VI

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Luca non sentì nessun rumore ma decise ugualmente di entrare. Vide il riccio disteso ma aveva gli occhi aperti e lo stava scrutando. Il biondo prese il letto di Alessandro e lo unì a quello di Tancredi come aveva già fatto in precedenza. Si sedette sul letto sempre seguito dallo sguardo del castano, nessuno dei due osava proferire parola, forse avevano paura che quel momento così intimo e delicato potesse essere distrutto. Passarono vari minuti in cui si guardarono negli occhi ma Aka non ne poteva più, voleva parlargli e chiarire con lui

"Ti va di parlare?" non ricevette nessuna risposta dal castano che continuava solo a guardarlo. Ripete la stessa domanda e per la seconda volta non ricevette nessuna risposta per cui si alzò e si diresse verso la porta.

Stava per uscire quando Tancredi gli afferrò il polso. Non sapeva cosa stava facendo ma in questi giorni in cui lo aveva ignorato non si stava sentendo per niente bene e forse chiarirsi avrebbe aggiustato le cose.

"Fermo resta qui con me" disse il riccio

A Luca prese quasi un infarto, andarsene era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare. Quando Tancredi gli aveva afferrato il polso, un brivido gli era partito dal braccio e si era espanso per tutto il corpo.

"Perché hai detto quella cosa? Ti diverti a prendermi in giro?" disse il castano mettendosi seduto e invitando Aka a mettersi accanto a lui.

"No"

"E allora perché l'hai fatto"

"Non ti sopporto"

"Cerchi di convincere me o te stesso? Mi sembra che mi sopportassi durante l'attacco di panico o mi sbaglio? Eri quasi preoccupato"

"Vaffanculo"

"Ti dà così tanto fastidio la verità"

"Stai zitto" disse il biondo alzandosi e guardando dritto negli occhi Tancredi

"Sennò.." disse Tancredi con uno sguardo di sfida ad Aka

Luca gli diede una piccola spinta ma questo bastò a Tancredi perché quando si tirò in piedi spintonò il biondo verso il letto facendolo stendere completamente su di esso ma non si fermò qui. Gli si avvicinò e guardandoli da fuori si vedeva chiaramente chi era la preda e chi il predatore e quest'ultimo aspettava questo momento da così tanto tempo, vederlo finalmente sotto il suo controllo era bello ma purtroppo non durò per molto. Il castano stava raggiungendo il biondo che lo guardava estasiato e si posizionò sopra il cavallo dei pantaloni di Luca. Il riccio sapeva benissimo quello che stava facendo e Aka non era da meno infatti approfittò di un momento di distrazione del castano per capovolgere le posizioni e mettersi lui sopra Tancredi.

"Per prima cosa non provare più a stare sopra di me in quel modo, mai più" disse Luca non sapendo che Tancredi aveva appena aggiunto quest'ultima cosa alla sua lista mentale di cose da fare prima di uscire

"Seconda cosa, perché devi sempre contraddirmi?"

"Non ti contraddico sempre"

"Lo hai appena fatto"

"Sì mi diverto"

"Zitto, terza cosa, mi dispiace" disse Luca continuando a stare in quella posizione

Tancredi cominciò a ridere ma in modo nervoso.

"A te non dispiace"

"Lo saprò io se mi dispiace o no"

"Lo sappiamo entrambi che non ti dispiace perché non ti importa di me ma hai ragione perché dovrebbe mi dici che mi odi da ancora prima che io entrassi, già quando stavo facendo la sfida mi guardavi male"

"Perché tu ridevi di me"

"Ma io non-"

"Non ci provare neanche stavi ridendo di me e lo sappiamo entrambi"

Luca si mosse da quella posizione e si sdraiò vicino al riccio. Anche se il biondo non lo aveva notato, il riccio aveva visto che il braccio di Luca era rimasto appoggiato sopra la sua pancia e si sentiva strano. Sentiva qualcosa ma non sapeva cosa fosse, le avrebbe chiamate farfalle nello stomaco se solo non gliele avesse provocate Aka per cui quell'opzione non era possibile. Il suo flusso di pensieri fu spezzato quando sentì Luca muoversi, non capiva cosa stesse facendo e aveva davvero paura che se ne stesse andando di nuovo, non l'avrebbe trattenuto la seconda volta, il suo orgoglio glielo avrebbe impedito.

Rimase stupito quando vide che Luca aveva semplicemente preso due cuscini e due coperte. Nella testa del biondo quello che stava facendo poteva essere giustificato. Era convinto di due cose: di essere etero e di odiare Tancredi ma aveva davvero bisogno di dormire e da solo non ce l'avrebbe fatta, Martina oramai si era appisolata e Alessandro sarebbe stato nella stanza con Enula per cui lui poteva restare lì e sfruttare la calma che il riccio gli trasmetteva in quei momenti. Era come una droga e stava cominciando ad abusarne ma lui poteva smettere quando voleva non ne sarebbe sicuramente diventato dipendente, lo continuava a ripetere nella sua testa e forse sarebbe riuscito a convincersi. Diede un cuscino e una coperta al castano e si assicurò che entrambi fossero comodi per poi mettere il braccio sopra la pancia di Tancredi, non lo faceva perché voleva stare a contatto con lui, lo faceva per comodità.

Tancredi non si era mosso, aveva lasciato fare tutto ad Aka guardandolo in trance e quando quest'ultimo riposizionò il suo braccio sopra la sua pancia Il castano percepì la stessa reazione che aveva sperimentato precedentemente. In questi giorni entrambi faticavano a dormire ma in quel momento, anche se non lo avrebbero mai ammesso, stavano così bene l'uno vicino all'altro che si addormentarono dopo pochi minuti, senza nessun pensiero a disturbarli.

I nostri protagonisti sono ancora convinti di odiarsi a vicenda ma sono davvero poco credibili, lo sappiamo bene. Spero che il capitolo vi piaccia, come al solito commentate e lasciate una stellina se vi va❤️❤️

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