Capitolo 4 ()

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Il treno correva silenzioso verso Capitol City. Jack si trovava nel suo vagone a 'riposare'. In realtà era soltanto una scusa per allontanarsi dall'imbarazzante situazione che si era creata poco prima. Sue non si era zittita un secondo e i due mentori si erano quasi addormentati. La donna, Wharel, era schietta e di poche parole; l'uomo era alquanto ambiguo e Jack lo aveva colto già due volte a fargli l'occhiolino. Inizialmente pensava che gli fosse andata una pagliuzza nell'occhio. Poi al terzo occhiolino comprese le intenzioni dell'uomo e spostò lo sguardo. L'accompagnatrice, Strix, si era cambiata d'abito, si era tolta il trucco e si era messa ad ascoltare Sue con interesse.

Si era quasi addormentato quando qualcuno bussò alla porta del suo vagone. Si sorprese quando vide Strix entrare.

《Hei... Jack, giusto? 》

《Ehm... Si, é giusto, Strix》

《Ti ricordi il mio nome? Comunque non sto qui a chiederti come mai te lo ricordi! 》 concluse lei ammiccando.

《E fai bene. Cosa volevi chiedermi? Se sei quì c'è un motivo.》

《Molto diretto, non c'è che dire. Comunque sono qui per chiederti come mai te ne sei andato dalla cena... Avevo capito che non eri un tipo espansivo, ma speravo di conoscerti meglio! 》

《La mia vita non ti riguarda. Probabilmente tra un paio di settimane sarò morto. 》

《Ah. Ah. Simpaticone. Comunque se ti va di parlare io sono nel vagone alla tua destra, a sinistra c'è Sue, non ti sbagliare.》

Appena se ne fu andata, il primo impulso di Jack era stato di inseguirla, ma qualcosa lo trattenne in quel locale con quattro pareti su rotaie. Diamine, Strix era bellissima (Jack finalmente se lo era ammesso), ma c'era qualcosa di strano in lei. Nel profondo del suo cuore sapeva che tra di loro non ci sarebbe potuto essere un sentimento che andasse oltre l'amicizia. Ma non sapeva perché. Fatto strano per Jack, sempre abituato a cogliere ogni minimo dettaglio e da esso capire la personalità di una persona o i suoi gusti, se qualcuno fosse stato nella sua stanza, le intenzioni di una preda o di un predatore nelle occasioni in cui si ritrovavano uno di fronte all'altro. Prede e predatori. Conigli, cervi, orsi, lupi. Tutto gli ricordava i suoi amati boschi. Promise mentalmente che sarebbe tornato per loro. Per loro e per suo padre.

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