MERCEDES
Sono sull'aereo che per la gioia di tutti mi riporterà nella Torino cupa e uggiosa, ma tanto bella da essermi entrata nel cuore nell'esatto momento in cui vi ho messo piede quel lontano 2014.
Sono le 19:30 e l'aereo sta per atterrare all'aeroporto di Torino-Caselle, la giornata appena trascorsa mi ha suscitato decisamente fin troppe emozioni.
Partendo dall'ansia, ma quella bella, quella eccitante che non ti permette di essere paziente, la sentivo invadere il corpo dolcemente piano, piano. Mentre viaggiavo sul treno che mi portava a Madrid, ogni volta lo stesso effetto.
Poi è subentrato lo stupore che ha abbattuto l'ansia in un batter d'occhio, quando appena arrivata a casa i miei occhi hanno notato quel pancino di mia sorella Marta, un po' troppo gonfio per essere dovuto solamente ad una grossa abbuffata del buon cibo di mamma, inaspettatamente meraviglioso.
Seguendo la gioia, la mia emozione preferita, sto per diventare zia ancora e ancora una volta, non potevo richiedere sorpresa migliore perché si, i miei nipotini sono ciò che la vita mi ha regalato per portare gioia in essa anche in quei giorni tristi e noiosi.
Per concludere con tre emozioni contrastanti mentre volo nel cielo a quarantamila piedi dal suolo per tornare a Torino, la paura che non lascerà mai il mio corpo fino a che non toccherò terra e inizierò nuovamente a respirare, la nostalgia per aver lasciato di nuovo la mia famiglia lontano da me, concludendo con un affiorare di eccitazione nel rivedere il mio fidanzato dopo questa mini vacanza spagnola al femminile.
Come al solito lascio alla Spagna qualcosa di bello, il mio cuore e i miei ricordi più belli, Marbella che mi ricorda la mia infanzia e le giornate passate a giocare al riva al mare con Alvaro, mamma e papà che ci guardavano dal loro sdraio un po' più distanti, e Madrid la mia casa di una vita con la mia famiglia che è quel che mi rende felice.
Quel che ancora ho da dire è che sono appena arrivata a casa di Paulo dove non vivo ufficialmente perché la mia casa non la lascio, ma dove ci vengo molto spesso.
Appena entro in cucina dove ero sicura di trovare un Paulo alle prese con i fornelli, sentendo dalla porta di ingresso dei rumori che associavo a delle padelle e dei fornelli.
Lo trovo li a torso nudo, intento a cucinare non so quale intruglio, ma da rendermi cosi tanto curiosa da darmi il coraggio di avvicinarmi, non prima di aver attirato la sua attenzione "che combini argentino?" domando cosi avvicinandomi a lui sorridendo.
"Ei" risponde monosillabo appena alza lo sguardo per accorgersi della mia presenza "avevo voglia di sushi" sorride, se è stato contagiato da Alice sono fregata, si allontana dal bancone per venirmi incontro cercando di darmi un bacio sulle labbra.
"non provare a toccarmi con quelle mani luride" dico prima che riesca ad appoggiarle sul mio viso, invano perche in due nano secondi la mia faccia da linda diventa unta e appiccicosa "Dybala tu sei uno stronzo" dico guardalo di sbieco, si allontana e torna alla sua postazione.
"Non dirmi che ti sei offeso" dico avvicinandomi a lui per cingergli la vita appoggiando la mia guancia sulla sua schiena nuda, nessuna risposta giunge al mio orecchio "scherzi Paulo" lo incalzo a parlare, per poi farlo girare verso di me, da poterlo guardare negli occhi.
"Aiutami a fare il sushi piuttosto, tra poco Alice e Alvaro con tutta la troupe faranno capolinea alla nostra porta e siamo molto in ritardo" mi guarda serio per poi sorridere e stamparmi quel maledetto bacio che aspettavo da due giorni.
"Non farlo mai più" lo rimprovero su quanto prima fatto "si capo" risponde lui, i miei occhi in conseguenza si sbattono all'insù per poi sospirare.
"In che senso la troupe Morata sarà qui tra poco" dico corrucciando la fronte "nel senso letterale mi amorcito" alla faccia del passiamo la serata soli soletti, sbuffo.
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ANIME PERFETTE // INSTAGRAM - PAULO DYBALA
FanfictionA qualcuno che non abbiamo mai smesso di pensare