e premette la mano allo stomaco per il dolore, il dolore era veramente fortissimo, si piegò a metà e vomitò. Cadde a terra, stremato e tremante, restò in quella posizione per un po', ed era fradicio di sudore.
I tremori dopo un po'' cessarono e così riuscì ad alzarsi, sentiva il sudore che colava sulla sua pelle rovente e barcollando rientrò in camera. Arrivato in bagno si tolse i pantaloni e i boxer, e resto nudo davanti allo specchio del bagno. Julian resto davanti lo specchio a osservarsi, aveva il viso totalmente sciupato e molto più spigoloso, due ombre nere sotto gli occhi e i ricci spenti e flosci. Il suo corpo era distrutto, aveva risentito l'assenza di cibo durante quel periodo, aveva il busto scheletrico, la tonicità che di norma aveva era molto meno evidente. Gli shadowhunters avevano bisogno di mangiare tanto e allenarsi tanto e lui aveva evitato di fare entrambe le cose e quello che vedeva davanti a sé erano state le conseguenze. Abbassò lo sguardo verso le sue gambe, sembrava che i muscoli fossero morti, sciupati senza vita.
Julian cadde a terra totalmente nudo davanti allo specchio, affondando la sua testa nelle mani e singhiozzò per come il suo corpo si era ridotto, per come si era fatto vedere dalla sua famiglia e per come si era presentato a Parigi, per come Emma l'avrebbe preso a calci se avesse continuato così. Lui non ci riusciva, non aveva la forza di fare qualcosa.
Come se fosse in trans, con uno sguardo perso nel vuoto, si alzò e si infilò nella doccia sotto l'acqua gelida, sperando che riuscisse a raffreddare il suo corpo che stava bollendo. 
L'acqua gli scolava per tutto il corpo, l'effetto dell'acqua ghiacciata con il calore del suo corpo era devastante e quasi doloroso. Quando il suo corpo si abituò all'acqua, la spense, e senza preoccuparsi di asciugarsi o vestirsi si buttò nel letto. Nell'istante che il suo corpo toccò il letto, sprofondo in un sonno buio e tormentato.

Si svegliò all'alba, Julian non era accaldato come la notte scorsa, era totalmente nudo con il letto umido sotto di sé. Dopo essere andato in bagno, non si ricordava nulla di quello che successe dopo, c'era un vuoto assurdo nella sua testa. Si alzò dal letto si avvicinò alla vetrata con calma e si mise a osservare il cielo. Era di un azzurro pallido, a mano a mano, vedeva la linea dell'orizzonte che iniziava a tingersi di colori pastello delicati, il violetto, un delicato rosa pesca, l'arancione, e poi il giallo dorato quando il primo pezzetto del sole iniziò a fare capolino. Osservando tutto quello spettacolo cominciò a pensare che lui era lì per un motivo ben preciso, completare i suoi studi, e non per starsene in camera, ma non riusciva a farlo, gli risultava difficile anche solo pensarci.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 29, 2022 ⏰

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