CAPITOLO III - Angeli e Demoni

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Erano le nove del mattino, il medico aveva firmato il foglio per dimettere Federica.
"sei pronta amore?" chiese la madre, dirigendosi verso la porta.
"un ultima cosa e sono pronta". rispose frettolosamente.
dopo qualche istante uscirono dalla stanza, Federica si fermò a parlare con l'infermiere, la madre sbuffò e poggiò i borsoni.
"Frederica Ti muovi?" sbuffò la madre. "ho la macchina parcheggiata in doppia fila, ci mancherebbe anche che prendessi una multa".
Federica alzò gli occhi al cielo 'Dio fulminala' l'infermiere rise.
"dai ora è meglio che vada" guardò negli occhi l'infermiere, come per cercare consenso. Si diresse con la madre verso l'ascensore.

Più tardi, attorno le 15.00 Lucifero si recò all'ospedale. Prese l'ascensore, si fermò al 3 piano e si diresse verso la stanza dove si trovava Federica.
Bussò ma non ricevette nessuna risposta.
"Sta cercando qualcuno?" Lucifero si girò, e vide un infermiere. Era giovane e sorridente, probabilmente uno studente che faceva stage.
"Si stavo cercando Federica, si trova qui nella stanza 201. Solo che ho bussato ma non ha risposto nessuno, quindi credo che stia dormendo".
"No la signorina nella 201 é stata dimessa questa mattina..." Disse l'infermiere in tono dispiaciuto.
"Ah capisco, la ringrazio." Con tono abbattuto Lucifero si diresse verso il corridoio che portava all'ascensore.
'Credevo veramente che un umano avrebbe mai potuto redimermi? Come ho fatto ad essere così sciocco da poterlo pensare? Avevo pure pensato di essere gentile, questi umani meritano solo la sofferenza che provocano, mi sono fatto fregare da una umana, la sua bellezza è il suo carisma mi stavano facendo comportare come uno di loro. Dovrò essere più cattivo e crudele con loro' tra se e se Lucifero cominciò a provare odio e rancore verso gli umani.
"Aspetti, si fermi"
Una voce dal fondo del corridoio, proveniva da un altro infermiere. Che con tempismo riuscì, se pur correndo, ad arrivare a Lucifero.
"Lei é il signor Francesco? L'amico della signorina in 201?"
"Si sono Francesco, ma non credo di essere poi così tanto amico".
Lucifero salì sull'ascensore, e mentre le porte si stavano chiudendo, l'infermiere le bloccò e porse a Lucifero un biglietto.
"Questo me lo ha lasciato Federica poco prima che uscisse".
Lucifero vide le porte chiudersi, rimase immobile. Aprì il biglietto e cominciò a leggere.
' Ciao Francesco il dottore mi ha dimesso subito dicendo che la diagnosi era sbagliata e che c'è stato un errore con le lastre. Io ora sto andando a casa, ti ringrazio per ciò che hai fatto e spero di poterti rivedere. Infatti ti lascio il mio numero. Baci Federica.'
Lucifero vide il numero scritto sotto, e in quel momento provò dei brividi che partirono dal fondo della schiena, fino ad arrivare al collo.
'Mi sono sbagliato sul suo conto, allora gli umani non sono del tutto così stronzi come dicono di essere'
Disse tra se e se. Nei suoi occhi si poteva vedere la gioia nel non aver perso le speranze, forse avrebbe potuto avere ancora qualche possibilità.
... Drin ...
L'ascensore era arrivato al piano terra, e Lucifero non si era ancora teletrasportato a casa. Poco prima che si aprissero le porte, con molta velocità, spari nel nulla.

Un uomo intanto entrò nell'ospedale, sfigurato nel volto, camminava zoppicando, salì al terzo piano, sì avvicinò agli infermieri, aveva uno sguardo cupo e la faccia sanguinante.
"Dove é la prescelta?" Gridò l'uomo, spaventando tutte le persone che si trovavano sul piano.
Un infermiere si avvicinò con cautela, poggiò una mano sulla spalla di quell'uomo.
"Ha bisogno di aiuto? Sembra che lei sia ferito."
L'uomo agguantò la mano, e con una forza sovra umana girò il braccio del povero infermiere, inginocchiatosi dal dolore, gridò e si accasciò a terra, svenendo poco dopo per lo shock provocato da quel lancinante dolore.
"Dove é la prescelta?" Ripetè l'uomo, gridando ancora.
Intanto le guardie recatevi per bloccare l'individuo che stava creando il caos nel piano dell'ospedale, bloccarono l'uomo e gli misero delle fascette per bloccargli le mani.
Ma ancora con grande forza ruppe le fascette e con il solo movimento delle dita, scaraventò ogni persona presente contro il muro.
"Dove é la prescelta?" Ripetè ancora l'uomo.
"Cosa sei? Un mostro?" Da lontano l'uomo udì una voce, era un infermiere, lo stesso che passò il biglietto a Lucifero.
L'uomo si avvicinò a lui e si mise di fronte, a pochi centimetri.
Da quel corpo uscì un ombra nera, come se fosse fumo. Andò a creare una figura spaventosa, dove si distinguevano gli occhi, di un colore rosso accesso. Quell'ombra, si avvicinò come ad annusare l'infermiere.
"Puzzi di demone, tu sai qualcosa!" Disse con cattiveria la figura dagli occhi rossi.
"Tu sei pazzo"
In quell'istante la figura divenne fumo, entrò nel corpo dell'infermiere e svuotò la sua mente, per poi ritornare di nuovo all'interno dell'uomo ferito.
"Hey tu, non credi di stare esagerando?"
Questa volta era un uomo, alto, dai capelli castano chiaro, molto bello, aveva gli occhi color ghiaccio.
" IO SONO GABRIELE E TU DEMONE PAGHERAI PER CIÒ CHE HAI APPENA FATTO" aprì le sue ali, erano bianche, e una luce fuoriusciva da lui. Fece un passo e si avvicinò verso quel demone, cominciò a fischiettare, e sembrava che quel fischio infastidisse il demone.
"Ho fallito, merito la mia sparizione" disse il demone dagli occhi rossi. in quel momento Gabriele smise di fischiare. E immobile, vide una luce partire dagli occhi del demone, che in un nulla, si fece esplodere con un energia tale, da uccidere tutte le persone sul piano e provocare un incendio indomabile.
Gabriele, essendo un angelo, si salvò, non riuscì a salvare nessuno da quella terribile esplosione. Spense le fiamme, si inginocchiò a terra pregando per le anime di quei poveri innocenti.
Si arrabbiò con se stesso per non essere riuscito a salvarli, spalancò le sue ali e rapidamente, prima dell'arrivo dei soccorsi, sparí nel nulla, proprio come fa Lucifero.

Lucifero che si trovava a casa sua,sentì un dolore strano provenire dal petto.
"Un demone sacrificato, non ne sapevo nulla io. Non faccio sacrificare più nessun demone da moltissimo tempo" disse Lucifero.
"Cosa é stato?" Domandò Leviatano.
"Un demone si é appena sacrificato, senza il mio permesso". Rispose Lucifero rialzandosi con cautela.
Un colpo di vento aprì la finestra, spostando tutti i fogli appoggiati sul tavolo.
"Ciao fratellone ti sono mancato?".

Il Peccato Originale (Original Sin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora