CAPITOLO II - Sentimento

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Erano le 19, La madre di Federica, era diretta verso l'ospedale. Ci avrebbe messo tra i 30 e i 40 minuti a raggiungere l'ospedale.
Intanto Lucifero che si trovava nella sua abitazione, mise Federica sul suo letto. Era ancora incredulo per tutto ciò che era successo, l'incidente e il contatto con lei avevano creato una scossa nella vita di Lucifero, più di ogni peccato creato da lui.
Non capiva cosa lo aveva portato ad essere più gentile nei suoi confronti, eppure la crudeltà di Lucifero è riconosciuta da chiunque. Eppure quando egli si trovava nelle vicinanze con quella ragazza, tutto il suo mondo cambiava, la percezione del presente veniva distorta, come se si sentisse una terza persona che guardava questi due ragazzi che vicini avevano quel tipo di sintonia che Lucifero aveva con il mondo celeste prima della caduta.
Si avvicinò di nuovo a lei, le passò la mano sul suo braccio, e vide una scia luminosa che seguiva la linea creata dalla sua mano sulla sua pelle.
Era il momento di svegliarla per farle qualche domanda, avvicinò la sua mano di nuovo sulla sua fronte, e le curò il resto dei dolori. poggiò la mano sui suoi occhi e nel mentre Lucifero le chiese di svegliarsi, Leviatano mise una mano sulla spalla a Lucifero.
"Fermo mio signore, non svegli questa ragazza, potrebbe essere pericoloso." disse Leviatano in tono di preoccupazione.
"potrebbe essere sempre un arma per distruggere tutti noi." disse ancora, con un nodo alla gola.
"Pensi veramente che mio padre porterebbe un angelo bomba sulla terra, dopo millenni, per distruggere solo noi due?"
"Mio signore, si fidi. É un umana, La riporti in ospedale e la lasci li."
"Voglio fidarmi Leviatano, poi la madre sta per arrivare, credo che sia inutile svegliarla."
Leviatano annuì, e si spostò nella camera affianco. Lucifero prese Federica e teletrasportandosi, la riportò nel suo letto di ospedale. si diresse verso la porta, la aprì cosicchè potesse essere aperta da fuori. Tornò Verso Federica, per salutarla ancora prima di andare via. Lucifero si avviò verso la porta, quando sentii Federica che lo chiamava.
"Hey tu... Immagino che tu sia colui che mi ha investito giusto?" Disse Federica con voce molto lieve, non riuscendo ancora a parlare essendo intontita per i farmaci, si fermò per riprendere fiato. "volevo ringraziarti per i bellissimi fiori, non preoccuparti per l'incidente, so che non volevi investirmi." Riprese ancora fiato "e grazie ancora per essere venuto a trovarmi".
"Sono veramente dispiaciuto per ciò che è accaduto. Ti porgo le mie scuse, se per te non è un problema vorrei passare ogni giorno per sapere come stai" disse Lucifero."Mi farebbe davvero piacere avere altra compagnia oltre che mia madre."
Prese tutte le forze che aveva in corpo per riuscire a stendere le braccia e con un colpo si tirò su, appoggiò la schiena contro lo schienale del letto.
"Quale è il tuo nome?" Chiese Federica
"Mi chiamo Francesco" rispose Lucifero
"Perfetto Francesco, domani sarò qui ad aspettarti per chiacchierare un po', ora é meglio che tu vada o dovrai affrontare l'ira di mia madre" sorridendo, Federica guardò Francesco, e allargò il suo sorriso. Ci fù un istante di imbarazzo. "Bene ora è meglio che io vada" disse Lucifero. Uscì dalla porta e si diresse verso l'ascensore, salì sopra e schiacciò un tasto a caso. Le porte si chiusero, l'ascensore cominciò a salire, e Lucifero in un batter d'occhio sparí.

"Ciao mamma" disse Federica salutando la madre che era appena entrata nella stanza.
Si chiamava Maria, una donna di 45 anni, aveva i capelli tra il rosso e il nero, non dimostrava la sua età, pareva una donna più giovane, non era tanto alta, non superava il metro e sessantacinque. Era una donna un po' in carne, ma era frenetica nella vita e sapeva fare di tutto, dal giardinaggio al fai da te, era una donna molto forte, e aveva cresciuto una figlia con i suoi stessi valori.
"Ciao Amore" disse la madre.
"Indovina, chi é appena passato?" Domando Federica con un sorriso a 32 denti.
"Non lo so, marco?"
"Ma va mamma!" Federica si arrabbiò e non rispose più alla madre. Ci furono attimi di silenzio.
"Dai amore prometto di non rispondere più a caso" disse la madre. "É passata Simona?"
"No mamma, é passato Francesco, il proprietario dell'auto che mi ha investita." Disse Federica con l'eccitazione negli occhi. "Lui mi ha portato questi fiori, ed è sempre lui ad aver riempito la stanza." Subito dopo spostó lo sguardo verso i fiori appena portatigli. 'É veramente un bel ragazzo, ed è stato gentilissimo, spero che ripassi a trovarmi anche domani'.
La madre rimase scossa, si alzò come un felino dalla sedia e uscì dalla stanza gridando.
"Dove sei brutto stronzo?" Con voce molto alta nel corridoio, tutte le persone la guardavano. "Hai fatto del male a mia figlia e ora vieni anche a trovarla?" Un infermiera si avvicinò alla donna, cercando di calmarla. "Fatti vedere, non nasconderti!!" In quel momento la donna cominciò a piangere, l'infermiera offrì la sua spalla.

"M-mia fi-glia, ha-ha risch-iato D-di Morire"
l'infermiera aiutò la donna a tornare in camera, la fece sedere vicino a Federica, che allungò la mano, per cercare le mani della madre.

"Mamma non devi preoccuparti, io sto benissimo, non sento più neanche i dolori" disse Federica tastandosi il torace con la mano che in teoria sarebbe rotta.
La madre cambiò umore quasi all'istante. Corse al bancone e chiamò subito il medico.

Quando il medico arrivò, tastò subito per controllare se veramente non sentiva più i dolori, in realtà ci sarebbero volute più di 3 settimane per riprendersi del tutto, non qualche ora.
Fece tutte le analisi, andò anche ai raggi-x, e quando il medico poté dire che ogni frattura era realmente sparita, riuscì solo a credere di aver sbagliato le diagnosi fatte in precedenza a Federica.

"Bene signorina, la terremo sotto controllo questa notte, domattina potrà uscire dall'ospedale e tornare a casa sua." Disse il dottore.
Federica e la madre, erano veramente sorpreso da questa bellissima notizia, erano felici, dopo questa brutta giornata lei sarebbe potuta tornare a casa.
La madre cominciò a preparare le valige da subito, l'indomani mattina sarebbero uscite presto.
Federica intanto comincio a sistemarsi nel letto.
La madre si avvicinò a Lei e le diede un bacio sulla fronte "a domani amore, buonanotte".
"A domani mamma, buonanotte anche a te."
La madre, aprì la porta e uscì dalla stanza, e si diresse verso l'ascensore.

Federica non riusciva a chiudere occhio, non poteva fare altro che pensare a quell'uomo, era affascinante, carismatico ed era molto dolce, nessun ragazzo, le aveva mai regalato tutti questi fiori!
Lo aveva appena conosciuto, ma era attratta da lui, era stata ammaliata dal suo profumo, è la cosa più strana era che pensava di conoscerlo già da tutta la vita.
Era la prima volta che lei si sentiva così presa da un uomo.

Era mezzanotte, e lei si sentiva stanca, rimboccò le coperte e andò a dormire.
'Domani é un altro giorno, spero prenda una piega più bella, voglio incontrare quel ragazzo.'

Il Peccato Originale (Original Sin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora